C/Mare Marzo 2018 – La storia del Bar Spangnuolo
di Enzo Cesarano e Corrado Di Martino
E’ difficile immaginare uno stabiese, che mai abbia trascorso qualche momento della sua vita al Bar Spagnuolo. Altrettanto arduo è, credere che la sua ultracentenaria storia, sia nota a tutti.
Inizialmente, col nome di caffè Europa, era sorto in via Marina del Gesù, fu trasferito successivamente in piazza Quartuccio, nei locali del piano terra di palazzo Spagnuolo1. Fra i suoi primi dirigenti, e almeno fino al 1874, ricordiamo Fabrizio Lamberti di Cava de’ Tirreni, nel 1886 venne rilevato da tale Annibale D’Oriano, noto commerciante di liquori stabiese. Ad inizio del ‘900, veniva costruita una promenade sul mare che rendeva ancora più attraente quella parte di città. Ecco che il Caffè Europa, posto di fronte al mare, appena lì dove iniziava la passeggiata del lungomare, diveniva nucleo centrale per incontri fra amici; per parlare di politica, di arte, per incontrarsi fra professionisti; per ospitare turisti, e perché no, per pavoneggiarsi ostentando la propria opulenza. Dal 1903 al 1913, il caffè assunse il nome di Gran Caffè Excelsior, e gli venne annessa una sala ristorante. Nel 1908-1909, don Agnello Spagnuolo, neo proprietario del locale alla moda, fece lastricare il suolo antistante e, fece sostituire la staccionata in legno che lo circondava, con una ringhiera in ferro. Durante il Primo Conflitto Mondiale, avvenne un cambio di gestione, subentrarono i fratelli Mosca, mentre la famiglia Spagnuolo si trasferì a Roma, dove aprì in via Campo Marzio: il Gran Caffè Napoli. Finite le belligeranze, la famiglia Spagnuolo riprese la conduzione del ritrovo, nominandolo stavolta: – Gran Caffè Napoli2 – una succursale di quello romano. Nel 1940, muore Aniello Spagnuolo (nipote di don Agnello), subentrano nel management i figli Antonio, Ferdinando e Rodolfo, guidati amorevolmente dalla madre N.D. Elisabetta Di Martino. Il bistrot Spagnuolo, è stato storicamente frequentato dall’intellighenzia del tempo, dalla nobiltà napoletana e non solo, in una delle foto che pubblichiamo c’è un ritratto con dedica ad Elisabetta Di Martino da parte del Re Umberto II. Si annoveravano inoltre: il principe di Moliterno; il principe di Sant’Antimo; il senatore Alfredo Acton3; il barone Toscano Mandatoriccio; la contessa Coppola; il marchese Pellicano; l’archeologo Giuseppe Cosenza; l’architetto Eugenio Cosenza; Michele Salvati; Piero Girace. Tra i forestieri si ricordano: Eduardo Scarfoglio; Matilde Serao; Clelia Pellicano, alias Jane Grey; Enrico De Nicola4; Benedetto Croce; Vittoria Aganoor Pompilj.
Negli anni ’80 il Gran Caffè Napoli, o Gran Caffè Spagnuolo, risulta essere di proprietà della società Catello ed Emilio Spagnuolo, figli dei precedenti proprietari, i quali grazie all’architetto Spagnuolo, recuperano l’atmosfera letteraria del secolo precedente, valorizzando lo spazio storico, rendendolo più funzionale.
Dopo una grande ristrutturazione riapre al pubblico, appena prima di Pasqua, il caffè letterario cittadino, ritrovo di artisti, uomini di sapere, e non solo. Un’altra ricchezza, pregna di cultura e storia, non unicamente stabiana, torna alla città.5
Note:
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- Nel 1346 la Regina Giovanna d’Angiò fece costruire una torre detta del Quartuccio. Tale torre era inglobata nel palazzo Spagnuolo, edificio dalla strana forma ottagonale; il proprietario, il canonico don Agnello Spagnuolo, dopo varie trattative (iniziate nel 1868), il 2 marzo 1872, ottenne di poter sistemare la proporzionalità dell’edificio, attraverso l’acquisto di porzioni di suolo. ↩
- Gli esclusivi caratteri di stampa dell’insegna, furono creati appositamente dall’artista Vincenzo D’Angelo (Pozzuoli, 9 marzo 1906 – Castellammare di Stabia, 10 gennaio 1984). ↩
- Alfredo, nipote di Guglielmo Acton, protagonista del fatto d’arme nel 1860 tra Monarca e Tuckery, nel porto di Stabia. ↩
- Enrico De Nicola, (Napoli, 9 novembre 1877- Torre del Greco, 1 ottobre 1959), primo Presidente della Repubblica Italiana. ↩
- Si ringraziano, il compianto prof. Pippo D’Angelo colonna portante di Libero Ricercatore, per la collaborazione alle ricerche; Rosalba Spagnuolo, per la concessione delle foto d’epoca. ↩