Madre Maria Maddalena

Beata Maria Maddalena della Passione

a cura di Maurizio Cuomo

Maria Maddalena Starace

Maria Maddalena (Starace)

Maria Maddalena nacque a Castellammare di Stabia il 5 settembre 1845 da Francesco Starace e Maria Rosa Cascone. Fu battezzata il giorno stesso coi nomi di Costanza, Anna, Maria. La neonata fu presto consacrata alla Vergine Addolorata, secondo la promessa fatta dalla mamma.
A 4 anni, la piccola Costanza fu mandata a scuola presso una certa Caterina Lauro. Ivi socializzò con altre bambine meno abbienti e sicuramente le rimase impressa la povertà delle compagne. Nel 1850, le Figlie della Carità si stabilirono a Castellammare di Stabia per l’assistenza ai malati dell’ospedale San Leonardo; in seguito aprirono anche un orfanotrofio e un convitto per ragazze di buona condotta. Costanza, ammessa in tale convitto, cominciò a respirare un clima di preghiera e di dedizione al punto tale che si accese in lei il desiderio di consacrarsi al Signore. Durante questo periodo, fu ammessa alla prima comunione e all’età di 10 anni ricevette il sacramento della cresima. Rientrata in famiglia per motivi di salute, Costanza proseguì gli studi con un professore in casa e, oltre allo studio, cominciò a coltivare con assiduità la preghiera. In questo clima avvertì sempre più forte la vocazione alla vita religiosa tanto che alla fine chiese e ottenne dai genitori il permesso di entrare nel conservatorio delle Teresiane di Vico Equense.

Ma anche questa volta, sempre per motivi di salute, dopo due anni, dovette rientrare in famiglia. Ristabilitasi in salute, Costanza tornò alla carica, pregando i genitori di lasciarla entrare in un monastero di stretta clausura tra le Sacramentine di Napoli o tra le Passioniste di Corneto. Ebbe, per ragioni comprensibilissime, dei dinieghi, ai quali la ragazza oppose la certezza di una ferma vocazione. Inutili si rivelarono le richieste della giovinetta ai genitori di recedere dal proposito di farla attendere i venti anni; vani furono pure i continui ricorsi al confessore, che, per consolarla, le concesse dapprima la comunione quotidiana e, a 15 anni, di consacrarsi al Signore coi tre voti perpetui. Dopo reiterate insistenze, il confessore le consigliò di farsi «monaca di casa». I genitori, pensando che in quel modo avrebbero accontentato la loro figliola, accondiscesero a che prendesse l’abito delle Terziarie dei Servi di Maria. La vestizione avvenne il 19 giugno 1865 e la professione 1’8 giugno 1867. Nel consacrarsi al Signore, secondo i suoi desideri, Costanza prese il nome di suor Maria Maddalena della Passione. Forse fu proprio in occasione della sua professione religiosa che la giovane Maria Maddalena Starace ebbe dal vescovo di Castellammare, monsignor Petagna, l’incarico di dirigere la Pia Unione delle Figlie di Maria e di insegnare il catechismo alle bambine del popolo. Intanto, rimaneva sempre vivo il desiderio di una vita di silenzio e di contemplazione in un monastero di clausura nella giovane Costanza, provata da malattie e tribolazioni. Le varie epidemie coleriche che periodicamente infestarono in quell’epoca Castellammare e dintorni falciarono molte vittime. Dal 1º agosto al 17 ottobre 1867, il colera provocò la morte di ben 164 persone, lasciando come prima conseguenza orfani, delinquenza e prostituzione. A seguito di ciò, suor Maria Maddalena fu spinta a gettare le basi per la fondazione dell’Istituto delle Compassioniste. Ben presto le sue compagne chiesero di vestire anch’esse l’abito di Terziarie Servite; monsignor Petagna non solo l’accordò, ma volle dare subito all’Istituto che stava per nascere anche l’erezione canonica: era il 27 maggio 1871. Il generale dei Serviti decretò la perpetua aggregazione dell’Istituto Suore Compassioniste il 10 novembre 1893.
Alla spiritualità servitana suor Maria Maddalena sempre abbondantemente e costantemente attinse per sé e per la Congregazione che aveva fondato ed alla quale si legò con i voti perpetui il 13 maggio 1920. Il calvario, la Vergine ai piedi della Croce divennero inesauribile fonte di ispirazione e di vita per tale Congregazione. I Sette Santi Fondatori vennero assunti a modelli di vita fraterna da imitare. La medesima venerazione e lo stesso amore nutrì per San Filippo Benizi, modello esimio di carità e di umiltà, per Santa Giuliana Falconieri, la santa dell’Eucaristia, per San Pellegrino Laziosi, e per tutti i santi e i beati dell’Ordine.
L’inizio delle eccezionali prove cui il Signore la sottopose, coincise con la vestizione dell’abito di terziaria dell’Ordine dei servi di Maria (19 settembre 1865), ventesimo anno della sua vita. Queste si protrassero sino al 1900 circa. La madre fondatrice trascorse il resto della vita con grande pace dello spirito, nel modo più semplice e comune, anche se accompagnata da quei mali fisici e morali dovuti alla sua costituzione fisica, all’età, agli ambienti e alle varie circostanze della vita.
Per una ventina d’anni madre Maria Maddalena s’impegnò costantemente, con tutte le sue forze al bene spirituale e fisico selle sue figlie, all’edificazione della Chiesa nonché alla diffusione del culto al Sacro Cuore e alla Vergine Addolorata, e all’incremento delle opere da lei iniziate con amore materno.

Madre Maria Maddalena

Madre Maria Maddalena

Dalle autobiografie, dalle lettere, dagli scritti di monsignor Sarnelli, vescovo di Castellammare, dalle numerose testimonianze, particolarmente da quelle raccolte durante il processo diocesano tenutosi a Castellammare dal luglio 1939 all’ottobre 1941 risulta chiaramente che la vita terrena di suor Maria Maddalena fu contrassegnata da numerose e singolari prove. In tutta questa documentazione, infatti, si possono osservare timori e tremori ingiustificati, vomiti strazianti e inspiegabili, astinenze prolungate da cibi e bevande, malattie misteriose, sofferenze inaudite. Si possono altresì notare estasi, stigmate, possessioni diaboliche che richiesero l’intervento del vescovo del luogo. Di tutti questi fenomeni, oltre alla tradizione orale, ancora viva nell’istituto, fanno fede la stessa Maria Maddalena nell’autobiografia, scritta unicamente per obbedienza al vescovo monsignor de Jorio, alcuni testimoni al processo e numerosi scritti autografi di monignor Sarnelli, suo confessore. Peggiorando la malattia, la Madre fu costretta a letto dall’8 dicembre 1921. Quattro giorni dopo ricevette gli ultimi sacramenti per poi spegnersi serenamente nella pace del Signore, l’indomani (alle ore 14.45 del 13 dicembre 1921 nella sua casa posta al civico n. 10 di Salita Scanzano). Appena morì si ebbe l’esatta misura della generale considerazione da lei goduta. Tutti a gran voce proclamarono la sua santità: la gente accorse numerosa a venerarne il corpo e si ripeterono le manifestazioni che si usano davanti alla salma di una persona ritenuta santa. La salma fu traslata e inumata nel santuario del Sacro Cuore a Scanzano il 19 agosto 1929.
Il processo di beatificazione di suor Maria Maddalena della Passione fu avviato il 4 aprile 1939. Giovanni Paolo II l’ha annoverata tra i venerabili con decreto pontificio del 7 luglio 2003. Il 26 giugno 2006 sua santità papa Benedetto XVI ha firmato il decreto di beatificazione. Suor Maria Maddalena è stata proclamata Beata il 15 aprile 2007, da sua Eminenza Cardinale Josè Martins Sarajva.


Note: 
I cenni biografici sono tratti da: http://www.compassioniste.org/;
ulteriori dettagli vengono tratti dall’atto di morte.

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