E’ solo una questione di munnezza?
di Giuseppe Zingone
In questi giorni e precisamente il 18 Febbraio anche la popolosa Roma-Capitale è venuta a conoscenza della disastrosa situazione del mancato conferimento della nettezza urbana di Castellammare di Stabia, nelle idonee discariche o inceneritori.
Un problema questo che al di là di quello che si può pensare coinvolge non solo la provincia di Napoli e Caserta, ma anche Roma e tante città italiane, quando arrivai nel 2000 a Ladispoli già si parlava della chiusura della più grande discarica d’Europa quella di Malagrotta. Ci sono riusciti, ma non pienamente solo quattordici anni dopo, se ne cerca una nuova adesso e pur essendo una necessità di tutti la discarica nessuno la vuole (forse pecché fete!).
Proseguendo il discorso, il quotidiano Leggo tra i più letti a Roma e distribuito gratuitamente nelle Metro della Capitale, ha pubblicato un piccolo articolo a pagina quattro con tanto di foto dei cumuli di pattume, ritenendo notizia d’attualità, l’ordinanza del Sindaco di Castellammare che obbliga i cittadini a tenere (o più propriamente a convivere direi) con i propri rifiuti in casa per una intera settimana.
Vorrei sottolineare che si parla, seppur brevemente, del fallimento e della messa in liquidazione della società “Multiservizi”, che aveva in gestione la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, nella nostra cara Città.
Ricordo ancora lo striscione ostentato fuori dal Palazzo Comunale nel quale cifre alla mano si diceva che grazie al fattivo impegno dei cittadini (ultimi colpevoli in questa infausta vicenda) si erano raggiunte cifre strabilianti di raccolta differenziata ed inoltre si era realizzato un congruo risparmio per le casse del Comune (tanto ch’io mi dissi: “Caro Giuseppe vuoi vedere che ai cittadini stabiesi finalmente non verrà più chiesto di pagare la “munnezza” come se fosse oro?”. Chissà con quale moderno calcolatore erano stati fatti questi conti..
La mia perplessità a dire il vero, avanzata a diversi amici già nell’estate 2013, non era relativa alla differenziata problema dal quale non è immune neanche la Capitale, ma il mio sgomento era tale davanti alla definizione “porta a porta” che mal si adattava alle peculiarità della nostra città. Castellammare non è Vico Equense e neanche una amena frazione della stessa. “Portone a portone”, era già più appropriato, senonché la sera percorrendo le vie cittadine e tornando a casa dai miei genitori mi sembrava di camminare in fiumi di “monnezza”, certo davanti ai portoni si elevavano ordinati cumuli di rifiuti che quasi (quasi) mi ricordavano i banchi dei pesci o della frutta, ma quella non era frutta, ma pattume. Castellammare mi è nel cuore perché ci sono nato, ma se non fossi nato a Castellammare o l’avessi visitata da turista avrei messo una bella crocetta sulla Città delle acque annotando: “ Luogo di straordinarie bellezze naturali assolutamente da evitare”.
E questo è ciò che riguarda le notizie di attualità, ma oggi è stato grande il mio stupore nel venire a conoscenza che l’assessore all’ambiente del Comune di Castellammare era stato addirittura chiamato a conferire al Senato, “mio Dio mi sono detto fosse nu paese serio quello in cui vivo?”
Purtroppo l’errore era mio, mi aveva tratto in inganno il titolo ma ancor di più l’immagine sottostante che non rappresentava la “monnezza” cara ai romani ma ancora una volta “a munnezza nostra”. Difficile da credere un errore di stampa qualcuno ha intravisto nel Castello il Colosseo, nella Capitaneria di porto niente di meno che i Palazzi Vaticani, ed ecco che anche la “monnezza romana” diventa “munnezza stabiese”.
Nessuno si indignerà per un errore così banale e figuriamoci se negli indaffarati uffici comunali qualcuno impegnato in faccende molto più serie si sentirà offeso dall’immagine ancora una volta negativa e distorta appioppato a TUTTI NOI, eppure in quella foto ci mettiamo la faccia tutti anche i nostri incolpevoli figli.
Speriamo che almeno nel decreto SALVA-ROMA, semmai vedrà la firma, possa entrarci così di “stramacchio” anche la bella Città delle Acque.
Saluti, Giuseppe Zingone