Il Tranvai a Castellammare di Stabia
13 ottobre 2018 – Corrado Di Martino
La Modernità
L’isolamento storico-orografico della Penisola Sorrentina, ebbe termine, quando Ferdinando II di Borbone stimolò i lavori di costruzione dell’odierna SS 145, sul tracciato di un’aspra mulattiera unica via di collegamento fra la Penisola e Castellammare di Stabia.
Ne conseguì, l’accresciuto interesse degli abitanti della penisola, verso mezzi e strade di comunicazione più veloci.
Fino a quella data, l’unico mezzo di collegamento verso Napoli erano le piccole e medie imbarcazioni. A bordo di una goletta a vele auriche, con un agile brigantino, su una tartana o su una feluca, si poteva raggiungere Napoli, ma condizioni atmosferiche e conseguente tempo di percorrenza non erano ottimali per la modernità1 che si apprestava a sopraggiungere. Quindi per iniziativa dei singoli comuni della costiera, si giunse ad un accordo per la costruzione di linea tranviaria fra il Consorzio formatosi e, l’industriale francese Joseph Haour2. La lenta burocrazia del tempo (sembra non sia cambiato nulla), indusse l’ingegnere francese a sottrarsi dall’impegno preso, concedendo, il 7 aprile del 1903, con atto del notaio Luigi Maddalena, tutti i diritti alla Società per Azioni delle Tranvie Sorrentine3
Si inizia a costruire
Il lavoro di costruzione della tranvia, fu realizzato dalla ditta Roberto Scotto di Tella; enormi furono le difficoltà; oltre che tecniche, molte anche di tipo legale, ma alla fine il 20 gennaio del 1906, si inaugurò la tranvia Castellammare-Sorrento. Dall’odierna Piazza Matteotti, il tram si portava per Corso Vittorio Emanuele, fino al Quartuccio, poi ai Cantieri Navali ed alle Terme, da dove proseguiva verso le Terme dello Scrajo, e Sorrento. A Sorrento da progetto, c’era la previsione di raggiungere le località di Sant’Agata e Massa Lubrense, con un veicolo FIAT.
Vi poniamo un quesito
La signora Marisa Fusco Conte, nostra affezionata lettrice, asserisce che il tram, passasse perfino in via Roma, forse per uno stazionamento in Piazza Spartaco. Da questo si potrebbe ipotizzare, che i ganci nelle foto di cui sopra, potessero servire come supporti o sostegni per la linea elettrica di alimentazione; anche se tecnicamente, così come li vediamo nella foto, non garantiscono sicurezza e stabilità, sopratutto per le eventuali sollecitazioni fisiche sulla linea, verso l’alto… In conclusione vi poniamo un quesito, a cosa potevano servire a suo tempo quei “ganci”?
Qui in basso una ricca galleria di immagini d’epoca:
Note:
- Termine coniato a fine ‘800 proprio da Charles Baudelaire ↩
- Nato il 24 marzo 1861 a Rive. Cavaliere della Legion d’Onore dal 1913 e poi Ufficiale della Legion d’Onore. ↩
- l’Accademia della Crusca ha stabilito che la corretta dizione sia “tranvia” e non “tramvia”, vedasi nota del numero 18 (aprile 1999) della Crusca per voi Giovanni Nencioni, allora presidente dell’Accademia, rispondeva al sig. Fabrizio Pettinelli della Direzione d’Esercizio dell’ATAF Azienda trasporti area fiorentina. ↩
Egregio Direttore pochi minuti fa’ ho commentato il mistero della quantità’ elevata di sampietrini giu’ alle spiaggie di pozzano.Guardando ora la foto del tram inaugurato 1906 si può’ notare benissimo (ci troviamo in foto davanti alla Limpida -e corderia spiaggia)la pavimentazione in cubotti di via acton sostituita con gli anni da asfalto.Venivano da tutti i comuni a scaricare sulle spiaggie. Saluti
Grazie per il commento, quella foto riporta un’area che è situata di fronte uno degli ingressi carrai del Cantiere Navale, la Limpida è circa 500m. più avanti andando verso Sorrento
Grazie per queste perle di storia e cultura riguardanti la nostra amata e bistrattata città.