Fontana Grande (1820). Silvester Scedrin

Fontana Grande nel 1820

Fontana Grande nel 1820

di Giuseppe Zingone e Maurizio Cuomo

Sin dalla sua nascita, liberoricercatore.it ha fatto del suo meglio per accompagnare i suoi lettori alla riscoperta di Castellammare di Stabia. Ad oltre quindici anni di distanza, grazie al costante lavoro dello staff di redazione, la “mission” del nostro portale,1.non è cambiata.

Il contesto cittadino (specchio di un deprimente scenario nazionale), si rivela sempre più spesso frammentario ed individualistico, ci spinge (per non venir meno ai nostri propositi) anche ora mentre vi scriviamo a: cercare, documentare, fotografare, creare nuovi contenuti, per non smarrire i nostri gloriosi trascorsi. Per sopperire alla men peggio alla mancanza di una seria politica divulgativa, nel nostro piccolo, in tutti questi anni abbiamo cercato di fornire al cittadino stabiese, gli strumenti necessari per riappropriarsi del proprio passato, recuperare la propria identità, realizzare una nuova cultura che affondi le proprie radici nel cuore di Castellammare.

Ancora una volta, dobbiamo ringraziare i nostri lettori che abbracciando spontaneamente la causa di liberoricercatore.it, con gratuito ed assoluto spirito collaborativo, rendono ancor più radicale e perfetta la nostra funzione divulgativa. Nello specifico quest’oggi, vi mostriamo con assoluto piacere, il dipinto segnalatoci dall’arch. Salvatore Gallo, il quale è riuscito a recuperare una rarissima immagine di Castellammare che ha reso fiero tutto lo staff.

Fontana Grande (1820). Silvester Scedrin

Fontana Grande (1820). Silvester Scedrin

L’opera di Silvester Scedrin,2un olio su tela (dimensioni 37×27 cm) conservato nel Museo di Tyumen in Russia, mostra la nostra “Fontana Grande“, così com’era negli anni ’20 dell’Ottocento. La pregevole fattura del dipinto, ritrae una suggestiva scena di vita vissuta, che seppur ferma nelle trame della sua tela, diviene dinamica negli occhi e nell’immaginario di chi la guarda: c’è chi stende le lenzuola al sole, chi è in procinto di riempire e chi ha appena riempito alcuni secchi d’acqua, la paesana con la classica “mummarella” in equilibrio sul capo, insomma una scena incastonata in un antro ai piedi del nostro Castello, che porta cuore e mente ad un commovente scenario presepiale, vissuto nella nostra Castellammare, quasi 200 anni fa.

Lo stesso soggetto, uno squarcio incantato della Castellammare che fu, lo troviamo ritratto in diverse opere già note, ad esempio in due disegni di Teodoro Duclère,3ma questi disegni quasi scompaiono davanti allo splendore del dipinto di Scedrin, un’opera di assoluta magnificenza, che con estrema devozione, restituiamo alla cittadinanza.

Articolo pubblicato il 04 Dicembre 2017


Note:

  1.  Liberoricercatore.it, nonostante si sia avvalso nel tempo di numerose collaborazioni, mantiene sempre e comunque, sani e saldi i propri principi di divulgazione culturale che rifuggono da: esibizionismi personali, colori politici e qualsivoglia altra discriminante che possa ledere la vera Cultura
  2.  Sil’vestr Feodosievič Ščedrin (San Pietroburgo, 13 febbraio 1791 – Sorrento, 8 novembre 1830) è stato un pittore russo, che venne a contatto con la scuola di Posillipo.
  3. Teodoro Duclère, (Napoli 1812- Napoli 1867) pittore italiano appartenente alla scuola di Posillipo, i suo disegni relativi al dipinto in tema, rappresentano Fontana Grande nel cuore antico di Castellammare di Stabia e sono conservati nel Museo Correale di Terranova a Sorrento.

3 pensieri su “Fontana Grande nel 1820

  1. Salvatore Gallo

    Non v’è dubbio che il dipinto in oggetto dimostri anche il modo col quale le varie generazioni di vedutisti dell’800 traevano insegnamento da quelle che le avevan precedute; i disegni a penna e biacca da voi giustamente citati, che si conservano nel museo Correale di Sorrento, costituiscono, è opinione di chi scrive, uno studio che il giovane Duclére compie avendo a modello proprio il quadro di Scedrin. Dei due disegni infatti, uno è una riproduzione fedele del quadro dell’artista russo, come dimostrano non solo l’impostazione prospettica generale della composizione ma benanche la collocazione dei gruppi di figure assolutamente identici nelle due raffigurazioni, l’altro è uno studio di variazione prospettica ove l’artista mantiene fisso il punto di fuga centrale ma sposta verso destra il punto di stazionamento dell’osservatore. In ogni caso, convengo che la freschezza dei colori del dipinto di Scedrin resta impareggiabile nel restituire l’ “atmosfera” di Fontana Grande. Al di là del tema idilliaco che pur suggerisce, quella folla di uomini ed animali raccolta intorno allo specchio della fontana, vegliata dall’alto dal vecchio maniero, mi sembra restituisca l’essenza stessa simbolica della nostra cittadina. Rivolgo pertanto un ringraziamento alla redazione di liberoricercatore per la sua instancabile opera di divulgazione e per l’accoglienza riservata ai suoi affezionati lettori.
    Arch. Salvatore Gallo.

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  2. Maria Teresa Di Paola

    Grazie, con l’immagine di questo quadro mi avete restituito il luogo dove una parte della famiglia di mio padre proveniva. La casa del Gran Mogol, nel Largo Fontana grande, è infatti dove nel 1827 si stabilirono appena sposati Michele Esposito di Cesariello, negoziante originario di Procida , e Maria Gaetana Gallo, cucitrice stabiese e figlia di negoziante. Mi chiedo se l’arch. Gallo aveva un’antenata con questo nome.

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    1. Giuseppe Zingone Autore articolo

      Gentile signora Maria Teresa, l’architetto Gallo alla sua domanda sulla parentela dà esito negativo.
      Grazie per aver condiviso con noi i suoi ricordi. Nel nostro sito potrà trovare un interessante articolo dal titolo La belle fille du Gran Mogol ed una biografia sulla Giuseppina Fabre che sposò il figlio del Gran Mogol, Catello Filose.
      Saluti Giuseppe Zingone

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