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l'acquajuolo

Ll’acquaiuolo

Ll’acquaiuolo

di Vincenzo Izzo

l'acquajuolo

l’acquajuolo

Io pe mestiere faccio ll’acquaiuolo, e vengo ll’acqua fresca ‘e sta città, città ca ‘e ll’acqua è ‘a rigina! È ‘nu mestiere antico ca ce simmo tramannate ‘a pate a figlie, è ‘nu mestiere nobbele e cu tanta umanità. Se n’è sanata gente cu st’acqua miracolosa! ‘A gente vene addu me cu fiducia, manco fosse ‘nu duttore, basta ca me dice chello ca tene, po’ saccio io comme l’aggio aiutà’. ‘O merito, certamente, va dato tutto all’acqua, alla natura, a Ddio, ca ha criato tutta sta ricchezza ‘e sta città, però ‘nu poco datelo pure a me ca dint’‘a stu mestiere ‘nce so’ nato e ‘o faccio cu competenza e professionalità! So’ quase cinquant’anni ca faccio ll’acquaiuolo, me pare ajere, ‘e vvote penzo a quanno accumminciaje, a quanno ‘nzieme a patemo scennevo a faticà’. Ricordo ca ‘a sveglia era ‘e cinche, e comme era pesante… mia mamma me scetave cu ‘na tazza ‘e latte cavero e ‘nu tuozzo ‘e pane tuosto ca pe se spognere, ‘e latte ‘nce n’avesseno vuluto litre e litre! ‘A carretta ‘nce aspettava cu quatto o cinche damiggiane vacante; jevemo ‘e terme a piglià’ ll’acqua, e doppo, p’‘o vennere scennevemo dint’‘e vasce, e comme pesava ‘a carretta pe me ca ero ‘nu guagliunciello! Purtroppo s’aveva fa’; a casa mia ‘nce steva poco e niente ‘e figlie erano assai e po’ ‘nce steva pure ‘a guerra. Continua a leggere

Villa Comunale ai tempi del lockdown (foto Enzo Cesarano)

L’alieno, la cinquantena, lockdown e Feltri

L’alieno, la cinquantena, lockdown e Feltri

considerazioni sull’anglismo dilagante e sul pericoloso chiacchiericcio dominante al tempo del corona virus.

del dott. Raffaele Scala

Buongiorno Maurizio, ispirato da Feltri ho buttato giù questo, per me, breve articolo. Naturalmente sempre legato alla nostra quarantena, non ho potuto fare a meno di alcune considerazioni sull’anglismo dilagante e sul pericoloso chiacchiericcio dominante al tempo del corona virus. Il tutto aspettando di completare una ricerca su un duello con la pistola verificatosi tra due giornalisti nel primo Novecento, uno dei quali era un famoso stabiese. Molto più famoso e importante sarebbe diventato il suo antagonista. Ma di questo ne parleremo con calma.

Ringraziandoti sempre. Raffaele Scala.


L’alieno, la cinquantena, lockdown e Feltri

Con il 25 aprile abbiamo raggiunto, e ormai superato, i quaranta giorni di clausura forzata, dando senso, corpo e tante maledizioni alla quarantena. E pensare che questo termine ha acceso tante inutile discussioni sull’appropriato utilizzo di un lemma al tempo in cui ci eravamo illusi di un sacrificio limitato a 14 giorni. Ha senso, si diceva, parlare di quarantena, considerando il tempo limitato dell’isolamento imposto agli italiani? Inventiamone uno adeguato, si scriveva e si parlava nel battibecco quotidiano televisivo, utile solo a riempire di inutili chiacchiere  e più spesso controproducenti, fingendo di aiutare a trascorrere il tempo e a vincere la noia dello stare in casa.

Villa Comunale ai tempi del lockdown (foto Enzo Cesarano)

Villa Comunale ai tempi del lockdown (foto Enzo Cesarano)

E invece non soltanto la quarantena è stata consumata per intera, nel suo significato più ampio, ma l’abbiamo pure superata, per la gioia dei cento ciarlatani intrattenitori e di altrettanti  presunti  linguisti da salotti televisivi, intenzionati a tenerci inchiodati davanti all’antico, colorato, sempre più insulso focolare familiare sull’utilità o meno di utilizzare una definizione, un termine più adeguato. Qualcuno parlava di quindicena. E ora invece dovranno inventarsene un altro adeguato alla nuova situazione. Che so, chiedendo scusa all’Accademia della Crusca, l’invento al momento, la cinquantena, se non addirittura la sessantena. Continua a leggere

Il prof. Alfonso Santarpia

Questionario sulla rappresentazione della pandemia

Questionario sulla rappresentazione della pandemia

del prof. Alfonso Santarpia

Il prof. Alfonso Santarpia

Il prof. Alfonso Santarpia

Lo stabiese Alfonso Santarpia, professore universitario e ricercatore al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Sherbrooke, città del Canada localizzata nell’estremo sud della provincia del Québec, in questi giorni sta conducendo una importante ricerca sulla rappresentazione della pandemia.

L’obiettivo di questo studio, spiega il Prof. Santarpia, è di raccogliere testimonianze dirette su come si stia vivendo questa particolare emergenza, al fine di delineare e identificare le idee, le rappresentazioni e le credenze delle comunità.

La ricerca è stata approvata dal Comitato etico dell’Università di Sherbrooke 2020-2576.

E’ possibile partecipare al Progetto, in forma assolutamente anonima, rispondendo a poche, ma semplici domande contenute in un questionario online, destinato a persone dai 14 anni in su, che vivono in Italia, Francia e Quebec.

Per avere dati attendibili, è indispensabile raccogliere un campione di massa elevato… quanto più elevato sarà il numero di questionari raccolti, tanto più accurato risulterà questo interessante studio. Il contributo dei lettori di LR è sicuramente prezioso e ben accetto.

Per partecipare, bastano solo 5 minuti… Il prof. Santarpia, ringrazia anticipatamente, stabiesi e non, che presteranno fattiva collaborazione.


Clicca qui per andare sulla pagina dei diritti e per accedere al Questionario

Tramonto stabiese (Raffaele Scala)

Tra allucinazioni e felliniani amarcord

Tra allucinazioni e felliniani amarcord

diario e riflessioni tra serio e faceto di un cittadino spaventato al tempo del covid-19

del dott. Raffaele Scala

Maurizio buongiorno, ancora una volta ti disturbo per affidarti questa mia quarta riflessione ad un mese circa dall’inizio della quarantena, sperando, come sempre, che trovi il consenso di chi mi legge. Non so come gli altri stiano vivendo queste tristi settimane, io racconto, tra serio e faceto, le mie. Quando tutto questo finirà, perché prima o poi dovrà pur finire, ed i segnali ci sono tutti, bisogna solo tenere duro ancora per qualche tempo, sarà, forse, divertente rileggere questa sorta di diario di uno stabiese anta. Come sempre con immutata simpatia. Raffaele Scala.


Ora che ci siamo lasciati alle spalle pure questa triste, sconsolata Pasqua e la sua nebbiosa pasquetta, ormai giunti al trentesimo giorno di clausura forzata, e con l’amara prospettiva di almeno altri ventuno, rinchiusi come animali in gabbia fino al 3 maggio, per colpa di questo maledetto corona-virus, che da troppo tempo gironzola per le strade del mondo provocando contagi e morti a non finire, comincio ad avere le allucinazioni.

Ginkgo di Stabia (Raffaele Scala)

Ginkgo di Stabia (Raffaele Scala)

Si, proprio io che non ho mai sognato, neanche per sbaglio, comincio ora a vedere film mentali ad occhi aperti. Tra quelli frequenti mi rivedo uscire di casa accompagnato dal mio fedele Ciccio, adorabile, viziato mezzo volpino, cane meticcio che ci teneva compagnia fin dalla sua nascita, percorrere a piedi quei millecento metri che mi separano da Piazza Borrelli, dove aveva sede l’edicola del paese. Era bello passeggiare con lui lungo i marciapiedi di via Canneto, proseguire per l’antica via Petraro, fermandomi ogni tanto a salutare qualcuno, magari scambiare quattro chiacchiere, fingendo di non sentire l’abbaiare di Ciccio insofferente alle non preventivate fermate, per poi proseguire il felice cammino. Era il nostro appuntamento questo, mio e di Ciccio, riservato al sabato e alla domenica, quando ero libero dal lavoro, quello che mi portava da anni a Napoli, dal lunedì al venerdì, verso il Centro Direzionale, dove aveva sede l’ufficio in cui ero impiegato. Continua a leggere

Castello Angioino (Costruzione del 1268)

Le Stampe di Ciro Denza

(Collezione dott. Catello Celotto)

Da Quisisana a Pozzano

Da Quisisana a Pozzano

In questa rubrica ospitiamo una galleria di stampe di Ciro Denza ritraenti l’allora città di Castellammare di Stabia. Le immagini di questa bellissima esposizione, sono state gentilmente concesse dal dott. Catello Celotto.

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