di Giuseppe Di Massa
Il carro processionale per la Madonna Immacolata di Castellammare di Stabia, in un disegno del 1855, inviato al re Borbone Ferdinando II. Il carro, un cocchio tipo romano, era trainato dai simboli dei 4 evangelisti (un uomo alato, un leone, un toro e un’aquila). Lo stesso apparato è su un cocchio simile tuttora utilizzato per la Madonna del Carmine di Gragnano. Questi carri per le processioni erano molto utilizzati, in tutta Italia, basti pensare al Carroccio di Legnano con l’altare prima della battaglia con Federico barbarossa, o a quello di Sant’Agata a Catania, spesso anche in materiali preziosi. L’apparato iconografico di questi di Gragnano e Castellammare è molto importante per il simbolismo religioso, traendo spunto sia dal Vecchio Testamento che dal Nuovo, ovvero dai Vangeli. Il cocchio rimanda a quello del Carro di Dio della visione del profeta Ezechiele, in cui racconta di essere stato rapito per alcuni giorni su un carro volante dove era stato trasportato da alcuni individui che si spostavano nell’aria con calzari che emettevano fiamme, così come anche il carro. Ovviamente i fautori delle visite aliene ne hanno ricavato una perfetta descrizione di un’astronave. Il riferimento invece ai 4 evangelisti e ai loro simboli è ricavato dal Vangelo nelle sue 4 opere, come testimonianza della verità e della fede, unica fonte del Cristianesimo. Il simbolismo religioso è spesso misterioso e sfuggente e quindi è ancora più importante capire le sue origini e il messaggio che si voleva tramettere. Da notare i vari oggetti che trasportano gli angioletti e il loro significato.
Note: Ringrazio la famiglia Scola di Gragnano per avermi concesso la riproduzione e il maestro fotografo Salvatore Donnarumma, in arte Saldon, per averlo ripulito dalle ingiurie del tempo.