Archivi autore: Tullio Pesola

Informazioni su Tullio Pesola

Amante della diffusione nel tempo di memorie, notizie, testimonianze e costumi del passato della nostra Città, è autore di diverse riflessioni, frutto di assiduo impegno, di grande passione e di accurate indagini storiche.

Fonti Vanacore (foto Enzo Cesarano)Fonti Vanacore (foto Enzo Cesarano)

Le Terme Stabiane

Le Terme Stabiane (… nei miei ricordi di ieri e nella realtà di oggi)

articolo del dott. Tullio Pesola

Il complesso che sorge tra via Brin e via Acton, con ingresso principale da piazza Amendola, era noto un tempo come “Terme Stabiane”. Questo fino al 1964, anno in cui fu inaugurata la nuova struttura al Solaro. Da allora in poi, infatti, per distinguerlo dalla seconda, prese il nome di “Antiche Terme”.

Fonti Vanacore (foto Enzo Cesarano)Fonti Vanacore (foto Enzo Cesarano)

Fonti Vanacore (foto Enzo Cesarano)

Inutile dire che per molti resta la stazione termale per antonomasia, forse perché è in essa che affiorano le acque minerali che danno vita a numerose sorgenti. Tali acque, infatti, provenienti dai monti della nostra città, sgorgano raggruppate appunto tutte in una sola zona. Che l’ingresso da piazza Amendola fosse il principale non occorre spiegarne il motivo; guardando l’immagine che segue lo si intuisce chiaramente.

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Artisti in vetrina

articolo del dott. Tullio Pesola

Negli anni ‘50/’60 la nostra Città si ammantava di un fascino particolare, che le derivava dalla frequente presenza sul territorio di artisti, che, armati di tele, cavalletti e colori, ma soprattutto guidati dal loro estro creativo, riuscivano, quali valenti esperti di tecniche pittoriche per quel periodo avanzate e raffinate, a dare vita a stati d’animo attraverso le suggestive riproduzioni di scorci, panorami o eventi particolari. Ed erano, appunto, le nostre bellezze paesaggistiche che ispiravano i nostri maestri del pennello. Dalle loro tavolozze prendevano risalto le immagini del nostro mare, del mare di Stabia, con scene di pescatori alle prese con le reti o con barche in rimessaggio sulla banchina “ ‘e zi Catiello ” o ormeggiate davanti al circolo nautico, o ancora viali alberati del parco di Quisisana ed incantevoli vedute dalla collina di Pozzano.

Il M° Guglielmo Cirillo (archivio libero ricercatore)

Ma che grande destrezza, quanta poesia si sprigionava da quegli oli, che prendevano vita come il primo volo di una farfalla che si libra nell’aria appena le condizioni ambientali e la temperatura permettono che il suo involucro cominci a rompersi! Ricordo che da mocciosetto, quasi non avvertivo le sollecitudini dei miei a riprendere il cammino, tanto mi sentivo rapito, attratto fortemente da qualcosa che dava un intimo godimento all’animo. Riandando a volte col pensiero a tali immagini, mi sento di essere stato quasi un privilegiato, in quanto non è facile oggi incontrare per strada pittori che rappresentino su tela ciò che oggettivamente il paesaggio mostra loro. Col passare del tempo, poi, in pieno centro cittadino fece anche la sua apparizione qualche laboratorio e qualche galleria d’arte. (continua a leggere…)

L'asciuttapanni (archivio Tullio Pesola)

L’asciuttapanni ed il braciere

L’asciuttapanni ed il braciere

(l’accoppiata vincente)

articolo del dott. Tullio Pesola

L'asciuttapanni (archivio Tullio Pesola)

L’asciuttapanni (archivio Tullio Pesola)

Sono sempre meno, purtroppo, le persone che ricordino quale sia stata negli anni passati la funzione di tale arnese, mentre per tanti resta unicamente un “oggetto misterioso”. Naturalmente non possiamo non riconoscere che, pur essendoci avvalsi del suo valido apporto fino a pochi decenni fa, il progresso tecnologico lo ha più che egregiamente ed in maniera portentosa soppiantato. Si tratta di un asciugapanni o, se preferite, un’asciugatrice ante litteram. Capisco che la cosa potrebbe farvi sorridere, ma voi non lo fate, vi prego! Basti pensare che per tutto c’è sempre stato un pioniere! Che direste, infatti, se affermassi, ad esempio, che le prime lavabiancheria erano a manovella, molto simili nella forma al contenitore di bussolotti delle estrazioni del lotto? È difficile immaginare come si potessero ottenere risultati eccellenti, partendo da sistemi a dir poco rudimentali… (continua a leggere…)

 

Via Brin antica - Coll. Vingiani su LR

La caserma Cristallina

La caserma “Cristallina”

articolo del dott. Tullio Pesola

Imboccando via B. Brin, dopo esserci lasciati alle spalle piazza Amendola, quel considerevole slargo conosciuto per i due grandi colossi della nostra Città, le Terme ed i Cantieri Navali, e percorso appena un breve tratto, notiamo sulla nostra sinistra una struttura che un tempo si ammantava di un particolare fascino di cui oggi solo a pochi, purtroppo, è dato custodire un pallido e flebile ricordo: la caserma “Cristallina”.

Via Brin antica - Coll. Vingiani su LR

Via Brin antica – Coll. Vingiani su LR

Concordo, ovviamente, con quanti ritengano alquanto strano che un tale complesso possa essere stato identificato nel tempo con un nome decisamente insolito. In linea di massima, infatti, tali assetti vengono dedicati alla memoria di persone che si siano distinte in eventi particolari, persone alle quali sia stata conferita un’onorificenza a riconoscimento di meriti straordinari. Per capire, quindi, cosa abbia spinto in tal senso coloro che ne furono gli artefici, bisogna risalire a quando tale edificio, prima che prendessero ad alloggiarvi marinai ed ufficiali della Marina Militare, era adibito ad altra funzione, ovverosia a quello di una cristalleria, che affonda le proprie radici in epoca borbonica. Non avendo chiare notizie in merito, mi fa piacere pensare che per svariati anni in tale complesso ci si sia dedicati all’arte del vetraio visto come maestro di forgia di una materia viva, calda… (Continua a leggere)

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

I miei anni al Seminario

articolo del dott. Tullio Pesola

Credo che non vi sia persona che, con l’inizio di un nuovo anno scolastico, non ritorni col pensiero a quei momenti che hanno inevitabilmente segnato la propria vita tra libri, penne e calamai. Nel mio caso, poi, devo aggiungere che tali sensazioni si appropriano sistematicamente di me ogni qualvolta mi trovo a passare nei pressi della struttura che mi ha visto inizialmente scolaro e anni dopo mi ha anche permesso di vivere le mie prime, saltuarie esperienze in veste di docente. E ciò, dato che la scuola in argomento sorge in quello che una volta era considerato il centro di Castellammare e che tutti conosciamo come piazza Municipio, avviene quasi frequentemente, perché per un motivo o per un altro mi capita spesso di trovarmi in quei pressi.

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

Il mio approccio con l’ex Seminario, edificio che un tempo era stato un istituto ecclesiastico dove i giovani aspiranti al sacerdozio ricevevano la formazione spirituale e culturale necessaria al sacro ministero, è avvenuto dopo aver superato gli esami di idoneità alla classe terza, esami per i quali ero stato seguito con grande diligenza e meticolosità (come, d’altronde, già l’anno precedente con il percorso in merito all’anticipo scolastico) dalle signorine Petretta e che sostenni presso la “Basilio Cecchi”. Inutile aggiungere che per i miei, in prospettiva del mio passaggio alla Scuola Pubblica, era molto importante affidarmi ad un educatore serio, esigente e poco incline alle indulgenze e che si prendesse, inoltre, responsabilmente cura della formazione dei suoi alunni. Tra quelli che sarebbero stati gli insegnanti di terza classe quell’anno, il più richiesto (senza, ovviamente, togliere merito agli altri) risultò essere il professore Continua a leggere…