La fontana di San Giacomo

Appello ai cittadini e alle Istituzioni locali

( articolo di Maurizio Cuomo )

La fontana di San Giacomo (foto M. Cuomo)

La fontana di San Giacomo (foto M. Cuomo)

Uno dei punti d’acqua più antichi e rinomati della città di Castellammare di Stabia è senza alcun dubbio la fontana di San Giacomo. Situata appena pochi passi più su della omonima chiesa che da secoli è riferimento per gli stabiesi del posto e ha dato origine al toponimo che identifica l’intera zona collinare, la fontana, affaccia su salita Quisisana (un erto stradone in basoli che congiunge la “Caperrina” alla zona delle “Botteghelle”).
Questa fonte, seppur di modesta portata, è divenuta celebre per la sua freschissima e apprezzata acqua sorgiva. A confermare quanto detto e a dovere di cronaca storiografica, riportiamo uno scritto dello storico stabiese Catello Parisi, che nel 1842 nel suo “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia”, così scriveva: “L’acqua di San Giacomo in sotterraneo sito sorge nei dintorni del luogo Madonna della Sanità detto, e per un ampio condotto di antichissima epoca n’è portata la sua poca quantità nella piccola fontana a due bocche prossima alla chiesa di San Giacomo nella strada di Quisisana… Nel luogo ove sorge fu rinvenuta una gran lamina di piombo sulla quale vedevasi dalle pareti della sotterranea volta gocciolare quest’acqua, locchè ne prova la sua antichità. Essa è fra le potabili la migliore – salutevole – ed accreditata”. Purtroppo nei secoli questa fonte, delizia e ristoro dei forestieri e dei locali, si è prosciugata diverse volte, ancor oggi, una lapide posta in bella mostra sul frontespizio della fontana, tiene memoria che nell’anno 1817, il patrizio stabiese Francesco Longobardi, allora sindaco di Castellammare di Stabia, ebbe il merito di essere riuscito a ritrovare l’acqua perduta e di aver fatto scorrere nuovamente la fonte essiccata.

Lapide sulla fontana di san Giacomo

Lapide sulla fontana di san Giacomo

A seguire la traduzione della lapide gentilmente elaborata dal prof. Luigi Casale: “Il patrizio stabiese Francesco Longobardi prefetto della città si preoccupò di ritrovare l’acqua perduta e di far scorrere di nuovo la fontana nell’anno del Signore 1817”. 

Per la severa legge dei corsi e dei ricorsi storici, oggi questa antica fonte, risulta essere nuovamente prosciugata… dalle due comode cannule da sempre al servizio del passante, purtroppo, non fuoriesce la freschissima acqua sorgiva, leggera e dissetante per il passante affaticato, che nel cammino in salita vi trovava valido ristoro. Una grave perdita per gli stabiesi che con questa antica fontana, rischiano di perdere un pezzo di storia e della propria cultura. Alla luce di quanto detto, volgiamo un particolare appello ai cittadini e alle Istituzioni locali, affinché, venga posta la giusta attenzione al caso e si programmi un valido, serio intervento, atto a recuperare e a salvaguardare la storica fontana di San Giacomo.

Maurizio Cuomo

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