Archivi categoria: Cultura

Portosalvo: Il Canto della Delizia

Domenica 27 maggio 2018, nella chiesa di Porto Salvo, al solo scopo di far conoscere sempre meglio il cosiddetto Santuario dei Marinai, si è svolto un concerto di musica classica, organizzato dalle Suore Francescane Alcantarine e dall’Associazione Funiculart (Libero Schettino; Maria Cristina Napolitano; Lorenzo Vollaro)

Un quartetto d’archi di grande qualità, ed una soprano dagli eccezionali colori vocali, hanno proposto brani di J. S. Bach; Antonín Dvořák; Riz Ortolani; Johann Pachelbel; Giuseppe Verdi; W. A. Mozart; Giulio Caccini.

 

Struggente l’interpretazione di Rossella Vingiani (soprano) dell’Ave Maria di Caccini.

I professori d’orchestra intervenuti erano: Manuel Attia – violoncello; Francesco Spagnuolo – viola; Erica Malafronte – violino; Marco Manduca – primo violino.

Un ringraziamento speciale va rivolto a Tommaso Porzio, che dietro le quinte ha fatto un lavoro eccezionale. La grande affluenza di pubblico e lo smisurato gradimento hanno allietato i cuori delle Suore Alcantarine (suor Gabriella; suor Michela; suor Valeria e suor Lucia)

Antonio Serrapica (le pitture)

Serrapica tra kitsch e naif
(su Repubblica.it così scriveva Antonella Marino, in un articolo del 25 gennaio 2003)

“Debordante, giocosamente kitsch, in apparenza naif: così si presenta a prima vista la pittura di Antonio Serrapica. L’artista vive a Castellammare di Stabia, dove è nato nel 1960… Passando dal micro al macro, Serrapica affastella lo spazio di immagini, oppure le isola o le moltiplica, con un misto di stilizzazione infantile, sospensione favolistica e onirica, grottesca ironia. Il suo paradossale universo leggero, alter ego e rifugio ai disagi del reale, sembra prendere in contropiede l’opulenza mediatica, opponendole un’ altra forma di sovrabbondanza, non patinata, un po’ goffa e per questo forse più vera. Dall’altra parte l’ esibizione di una cifra dilettantesca, eclettica e contaminata, gioca a spiazzare le nostre coordinate critiche, a disorientare la ricerca di significati. E ci propone una provocatoria ricodificazione del proprio immaginario, un diverso, libero e personale alfabeto visivo, che prende anche in giro, sfruttandole, le aspettative del sistema dell’arte…”.

La galleria contempla alcune delle sue opere: Continua a leggere

Fu Enrico Alvino, e non Vanvitelli

Fu Enrico Alvino, e non Vanvitelli

a cura di Corrado Di Martino

Podisti e il Palazzo Benucci – (foto C. Di Martino)

 

E già, fu l’architetto Alvino e non il Vanvitelli, benché ad essere pignoli qualcosa di Vanvitelli la troviamo nell’ambito comunale1 a costruire il palazzo storico di corso Vittorio Emanuele II (riportato nella foto). Ma partiamo con ordine, e da lontano; la demolizione della cinta muraria che circondava la città antica di Castellammare, e l’incremento demografico (dovuto anche alle floride condizioni economiche della cittadinanza), evidenziarono il bisogno impellente di uno sviluppo urbanistico. Al tempo, si programmava con attenzione, quindi, per dare un composto sviluppo alla città, si pensò di affidare all’architetto stabiese Ottavio d’Avitaya, il compito di concepire un’espansione euritmica della città. L’architetto d’Avitaja propose agli amministratori, di concedere a privati i terreni posti fuori dal Quartuccio, con l’obbligo di versare i giusti canoni e, soprattutto, provvedere al miglioramento dei fondi stessi (Enfiteusi). Sorsero così la Strada Spiaggia nel 1842; e la Strada del Lido nel 1847 ( queste due strade, successivamente con delibera del 6 novembre del 1863, divennero: Corso Vittorio Emanuele e Corso Garibaldi).

Corso Vittorio Emanuele II – (prop. E. Cesarano)

Il piano urbanistico iniziò ad arricchirsi di eleganti fabbricati, fra cui quello progettato dall’architetto di scuola napoletana, Enrico Alvino (Milano 29-03-1809, 07-06-1876) 2

Busto di Enrico Alvino, in via Chiaia a Napoli

erroneamente attribuito da una leggenda metropolitana al Vanvitelli: il “ Palazzo Benucci “. Don Domenico Benucci (enfiteuta), Titolare per il Regno delle due Sicilie del Monopolio dei Tabacchi; commissionò ad Alvino, già famoso e fra i migliori architetti italiani dell’800, la costruzione fra le due vie che oggi prendono il nome di Alvino e (vico) Bonucci [doveva essere Benucci], di un palazzo signorile, che prese così il suo nome. L’edificio, dopo fu sede del Grand Hotel Royal; successivamente e fino alla fine degli anni ’60, fu sede della centrale telefonica urbana della Società per l’Esercizio Telefonico SET (divenuta in seguito: SIP, TELECOM, TELECOM Italia, TIM), a quel tempo al piano terra vi era (come tutt’oggi) l’Auto Scuola Castellano; fu sede della Democrazia Cristiana; al suo interno vi era una scuola privata per l’infanzia etc… Ora, come, dove e quando sia nata la leggenda che il fabbricato di Corso Vittorio Emanuele sia stato progettato e costruito dal Vanvitelli, e non dall’architetto Alvino, non si sa, resta comunque il perpetrar l’errore, ad esempio: il ritrovo, caffè e lounge bar, annesso a questo fabbricato, si chiama Piazza Vanvitelli, pur ironia della sorte, essendo in via Alvino 6.

 

Note

  1.  Luigi Vanvitelli (ovvero Lodewick Van Wittel) nacque a Napoli il 12 maggio del 1700, fu architetto famoso e geniale, ben inserito alla corte di Carlo III, era in rapporto di grande amicizia con Giuseppe Bonito. Vanvitelli, era solito frequentare Castellammare di Stabia, per curarsi con le acque termali e medicamentose, per assaporare i latticini dei monti Lattari ed il pesce cucinato in maniera magistrale dai monaci del Santuario di Marisa SS. di Pozzano. Ogni qualvolta aveva da trascorrere giorni a Castellammare era ospite del convento di Pozzano. Ecco che nel 1754, a due anni dall’inizio della costruzione della Reggia di Caserta, progettò un vero e proprio capolavoro, la Sacrestia dei PP. di San Francesco di Paola di esempio di armonico equilibrio nella figurazione e nei ricchi adornamenti.
  2. Enrico Alvino, professore ordinario dell’Istituto di Belle Arti, poi professore di Architettura Civile, fu uno dei più illustri urbanisti dell’800, ad egli si devono oltre che il palazzo Benucci a Castellammare di Stabia, il tracciato dell’attuale corso Vittorio Emanuele in Napoli; il prospetto di S. Maria di Piedigrotta; il palazzo Nunziante a Napoli e la cappella bizantineggiante annessa a detto edificio. Ristrutturazione dell’ex convento di S. Giovanni delle Monache in sede dell’Accademia di belle arti; la colonna onoraria di piazza dei Martiri; il nucleo centrale della Stazione di Napoli, poi realizzato da Nicola Breglia. Oltre ad esse figurano fra le sue opere il duomo di Cerignola, che ricorda la fiorentina Santa Maria del Fiore. Progettò la facciata del duomo di Napoli; ,si occupò del rifacimento della facciata del duomo di Amalfi. È ritratto in un busto, opera di G. B. Amendola (1882), sulla Riviera di Chiaia a Napoli.

Ricorde d”o paese mio

Ricorde d’ o Paese mio

di Guglielmo Tommasino e Francesco Palmieri
da “Suonn’ ’e stu coreˮ

Cassarmonica – Cartolina d’epoca di Enzo Cesarano

I
Mare bello c’ abbraccia ʻo Paese
lungo ʻa curva cu ʻo vverde d’ ʻe monte,
Quisisana, ʻo Castiello, Puzzano,
“Siteˮ ʻe suonne ca fanno ʻncantà…
N’ aria pura, balsamica e ddoce
da millenne “miracoloˮ fa…

Rovigliano, ʻo Vesuvio,
ʻo Museo, Varano,
ʻa villa chiena d’ albere,
cu ʻa meglia Cassarmonica.
Tutt’ ʻe Cchiese, ʻe Cunvente…
Faito! ch’ è ʻncantesimo
cu ʻo Tempio ʻe San Michele,
nun se ponno scurdà!…

II

Scoglio di Rovigliano – una rara stampa di Gaetano Fontana

E quant’ acqua ca sorge e va a mmare …
tutte ʻnzieme è nu sciummo ʻe salute!
D’ ʻo Sularo, vicino Scanzano,
stanno è Terme ca fanno sanà…
ʻNce ristora stu clima d’ ammore
e che voglia ʻe vulé ricurdà…

Rovigliano, ʻo Vesuvio,
ʻo Museo, Varano,
ʻa villa chiena d’ albere,
cu ʻa meglia Cassarmonica.
Tutt’ ʻe Cchiese, ʻe Cunvente…
Faito! ch’ è ʻncantesimo
cu ʻo Tempio ʻe San Michele,
nun se ponno scurdà!…