Il “filone sportivo”
di Frank Avallone
Ho frequentato la Seconda Media nel 1952, con la Prof.ssa Schettino, insegnante manesca, la cui severità era per noi motivo di orgoglio, perché assolutamente insuperabile; chi pensa di aver avuto un insegnante severo, di certo non ha idea di cosa riusciva a fare la Schettino! Ci puniva sempre alla grande.
Ricordo che qualche volta portava in classe il suo unico figlio “Luigino” (che poteva avere sette o al massimo otto anni di età), in tali occasioni lo faceva sedere con noi. Povero guaglione, quanti pizzichi e “scuzzettoni” ha preso, ogni volta che la madre ci voltava le spalle, erano mazzate accompagnate dalle intimazioni di stare zitto… e che lui per paura di prendersi ulteriori botte puntualmente rimaneva in silenzio.
Ora Luigino dovrebbe avere 63 – 64 anni, chissà se leggerà questo mio scritto, eventualmente lo facesse, gli vorrei dire: “Caro mio Luigino, scusaci, ma in qualche modo ci dovevamo pure vendicare di tua madre”.
Ma a onor del vero bisogna dire che la Schettino era una professoressa eccezionale, con l’unico difetto di essere manesca. Grazie signora Schettino, grazie di cuore per quello che ci hai insegnato (con le buone o le cattive).
Altro personaggio imponente di quegli anni era il Preside Libero D’Orsi, ricordo ancora le grosse scarpe che lui calzava, sempre impolverate, perché come noto, era dedito agli scavi delle antiche ville di Stabiae.
Ricordo bene quelle sue scarpe perché avevo sempre paura che prima o poi mi avrebbe dato un calcione forte da mandarmi in orbita. Questa mia paura scaturiva dalla coscienza sporca che avevo, mi spiego: almeno una volta al mese organizzavamo un “filone” a sfondo sportivo.
Ci mettevamo d’accordo con uno o due studenti per ogni classe delle Medie e andavamo a giocare a calcio a Quisisana, nel piazzale sopra la “Fontana del re”. Così in otto o dieci facevamo il famoso filone.
La giustifica non ci preoccupava, perché quella la scrivevamo di nostro pugno. Ma restava il problema di andare dal Preside D’Orsi per ottenere la sua firma di convalida. Problema che comunque risolvemmo quando imparai a falsificare la sua firma (credetemi, riuscivo a farla in modo impeccabile).
Per fortuna il Preside Libero D’Orsi non lo venne mai a sapere, altrimenti sono sicuro che andava a finire veramente male. Uno degli amici che era solito partecipare a queste “avventure calcistiche” era Sandrino Cosenza, che negli anni Sessanta divenne uno dei migliori mediani che la Juve Stabia abbia mai avuto, e ciò mi onora di averlo avuto come compagno della mia infanzia.