Castellammare di Stabia: cenni storici
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )Di antichissima origine (sannitica, etrusca,greca, romana) Castellammare è oggi una città moderna e attiva. Grazie al mite clima, alla riparata posizione del porto e, innanzitutto, all’abbondanza e alla qualità delle sue acque sorgive, fu sempre intensamente abitata e frequentata da patrizi e potenti, che vi costruirono residenze fastose.
Stabiae fu conquistata da Roma nel 340 a.C. Il poeta latino Silio Italico ricorda la partecipazione di giovani stabiesi alla II guerra punica su una nave della flotta di Marcello. Distrutta da Lucio Cornelio Silla nell’89 a.C., alla fine della guerra sociale,
Stabiae risorse non più come città fortificata, racchiusa e difesa da mura, ma in un aggregato di ville. Nel 62 d.C. fu devastata dal terremoto; poi, nel 79 d.C. si ebbe la seconda distruzione ad opera del Vesuvio.
Durante il Medio Evo, dopo aver subito le invasioni barbariche, fu sotto il dominio degli Angioini (dalla seconda metà del XIII secolo) e degli Aragonesi, i quali la cinsero di mura (dalla Porta del Quartuccio o di S. Catello alla Porta Fontana Grande), ingrandirono il porto e le concessero amplissimi privilegi.
Essi, come dice lo storico Capaccio, spinsero molte famiglie nobili dei paesi vicini a prendere domicilio nella nostra città. Il nome di Castello a Mare si ritrova per la prima volta in un documento del 1086.
Nel 1541 l’imperatore Carlo V, che vi entrò il 20 novembre 1535 accolto festosamente dal popolo, diede la città in feudo ad Ottavio Farnese quale dote della figlia naturale Margherita d’Austria. La sede del governatore di Casa Farnese fu l’omonimo palazzo ora sede del Comune.
Nel 1542 il famoso pirata algerino Dragut saccheggiò la città e rapì ottanta persone che poi, tranne una fanciulla trattenuta dal comandante per la sua rara bellezza, furono riscattate dagli stabiesi.
Dal 13 al 26 novembre 1654 fu occupata e saccheggiata da Arrigo di Lorena, Duca di Guisa, lontano discendente degli Angioini, il quale dopo brevissimo tempo, fu costretto a fuggire dalla città e a ritornare in Francia.
Dal 1707, Castellammare diventò possesso del re Carlo d’Austria. Passò, infine, nel 1734, sotto il governo di Carlo di Borbone. Questi era figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, per cui, quale erede dei Farnese, venne in possesso della città, abbellì il palazzo reale di Quisisana ed iniziò gli scavi di Pompei, Ercolano e Stabia. Suo figlio, Ferdinando IV, fece costruire i celeberrimi Cantieri Navali. La dinastia borbonica governò il Regno delle Due Sicilie dal 1735 al 1860, certamente il miglior periodo della storia della città.
Durante il regno di Gioacchino Murat, furono eretti a Castellammare alcuni alberi della libertà, sotto i quali veniva amministrata giustizia. Al termine del regime francese, il Clero – ritenendo profani tali luoghi – sostituì a detti alberi, in piazza Orologio, ai piedi di Vico Crocifisso (che dà su via Brin) e al Largo Caporivo, tre caratteristici crocifissi.
Nel maggio del 1844 fu inaugurata la strada ferrata Napoli – Portici – Torre Annunziata – Castellammare, che contribuì all’insediamento di complessi industriali.
Negli anni dal 1930 al 1935 furono distrutti i ruderi di una poderosa torre, costruita nel 1635, che sorgeva in località Portocarello, sulla riva del mare, poco prima di Pozzano (tale torre, si precisa, che non ha nulla a che vedere né con il Castello Medioevale, né con la torre di guardia i cui avanzi dovrebbero essere ancora visibili nel parco delle Antiche Terme stabiane).
Con ciò scomparve irrimediabilmente uno degli aspetti romantici più caratteristici del paesaggio stabiese.