Don Salvatore d”e caramelle
il ricordo di Bonuccio Gatti
( articolo pubblicato su LR il 24/06/2009 )
Pochi giorni fa è mancato il signor Salvatore D’Aniello, meglio conosciuto come don Salvatore d’‘e caramelle. Chi, come me ha frequentato la Scuola Elementare “Basilio Cecchi” si ricorderà sicuramente di don Salvatore e del suo chiosco dove intere generazioni di scolari hanno comprato: caramelle, “ciù ciù”, “martellucci”, bacchette e radici di liquirizia, tavolette di cioccolato della Ferrero con l’incarto con su stampata un’avventura de: L’ultimo dei Moicani, Il giro del mondo in 80 giorni, Marco Polo ecc. ecc., per non parlare poi delle “melette” caramellate sullo stecco di legno tipo ghiacciolo, soldatini e giochini vari, le figurine dei calciatori che, prima dell’avvento della Panini, erano vendute a strisce da ritagliare o a mazzetti avvolti in carta velina ed ancora quaderni, penne e tutto ciò che serviva per la scuola. Io ho iniziato a frequentare le elementari nel 1959 e don Salvatore già era lì, non con il chiosco degli ultimi tempi, ma con un carrettino di colore verde dove teneva in bella mostra la sua mercanzia, e ricordo di aver comprato da lui il mio primo corredo scolastico: la cartella di cartone duro con la maniglia di latta, un quaderno a righi ed uno a quadretti con la copertina nera e i bordi rossi, una penna Bic non ancora con il corpo trasparente come le attuali, ma di colore grigio, una matita, una gomma, un temperamatite e una scatola di pastelli Giotto da sei formato mignon. Nel piazzale opposto c’era un altro signore, un certo Giuliano, con un altro carrettino, se ricordo bene di colore grigio, che vendeva gli stessi articoli di don Salvatore, ma rimase lì solo per poco tempo. Don Salvatore con la sua bancarella veniva letteralmente preso d’assalto sia all’ingresso e sia all’uscita da scuola e bastavano poche lire (la maggior parte delle caramelle costavano una lira ciascuna, una tavoletta di cioccolato costava 10 lire, un “laccio” di liquirizia 5 lire) e tornavi a casa felice e soddisfatto, anche e penso soprattutto, perché una volta ci si accontentava di poco…