Jammy – Bonnet
a cura di Giuseppe Zingone
Nei giorni scorsi, (18 settembre) il Signor Fabio Varone, consegnava alla nostra pagina di Liberoricercatore di Facebook, una foto del suo bisnonno; così scriveva: La famiglia Jammy… quella del mio bisnonno francese… Jean Jammy… Ingegnere Diplomato all’Ecole Centrale des Arts et des Manufacture de Paris, promozione 1875. Il gradito dono era stato inserito all’interno dei commenti ad una bella foto di piazza Ferrovia, (ricolorata) della collezione Catello Coppola.
Da qui lo spunto per parlare della Fabbrica di cuoi, Bonnet – Jammy
Grande Fabbrica di cuoi vitelli e pelli di F. Bonnet e M. Jammy, Compagni. (Catello Parisi)
Questa rinomata fabbrica alla entrata della nostra città sta posta e dalla strada Napoli a quella della spiaggia si estende. Recente n’è la ben ideata costruzione che per lo innanzi esercitata era nella casa del signor Calvaria sul vicino ponte Cannitello – vi si osserva dei molini a cavalli che bentosto saranno rimpiazzati da altri a vapore per ottenersi polverizzata la corteccia di quercia adoperata nella fabbricazione dei cuoi – un immenso deposito di detta corteccia – il numero di 36 vasche, capiente ciascuna di circa 250 cuoi, per interrarvi i medesimi ed alla convenevole manifattura prepararli – una ingegnosa macchina per innalzarsi l’acqua da un gran pozzo ed alle diverse parti comunicarla dello stabilimento mercè le rispettive fontane la tintoria delle pelli – i diversi locali per mani- fatturare i cuoi – quello per la manifattura delle pelli le macchine per imbrunirle e lavorarle – il gabinetto di chimica per la composizione dei colori – ed infine il locale per asciugare all’aria i cuoi e le pelli manifatturate ed il loro deposito – L’abitazione v’à pure del proprietario ch’è di molto gusto ed una graziosa villetta nel centro dello stabilimento – Quando ogni cosa vi sarà perfettamente sistemata il posto avrà questo tra i principali stabilimenti del regno come già vel tiene per l’antica sua fama e per la perfezione dei lavori, avendone meritato il direttore proprietario ed il capo della Tintoria signor Bernardo Jammy molte medaglie di onore e d’incoraggiamento del nostro governo – Circa cento lavoratori tutta gente cittadina vi travagliano, ed il numero di circa 7 mila cuoi, 2 mila vitelli e di 30000 pelli vi si lavorano in ciascun anno, onde può meritamente dirsi uno stabilimento di somma considerazione pel nostro regno.1
I prodotti creati da Bonnet-Jammy:2
L’esportazione e la nuova tecnica di lavorazione:
“….. ci limitiamo a recar l esempio dello incremento apportato alla manifattura de cuoi, delle pelli ecc…, che senza trasmodare per caldezza di passione, già gareggiano i primi con somiglianti piu rinomati prodotti delle Fabbriche di Lisbona, Tours e Calcutta, e le seconde bene stanno a fronte delle più famigerate pelli straniere. Per forma che tanto di rinomanza conquistarono massime le produzioni della fabbrica di Castellammare di Jammy Bonnet, da vedersene far grandi e frequenti spedizioni all’estero e specialmente nel Levante. A buon conto, in cotesta manifattura siamo emancipati dallo straniero; e dal traffico passivo siam passati all’attivo. E non altramente si avvera per altri articoli come fosse la colla forte, così detta tedesca le corde armoniche ecc…
Ed in vero, i prodotti della Fabbrica di Maurizio Jammy Bonnet di Castellammare han tanto di rinomanza conquistato che, dove prima sol da qualche luogo d’Italia eran richiesti, ora rilevanti spedizioni se ne fanno all’estero, e specialmente per Costantinopoli.
Jammy Bonnet ha presentato altresì i cuoi per selleria di un merito superiore ma la comune attenzione veniva massimamente richiamata da vari articoli non più per lo innanzi esibiti (taluno de’ quali affatto sconosciuto da noi) come le pelli di pesci per Tomajo, nuovo genere di sua invenzione; i vitelli conci con pelo per gambali di stivali; i cuoi a chamois per centurini; i cuoi per macchine; i cuoi forti alla Insée, conciati con suo special metodo in 30 giorni, tempo surrogato a quello di 12 a 15 mesi, che occorrerebbe. Le pelli poi chagrin, marrocchinate, e di colori svariati impegnavan del pari l’ammirazione di tutti. Ed è, in fine, assai notevole che alla bontà di cotali lavori si accoppia la modicità del prezzo: circostanza questa che largamente depone in prò del signor Jammy Bonnet cui son dovute non poche lodi.
Altri produttori
I manicotti grezzi, i cuoi di buccerie, ed i vitelli di Francesco Stella hanno i loro specifici pregi: essi, per qualità e per prezzo, meritano d’essere commendati.
Antonio Contento di Castellammare non lasciò desiderar di meglio nella manifatturazione di cuoi di vaccina tinti all’uso di Francia e marrocchinali; e delle pelli di montone, di capre, e di agliastri di diversi colori fini e correnti, marrocchinate, zigrinate o lisce.3
Articolo del 20 settembre 2024
- Catello Parisi, Cenno storico descrittivo della Città di Castellammare di Stabia, Firenze 1842, pag. 68. ↩
- Elenco di Saggi, de’ prodotti della industria napolitana, nella solenne mostra del 30 maggio 1842, Napoli 1842, pag. 31 e 32. ↩
- Disamina eseguita dal Reale Istituto d’incoraggiamento de’ Saggi Esposti nella Solenne Mostra Industriale del 30 maggio 1853, Napoli 1855, pag. 205; pag. 224-225; pag. 254. ↩