Giardino di luci
di Enrico Discolo
Questa mattina nell’osservare il cielo intravedo delle nuvolette rosa che vagano lente sul ponte azzurro. Così definisco l’arco della volta celeste che unisce idealmente la vetta del monte Faito a sud e la punta del triangolo del Vesuvio a nord. La brezza di mare increspa appena il golfo e fa oscillare gli alberi del litorale e della collina di Quisisana.
L’ampio seno di mare riverbera il prodigio dei colori di Castellammare. Il giro del sole ravviva il profilo montuoso di Pozzano e la linea d’orizzonte del Tirreno. La giornata estiva spande intorno fragranze di mare, fiori e lavande.
Nelle borgate delle falde l’atavico lavoro dei contadini segna il ritmo delle ore e la corsa dei giorni.
Questa natura stabiese, così affascinante e suggestiva, mi fa immaginare la terra delle mie radici in un tempo antico e tanto distante dal mio quotidiano.
Desidererei vivere la quiete e la meraviglia, l’ambiente e i luoghi primordiali di una estate così remota. Il fantastico viaggio nel tempo mi farebbe comprendere l’essenza momentanea di quella fase stagionale e i personaggi e le trame di tante storie lontane.
Sono sicuro che il mondo di oggi, così comodo, ma carente di sentimenti e di valori, non sarà mai vagheggiato!
Purtroppo certe volte, ma da poco tempo, la bella stagione delle vacanze se ne va anonima tra le bizze climatiche del tempo e senza lasciare alcuna traccia. Da qualche decennio le stagioni sembrano stravolte nel loro ciclo naturale. Sovente, in primavera, nel mese di aprile, abbiamo visto il Vesuvio col cappuccio bianco di neve e la nostra montagna, il Monte Faito, con la vetta innevata. E’ pur vero che la primavera è la figlia dell’inverno! Ma nel secolo scorso, almeno fino agli anni settanta, ogni stagione era tale e non subiva né anticipi né posticipi delle altre e addirittura non capitava che l’inverno fosse caldo come l’estate. Già l’estate! Appena ieri le temperature sfioravano i quaranta gradi e oggi a pochi giorni dell’avvento autunnale il freddo anomalo ci fa abbandonare le spiagge e costringe a modificare con anticipo il cambio stagionale del nostro abbigliamento.
Mi affascina quindi l’idea fantastica di vivere una di quelle stagioni nella terra arcaica di Stabiae. Mi sentirei altresì appagato se mi ritrovassi tra le ville romane antiche in una splendida mattina di luglio generata nel giardino di luci tra le colline e il mare di Castellammare di Stabia.