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Informazioni su Tullio Pesola

Amante della diffusione nel tempo di memorie, notizie, testimonianze e costumi del passato della nostra Città, è autore di diverse riflessioni, frutto di assiduo impegno, di grande passione e di accurate indagini storiche.

‘O Pazzariello

articolo del dott. Tullio Pesola

Giuseppe Marotta definiva ‘o pazzariello “uno strano miscuglio di banditore e di giullare”. Infatti, questa figura burlesca, molto diffusa e caratteristica di una Napoli compresa tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento, si trasformava in fine banditore che improvvisava scene comiche e pantomime per le vie di Napoli e… non solo di Napoli. Testimonianza ne è l’immagine a seguire, che ci mostra il noto attore Ugo d’Alessio che per un film di Montillo, interpreta un pazzariello nella piazza dell’Orologio di Castellammare di Stabia, nell’atto di attirare i passanti con i suoi strampalati spettacolini.

L'attore Ugo d'Alessio, interpreta 'o Pazzariello in piazza "Orologio" (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

L’attore Ugo d’Alessio, interpreta ‘o Pazzariello in piazza “Orologio” (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

Vestito in modo molto vistoso, con balli, danze e filastrocche era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi. Un piccolo gruppo di suonatori, composto per lo più da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche, sottolineava fragorosamente le frasi elogiative di questo singolare personaggio, mentre si muoveva – come si diceva – a passo di danza per le vie del rione. Continua a leggere

Michele e Nunziata

articolo del dott. Tullio Pesola

Nelle immediate adiacenze del fabbricato nel quale io abito da svariati anni c’è un locale, a livello del piano stradale, che a lungo nel tempo, di cui va gradualmente perdendosi ogni ricordo, è stato adibito ad abitazione. Anzi, c’è da aggiungere che il nuovo proprietario qualche anno fa lo ha ristrutturato e lo ha predisposto in maniera tale da potere accogliere con i suoi comforts una piccola famigliola. Esso è costituito da due ambienti. Il primo è dotato di ingresso e di affaccio sulla strada, mentre il secondo ha una finestra che dà su un piccolo cortile.

La banchina dell'Acqua della Madonna vista dal mare (cartolina d'epoca)

La banchina dell’Acqua della Madonna vista dal mare (cartolina d’epoca)

C’è da puntualizzare a tal proposito che in corso dei lavori di riattazione, esso è stato anche corredato di porta blindata che si apre nell’androne del fabbricato. Tanto per intenderci, è diventato un grazioso bon bon. Guardandolo attentamente, un osservatore non può che rimanere stupito per le dovizie in esso effettuate. All’interno, infatti, è stato realizzato un soppalco al quale si può accedere mediante una confortevole e moderna scala. Lo stesso, poi, è illuminato da una finestra che dà su via Brin. Detta finestra, inoltre, è fornita di una grata in ferro, che, se spiegata, si trasforma in un pratico stendi panni; chiusa, invece, costituisce protezione da eventuali malintenzionati. Riportandoci il ricordo agli anni del dopoguerra, si può facilmente immaginare quale fosse lo stato di questo ambiente. Per dare un’immediata idea di ciò che fosse, è sufficiente presentarlo per ciò che era: un “basso”. E’ a tutti noto che il “basso” è una piccola abitazione a pian terreno che affaccia sulla strada e raffigura l’emblema dell’antica e perenne miseria degli strati sociali più emarginati di una città. Di “essi” ci limitiamo ad aggiungere solo che hanno una storia lunga le cui origini risalgono addirittura al Medioevo. In questo tug… terraneo vivevano Michele e Nunziata, due personaggi emblematici di quello che da tanti è ritenuto il “Centro Storico” della nostra Città. Continua a leggere

Don Mario ‘o lattaro

dai ricordi del dott. Tullio Pesola

Proveniente dalla collina di Pozzano, dove abitava, arrivava di buon’ora ogni mattina in Piazza Amendola (la piazza compresa tra le Terme Stabiane e la Navalmeccanica), raggiungendola il più delle volte a piedi. Solo in caso di pioggia si serviva della Circolare Rossa (pullman delle Autolinee della ditta “Giordano Enrico di Leonardo” di Sant’Antonio Abate).

bidoni da latte

I contenitori per il latte

Stringeva tra le mani i manici di due fusti di robusto alluminio. Entrambi erano pieni di latte appena munto. Il suo nome era Mario Cimmino, meglio conosciuto come “Mario ‘o lattaro”, e credo che sia stato l’ultimo lattaio del nostro quartiere. Si annunciava al trillo di un fischietto ed i balconi delle abitazioni circostanti e di quelle lungo la strada (via Brin) che portava al suo negozio, iniziavano improvvisamente ad animarsi. Continua a leggere

Don Peppino

articolo del dott. Tullio Pesola

Come sia affascinante ed emozionante assistere al battesimo di una nave è un sentimento che a noi Stabiesi appartiene particolarmente, è qualcosa di inesprimibile, come inesprimibile è quella sensazione che si avverte quando udiamo dire: “Madrina, in nome di Dio taglia!”.

Una particolare cerimonia, un particolare rito sono necessari quando si dà vita ad una materia inerte qual è l’informe quantità di lamiere o tavole di legname che, assemblate dalla sapienza del lavoro umano, danno infine forma a una nuova imbarcazione. Quella materia pesante e rozza, in apparenza a tutto idonea tranne che a galleggiare in acqua, si trasforma come per magia (la magia della tecnica umana!) in oggetti agili e sicuri fra le onde, perfino eleganti.

Don Peppino (foto - Tullio Pesola)

Don Peppino (foto – Tullio Pesola)

Occorre, quindi, amministrare il battesimo a quella imbarcazione con la benedizione religiosa e l’imposizione del nome prima del varo, ossia del suo primo ingresso in mare.

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Claudio Morelli (le pitture)

Claudio Morelli

Viottolo di campagna - Morelli

Viottolo di campagna – Morelli

Estesi paesaggi dove non si avvertono presenze di figure sia pure solitarie, ma anche luoghi onirici, surreali, case dalle forme geometrizzanti messe in risalto da un’esplosione scintillante di colori, caratterizzano lo stile creativo dell’artista stabiese Claudio Morelli. E’ possibile rilevare dalle sue opere un palese turbamento interiore, misto a desiderio di cambiamento, miglioramento, trasformazione. Nelle stesse notiamo, infatti, come l’Artista sogni un mondo migliore, più giusto, dove regna l’armonia, dove i fiori hanno colori più intensi, dove i prati sono caratterizzati da un verde delicato ed intenso nello stesso tempo, che permette all’anima di inebriarsi di serenità. Attraverso la sua tecnica, inoltre, Morelli riesce ad arricchire le sue immagini di poesia e di lirismo. Ad ogni pennellata esse acquistano una maggior volumetria, mentre i toni si caricano di intensa cromaticità.
In quanto pittore generoso, altruista, Claudio Morelli ci regala dei dipinti meravigliosi con colori stupendi, intensi, luminosi, pieni di speranze e con una natura pura, delicata, tutta da scoprire.
Tra le righe, infatti, ci dice di svegliarci e di proteggere la cosa più bella che abbiamo: La Natura.

Dott. Tullio Pesola

Galleria delle sue opere:

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