Guglielmo Cirillo
a cura di Giuseppe Zingone
Guglielmo Cirillo di Piero Girace
Da quanti anni Guglielmo Cirillo,1 questo pittore che non ha avuto maestri, si aggira per le strade di Castellammare, dipingendo paesaggi, elaborando doviziose nature morte? Le traversie familiari, l’ansia del dipingere, le irrequietudini dei suoi sensi e della sua fantasia, lo hanno consunto: nero, smagrito, trepido come un personaggio del Greco, riappare tra un periodo e l’altro di solitudine negli ambienti cittadini;2ed ha da mostrare sempre qualcosa di inedito, di prezioso, un paesaggio, una natura morta, una figura come quella del padre ammalato, tragica, di una sconsolata tristezza.
Da anni l’ho indicato al pubblico come un temperamento pittorico del tutto personale, che si è creato da sè, in un’ansia bruciante di sogni e di realizzazioni, conseguendo risultati imprevedibili di approfondimento coloristico e di sintesi formali. Ma il pubblico, diceva bene Baudelaire, è un orologio in ritardo.
Pittore di nature morte, sopratutto. Le sue nature morte sono pregne di umori, sono costruite con il colore in un’amalgama di impasti sapienti e profondi: un piatto di cretaglia con delle fette di mellone, o dell’uva, o delle pesche o delle banane, o dei caki, ove si avverte la solidità dell’impianto, la giustezza del tono diventa una specie di personaggio, librato su di uno spazio illimitato di cielo blu o viola, o giallino. Farebbe venire in mente Chardin. La sua frutta è succosa, polposa, di una colorazione che va dai rosa carichi o stinti ai biondi dorati, ai grigi perlacei, ai verdi teneri: nello stesso tempo si distacca dalla realtà veristica e sensualística.
Ma anche certi suoi paesaggi sorprendono e danno conto del non comune talento pittorico di Cirillo; per esempio, La barca sulla banchina di una luminosità lagunare degna del miglior Guidi, o Dalla mia finestra, notevole per sintesi spaziale e colore.
Me lo ritrovo davanti, nero, smagrito, trepido; e, come tanti anni fa, mi dice:
Oh, se avessi uno studio! Invece… non ne parliamo. Dipingo tra i nipoti che strillano, con mio padre a letto, vecchio e ammalato… Non ne parliamo.
E si guarda intorno, inquieto e malinconico.3
Leggi gli altri scritti di Piero Girace
Articolo pubblicato l’11 aprile 2024
- Vedi la nostra Galleria sul pittore. Guglielmo Cirillo, le pitture. ↩
- Guglielmo Cirillo era noto anche come il pittore Vagabondo, così nell’articolo di Roberto Allegra del 2012. ↩
- Piero Girace, Artisti contemporanei, Napoli, Ed. E.D.A.R.T., 1970, pag. 472. ↩