Articoli d’epoca
di Giuseppe Zingone
A mio padre che amò il cantiere navale di Castellammare, come una seconda famiglia
Le mie prime notizie sul Duilio, le ebbi da ragazzo, proprio da mio padre, me ne parlò con orgoglio, come una di quelle notizie che si trasmettono ai figli in maniera perentoria, quasi in eredità. Il suo lavoro (carpentiere in ferro), in quegli antichi cantieri, gli permise di crearsi una famiglia, lui che non poté conoscere neanche la madre.
La legge n. 257 del 1992, riconoscendo la pericolosità dell’amianto, gli permise di andare anticipatamente in pensione ed anche di ottenere un risarcimento, per aver lavorato con questo infido materiale. Un indennizzo che alla luce della sua morte, suona come ridicolo. Ottenne sottoponendosi come cavia, ad ulteriori ispezioni mediche, che gli furono imposte, anche un aggravamento e quella stessa estate quando venne a trovarmi a Ladispoli mi disse: “Vagliò si m’hanno riconosciuto è pecché ‘o tengo ‘ncurpo!“. Non ha avuto mai esitazione anche prima di soffrire e morire atrocemente, verso il suo lavoro: “Si torno a nascere voglio faticà n’ata vota ‘e cantieri!“. Sentimenti controversi e faticosi mi sovvengono mentre cerco di scrivere queste cose; perché quando scrivi le ferite si riaprono, vomitano sangue e dolore, quello che ho vissuto con lui in quei bui giorni estivi; gli occhi divengono lucidi, le lettere si sdoppiano. Ma sono migliaia le vittime che inconsapevolmente, hanno lavorato con l’asbesto o che indirettamente lo hanno respirato, come i familiari. D’estate tornando a Castellammare per le vacanze estive, mi raccontava che l’elenco dei morti era aumentato. Un silenzio assordante regna nella città delle Acque sulle vittime d’amianto, che si contrappone al chiasso che tutti i santi giorni dell’anno, si vive nella nostra città. Tutte le voci chiamate in causa tacciono, vittime e carnefici, anche per via di quelle miserevoli mance elargite ai silenti familiari.
Spose, figli, madri che davanti al dolore sentono aggrovigliarsi le proprie viscere, gente impotente davanti alle ingiustizie del mondo, gridano agli uomini e a Dio, senza ricevere risposta, senza ricevere le pur dovute condoglianze, e vedono i loro uomini ridotti pelle ed ossa in un letto di sicura morte.
La vita chiaramente va avanti e chi resta deve pur sopravvivere. Tutto vero, ma credo che sia necessario anche vivere a testa alta, fare pace con questa insidiosa violenza a cui sono stati sottoposti loro malgrado, tanti nostri cari.. Mio padre mi aveva già detto che voleva essere cremato, deponemmo la sue ceneri, nel cimitero nuovo, a fianco al padre e alla sorella, nel loculo che lui stesso aveva acquistato anni addietro.
E come spesso accade nel nostro paese, non un fiore, non una lapide, solo lacrime a ricordare queste migliaia di morti, di cui una intera nazione ha decretato: Meglio dimenticare!1
Ogni anno per mesotelioma, in Italia sparisce un paese intero nell’indifferenza più totale.
A tutti gli operai dei nostri cantieri di Castellammare e a tutte le vittime d’amianto.
La nave Duilio,2varata a Castellammare di Stabia l’8 maggio 1876, è solamente la prima di una serie di navi che porteranno questo nome. Il suo allestimento terminò il 6 gennaio 1880, fu sicuramente l’opera ingegneristica navale più ardita del suo tempo, (in Italia e nel mondo) non mancarono le discussioni sulla fattibilità dell’opera e sulla stabilità in mare di uno scafo così grande; i dubbi, all’estero erano fomentati dall’ingegnere inglese, Sir Edward James Reed, ma furono tante anche le impressioni positive suscitate nel mondo, fu disarmata nel 1906 e radiata nel 1909.
Possiamo solo lasciare spazio alle suggestioni provocate nella nostra mente dai seguenti articoli, che è possibile aprire e leggere, per comprendere come sia prima, che dopo il varo, di questo “colosso” a Castellammare, iniziò a soffiare in Italia una ventata di profondo orgoglio nazionale ed una incondizionata fiducia nella industrializzazione e nell’opera ingegneristica umana, senza dimenticare mai che i nostri operai, sempre affidarono a Dio ed ai santi, i prodotti della loro fatica quotidiana, apponendo una caterba di immagini sacre, sullo scafo.
Il giornale Fanfulla, a pochi giorni dal varo riporta brevi notizie che fanno comprendere come in Italia cresceva l’ansia e l’aspettativa nei confronti di questo nuovo progetto. Come spesso accadeva in quei tempi, l’inviato del Fanfulla si firmava con uno pseudonimo, Picche.
“Il varo del Duilio è ufficialmente fissato per lunedì 8. Ce lo annunzia il ministro della marina, invitando il direttore del Fanfulla o uno dei suoi collaboratori a volervi assistere. La sua lettera d’invito, deve essere mostrata alla porta del cantiere di Castellammare, servendo per biglietto di entrata e per avere accesso nei palchi riservati“.3
“Mentr’essi discuteranno (Vienna, Pietroburgo e Berlino), esaminando grandi questioni, e rimettendo a posto, sotto l’aspetto politico, i quattro punti cardinali, noi da Castellammare, lanceremo il Duilio, nel suo futuro dominio. Non sarà il nostro Oriente; ma il fatto è che un arnese di guerra di quella mole e di quella potenza ci servirà magnificamente a orientarci se mai ce ne fosse il bisogno“.4
“Napoli. Alcuni giornali annunziano che a Castellammare, appena varato il Duilio, sarà allestito lo scalo per una nuova corazzata che avrà la lunghezza di 135 metri ed una corazza di grosso spessore“.5
“I deputati che si recheranno a Castellammare per il varo del Duilio saranno più di centoventi. Partiranno domani sera con un treno speciale. I principi di Piemonte con il Duca di Genova, partiranno domattina per Napoli, alle 9. 25“.6E ancora: “(In Parlamento) L’appello nominale è finito, l’onorevole Seismit-Doda presta giuramento, e l’onorevole Bertani porta a vedere ai suoi colleghi di sinistra due fotografie del Duilio, che fin dal principio della seduta erano sul banco della presidenza.7
“Questa mattina alle 8.00 i Reali Principi sono partiti per Napoli, ed alle 11.00 S. M. il Re è partito per la stessa Città. Il varamento del Duilio sarà una vera solennità nazionale. I Reali Principi hanno avuto il gentil pensiero d’invitare ad accompagnarli a Napoli, le dame di palazzo e i cavalieri di onore della principessa Margherita”.8
Fanfulla: LA VIGILIA
“Fra i diplomatici che assistevano ieri al varo del Duilio fu notata la presenza degli ambasciatori di Germania e Inghilterra, e del ministro Austro-Ungarico“. Telegrammi STEFANI: “Castellammare di Stabia, 8 – Il varamento del Duilio riuscì mirabilmente. Vi assistevano Sua Maestà il Re, la principessa Margherita, i principi reali, molti membri del corpo diplomatico e una immensa popolazione. Applausi frenetici. La principessa battezzò il bastimento con una bottiglia di Champagne, quindi è incominciata l’operazione del varo”. Castellammare di Stabia, 8 – La Città è imbandierata; la folla immensa. Sua Maestà il Re è arrivato alle ore 11. Fu accolto dalla popolazione con vive acclamazioni, e salutato dalle artiglierie della squadra ancorata dinnanzi alla Città. A Mezzogiorno, il Re, i principi, i generali, il corpo diplomatico e i personaggi di corte occuparono i rispettivi palchi nel cantiere.
La principessa Margherita battezzò il Duilio rompendo una bottiglia di Champagne. Il Duilio si mosse alle ore 12.20. Il varo riuscì perfettamente tra gli applausi di migliaia d’invitati e di tutta la popolazione accorsa sui legni e sulle banchine del porto. Il Re e i principi, lasciando i cantieri, furono di nuovo freneticamente applauditi.
Il ministro della marina consegnò al cavaliere Pullino, direttore della costruzione del Duilio, il brevetto di colonnello del genio navale”.9
“NAPOLI 10. S. M. il Re, in occasione del varo del Duilio, ha nominato a Gran cordone della Corona d’Italia il commendatore Brin, ministro della marina; a Grand’ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro, l’onorevole Saint-Bon; e a Grand’ufficiale della Corona d’Italia, l’ammiraglio Del Carretto”.10
Il varo del Duilio, produsse nella società di quel periodo anche uno strascico culturale, un orgoglio di popolo ricompattato da poco più di un quindicennio.
EDOARDO FENOGLIO. Pel varo del Duilio (canzone). – Napoli, tipografia Francesco Giannini.11
… A proposito di spettacoli napoletani, si sta preparando per sabato sera al San Carlino una nuovissima attualità nazionale – scusate se vi par poco – del signor Giacomo Maurilli, con questo po’ po’ di titolo: Lo varo dello Duilio ossia Pulcinella, il buffo Barilotto, la vecchia caratterista e Sciosciammocca ridicoli viaggiatori della strada ferrata da Napoli a Castellamare…12
NOVITÀ MUSICALI pubblicate dallo Stabilimento L. Franchi e C., Roma, Corso, 387.
Creonti: 16 suonatine elementari su opere moderne, ognuna cent. 50. Fusella: Polka, Marcia dei Veterani 1848-49, L. 1. Branzoli: Duilio, Valtzer, L. 2. Tamburrelli: Fantasia sulla Di norah, L. 1,25. Nello stesso Stabilimento trovasi un grandioso assortimento di musica dei primari edi- tori d’Italia e dell’Estero. La musica si spedisce a volta di corriere franca di spese postali.13
Visitando il Duilio, poesia, di Giuseppe Manni.14
Naturalmente anche la nostra città non rimase indifferente al grande evento. “DUILIO CAIO (III sec. a.C.), via (console romano). L’antica Strada del Molo, detta Strada Nuova sul Porto, viene intitolata a Caio Duilio con Delibera di Consiglio del 22 marzo 1893“. Da via G. Bonito a piazza G. Amendola (strada esterna, vedi via B. Brin).15
L’Illustrazione Italiana
“Uscendo dalla politica quotidiana un vero avvenimento, una festa nazionale, fu il varo del Duilio, felicemente riuscito, a Castellamare di Stabia, lunedì 8, in presenza del Re, della principessa Margherita che battezzò il colosso, di ministri, deputati, ambasciatori e una folla immensa di spettatori, Di questo lieto fatto troverete più innanzi una brillante narrazione del nostro corrispondente, e della nave.stessa ci occorrerà, riparlare, appena l’ILLUSTRAZIONE sia in grado di pubblicare i disegni che le hanno approntato. sul luogo i suoi artisti speciali. Qui diremo solo che l’operazione stessa del varo era un problema di meccanica della più alta importanza, trattandosi di lanciare un colosso di 6700 tonnellate (armato che sia, ne peserà 11800), e ricordandosi da tutti il recente disastro della corazzata Indipendencia, costruita in Inghilterra per conto del governo brasiliano, che rimase in sosta a metà della sua discesa riportando danni gravissimi. Questo primo successo ci lascia sperare egualmente fallaci gli altri pronostici del Reed.16Questo celebre ingegnere navale insisteva da qualche tempo a spargere le più tristi nuove sul Duilio, nel Parlamento e nella stampa Inglese. Questa nave, manca di stabilità, secondo il Reed, e sarà un giorno o l’altro capovolta, Ne erano sorte vive polemiche fra Jui e il nostro ingegnere Mattei; e le preoccupazioni crescevano al punto, che la Camera se ne occupò il 28 aprile. In quella seduta, il presente ed il passato ministro della marina diedero le più tranquillanti spiegazioni ed assicurazioni. Il Saint-Bon avvertì che il celebre ingegnere inglese non è infallibile, poiché s’è capovolto davvero quel Captain,17sulla cui stabilità egli, il Reed, aveva assicurato non esserci nulla a temere. E il Saint-Bon concluse che « il Duilio » è il più potente dei bastimenti e non teme le profezie sinistre di persone certo d’ingegno, ma non bene informate“.18
“Alla brillante relazione del nostro corrispondente, che si è letto più sopra, seguiranno al più presto da numerosi disegni, che aspettiamo dagli egregi artisti Michetti, Montefusco, Piteco, che l’ ILLUSTRAZIONE mandò appositamente sul luogo. Ecco il titolo dei disegni di cui ci è annunziato l’invio.
La strada maestra di Castellammare in festa. — Il Duilio che scende in mare. — La bottiglia del battesimo ed i fiori. — Cerimonia della benedizione. — La stazione di Napoli il giorno del varo. — Arrivo della Principessa. — VEDUTA DEL DUILIO di profilo al momento che scende in mare. — Il porto di Napoli con la squadra reale che ritorna“.19
A questo punto mancavano solamente le immagini, soprattutto per averne una documentazione da consegnare all’archivio di Liberoricercatore.
Articolo terminato il 13 agosto 2024
*I dati sul mesotelioma in Italia sono del 17 ottobre 2024.
- Tra il 2010 e il 2020 ogni anno in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1.545 persone, 1.116 uomini e 429 donne. Dei decessi osservati in media ogni anno, 25, (l’1,7%) avevano un’età uguale o inferiore ai 50 anni.
Sono i dati riportati nel nuovo rapporto Istisan “Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020” dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla mortalità per amianto nel nostro paese. ↩ - Gaius Duilius, nato tra il 260 e il 258 a.C., è stato un politico e generale romano, personaggio di rilievo nella prima guerra punica. ↩
- Fanfulla, anno VII, numero 120, del 3 maggio 1876, pag. 2. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 121, del 4 maggio 1876, pag. 2. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 122, del 5 maggio 1876, pag. 2. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 124, 7 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 124, domenica 7 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 125, lunedì 8 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 127, mercoledì 10 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 129, di venerdì 12 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 134, mercoledì 17 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 141, 24 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Fanfulla, Anno VII, numero 146, martedì 30 maggio 1876, pag. 3. ↩
- Giuseppe Manni, Rime, Firenze successori Le Monnier, 1900, pag. 43-50. ↩
- Giuseppe D’Angelo, Le strade di Castellammare di Stabia, Longobardi editore, 2000, pag. 55. ↩
- Sir Edward James Reed, nacque a Sheerness il 20 settembre 1830, morì a Londra il 30 novembre 1906, ingegnere navale, scrittore, politico magnate. Fu Capo Costruttore per la Royal Navy dal 1863 al 1870. ↩
- L’HMS Captain, progettata da Cowper Phipps Coles, era una nave da guerra della marina britannica, la Royal Navy, varata nel 1869, colò a picco il 6 settembre 1870 durante una burrasca con mare forza 6, causando la morte di 480 uomini dell’equipaggio. ↩
- L’Illustrazione Italiana, Anno III, n. 29, del 14 maggio 1876, pag. 451. ↩
- L’Illustrazione Italiana, ANNO III, numero 29, 14 maggio 1876, pag. 455 e 458. ↩
- L’Illustrazione italiana, Anno III, numero 31, 28 maggio 1876, pag. 483. ↩