Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )
Caro Maurizio, rilevandolo dal bel libro ‘O canisto, pubblicato nel 1971 dalle Edizioni Teatro San Ferdinando, ti mando una bella pagina che Eduardo riservò a uno storico locale stabiese: il Ristorante Tolino.
Ecco l’antefatto: Eduardo, durante una delle periodiche visite che faceva agli antiquari napoletani di via Costantinopoli, via Cappella vecchia o presso i “sapunari” rintracciò una ceramica che rappresentava un gruppo di sette pulcinelli. Non essendo certa l’attribuzione dell’autore e della fabbrica dove fu realizzato sorse una discussione fra i suoi amici. Difatti nel sottozoccolo non risultavano nè il nome dell’autore, nè marchi di fabbrica. Ma la perfetta finitura del modellato, l’interpretazione dei vari Pulcinelli e la compiutezza sapiente delle tinte, fondendole nell’armoniosità concreta del blocco, rivelavano un modellatore eccezionale.
Gli amici erano Gaspare Casella, l’editore; Ferdinando Spirito, credo fosse un critico d’arte; Curzio Malaparte, scrittore e giornalista famoso; e Eduardo.
Passato attentamente in rassegna gli aspetti e le caratteristiche della ceramica concordarono che la sua data di nascita si doveva far risalire alla metà dell’ 800, cioè il 1850, in pieno regno di Ferdinando II°. Il disaccordo si manifestò invece sull’interpretazione da dare all’atteggiamento dei sette Pulicinelli.
E qui cito Eduardo: “I Pulicinelli studiano, o fingono di studiare; solo quello che sovrasta gli altri ha fra le dita grassoccie un vistoso “papiello”. Qual’è il significato di questa indubbia e spassosa satira? Una beffa alla cultura? A che mira, a quale critica fustigatrice o corrosiva?
A voler risalire alla storia, disse Malaparte, potremmo avere come riferimento il lunghissimo studio fatto compiere da Re Ferdinando II° sulle leggi di franchigia (1840), prima deliberate e promulgate e poi abolite, tra i fischi e i pernacchi del pur oberato popolo. …Alla fine fummo tutti d’accordo con Malaparte, e cioè si trattava di una satira di carattere politico-sociale”.
In coda a questo breve capitoletto del libro di Eduardo si trova la pagina che riporto qui sotto.
Cosa voleva dire Eduardo? Che i quattro amici si ritrovarono poi seduti a un tavolo da Tolino? Ciò lo farebbe pensare l’invito che dice:
“Pe’ fa quatte cicerennammuolle
a Gaspere nuosto, pe bbia ca s’è
spugnato, e m’ha rialato ‘o
Pulecenella, la signorina vosta è
mmitato p’ ‘o vinto ‘e maggio, a
‘e ddoie e mmeza, a magnà e
bevere. E sapite addò avit’ ‘a venì?
Addù Tulino a Castiellammare. Si
‘nun sapite addò stà, ‘nfurmateve!”
Note: il ritratto gentilmente concesso dal prof. Pasquale Iozzino di Gragnano, con didascalia manoscritta, erroneamente attribuisce la commedia ” ‘O tuono ‘e Marzo ” a Eduardo, opera invece scritta dal fratellastro Vincenzo Scarpetta nel 1912.
Ho la fortuna di possedere il libro di cui si parla ” ‘o canisto” che ha la sovracopertina colorata e riporta in fondo la pubblicità della Banca Fabbrocini e l’ elen o delle sue agenzie