La Bellezza che non muore
di Giuseppe Zingone
E’ una bellezza straordinaria quella che avvolge le opere di pietà popolare. Oggetti di fattura grossolana e banale, di disarmante semplicità ci osservano dagli angoli delle strade, da luoghi solitari e ci accompagnano nella nostra quotidianità.
La fede popolare è eterna sfugge al tempo e possiede molteplici forme. A volte essa ci sembra deviata, impura, poco canonica, ma sicuramente sopravviverà a tutti noi. Dalle montagne, alle campagne, al mare, nelle città, nei paesi, ovunque le edicole votive, rappresentano in maniera modesta, il passato di un popolo, di una tradizione popolare, un semplice invito a sostare per riprendere fiato, esortandoci a lasciare una preghiera, un pensiero, un sospiro di bellezza.
Le idee passano, come mode del momento, la fede permane e accompagna l’umanità, quando essa, di Lei non dubita.
Nelle modeste pagine di Liberoricercatore la fede si traduce in immagini, un invito ad esplorarla attraverso il nostro portale, ma anche un appello a guardarsi meglio intorno, mentre si cammina ovunque nella città, sulla collina, in montagna.
Alcuni articoli interessanti: Edicole sacre votive; L’edicola votiva di via Cannavale; Monte Pendolo e le sue Croci;
La zona di nostro interesse per questa piccola ricerca sul campo, si rifà a due edicole ancor oggi presenti sul nostro territorio e raffigurate nel tempo da maestri del disegno e della pittura del passato. Le metteremo semplicemente a confronto sperando soprattutto nel secondo caso, di risvegliare (come è sempre capitato del resto) l’interesse di qualche anima pia che se ne occupi magari semplicemente tagliando le erbacce che vi crescono intorno.
Eccoci all’imbocco della chiesa di Santa Croce, dedicata a San Domenico. È Consalvo Carelli che in due piccoli dipinti ci mostra lo stesso luogo, un tempo con una visuale spaziale aperta, oggi rovinato da un muro “E questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude“.(Giacomo Leopardi)
La seconda edicola sempre in collina, quasi al termine della salita Quisisana è nota come edicola Terno Padre, più verosimilmente dell’Eterno Padre o della Ss.ma Trinità, dal piccolo dipinto al suo interno che rappresenta il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Da un disegno di Christoph Heinrich Kniep (1755 – 1825), apprendiamo la sua primitiva bellezza.
Anche se l’ambiente circostante è notevolmente cambiato, come anche l’edicola, l’architettura odierna riconduce alla stampa del disegnatore tedesco Christoph Heinrich Kniep, il quale ci conferma che la devozione primigenia della cappelletta era rivolta alla Ss.ma Vergina Maria con bambino.
Articolo terminato il 16 luglio 2023