Teatro Francesco I foto Corrado di Martino

Storia del fu teatro Francesco I

Storia del fu teatro Francesco I

a cura di Martina Cesarano

Teatro Francesco I (foto Corrado di Martino)

Teatro Francesco I (foto Corrado di Martino)

Il Real Teatro Francesco I è un teatro borbonico, sito nei pressi della chiesa San Giacomo, costruito tra il 1828 e il 1829. Fu commissionato all’architetto D. Ottavio d’Avitaya, su richiesta di Catello Gambardella; quest’ultimo comprò, il 22 settembre del 1828, dalle figlie del barone Giuseppe Cuomo, più di 1.500 m² di terreno, all’inizio della salita San Giacomo, per poter costruire l’edificio.

L’idea di erigere un teatro nacque in un periodo in cui, a Castellammare di Stabia, fiorivano i finanziamenti per le opere pubbliche e private destinate ad abbellire la città, soprattutto per la stagione turistica e anche dal fatto che la famiglia reale era abituata a trascorrere le estati al palazzo reale di Quisisana.

Il 18 ottobre dello stesso anno, Francesco I di Borbone Re delle due Sicilie, concesse l’autorizzazione a Gambardella per procedere con i lavori di costruzione dell’edificio. L’anno successivo, il teatro fu completato e il re autorizzò che fosse intitolato a suo nome. La facciata esterna è divisa in due piani e ricorda molto quella del San Carlo di Napoli, ma senza il porticato; al secondo piano era contornata da sei colonne in stile dorico, a sostegno di un timpano, in mezzo al quale dominava una statua di Minerva che incorona il genio dell’opera.

All’interno il teatro era composto da una platea con la capacità di 176 posti, 36 piazze d’orchestra con 41 palchi, la galleria era divisa in 4 scaloni capaci di 800 posti (venne costruita un’entrata e una platea a parte solo per la famiglia reale).

L’impianto di illuminazione era molto tecnologico per quei tempi: la scena era illuminata con l’aiuto di lampade a gas e ad olio, che facevano brillare il palco anche grazie a degli specchi posizionati in punti strategici, inoltre per creare le scene venivano chiamati i migliori scenografi di Napoli. Per il mantenimento del il teatro, il comune versava un assegno di 100 ducati l’anno. La famiglia reale frequentava spesso il teatro, come testimoniano le seguenti parole rintracciate in uno scritto dello stabiese, Tommaso De Rosa:

”…in una serata di gala del maggio 1835, data al Real Teatro Francesco I, fu annunziato ufficialmente lo stato interessante della regina Maria Cristina di Savoia… Oltre alla Famiglia Reale, assistevano alla rappresentazione tutti i principi di Casa Borbone, Ministri, Generali, ambasciatori, personalità eminenti e nei palchi, in platea, perfino in piccionaia eransi dato convegno quanto di più illustre, nobile, intellettuale c’era in Castellammare, che in preda ad indicibile emozione applaudiva freneticamente, mentre la sala elegantemente aparata splendea di sparmacete”.

Teatro Francesco I

A causa della crisi economica del 1846, il teatro smise di ricevere finanziamenti e vani furono i tentativi del comune di Castellammare, di venderlo. Nel 1848, durante i movimenti rivoluzionari, una sommossa popolare distrusse l’edificio che venne praticamente deturpato e sfregiato dagli stessi addetti teatrali allarmati da probabili licenziamenti dopo la caduta dei Borbone. Del teatro Francesco I, non rimase più nulla, solo i muri e parte della facciata anteriore. Nel 1894 fu acquistato da Gaspare di Martino, della Società Artistica Operaia di Carità Reciproca, che lo trasformò in un’officina scuola. Il 5 febbraio 1922, il sig. Perna Raffaele ne acquistò la proprietà, che una volta ristrutturata, divenne fabbricato residenziale. Oggi, il luogo detto “Teatro vecchio”, è anche conosciuto come villa Perna.

Martina Cesarano


Teatro Francesco I

Teatro Francesco I

Il retro dell'ex Teatro Francesco I (foto Giuseppe Zingone)

Il retro dell’ex Teatro Francesco I (foto Giuseppe Zingone)


Bibliografia:

Giuseppe D’Angelo, “I luoghi della memoria. Ed. II”, Castellammare di Stabia, Longobardi editore, 2000.

Michele Palumbo, “Stabiae e Castellammare di Stabia. Antologia storica.”, Napoli, Aldo Fiory editore, 1972, pp. 197-198.

Tommaso De Rosa, “Castellammare di Stabia (Rievocazioni e rivendicazioni storiche)”, 1937.

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