La pietra commemorativa dei Bottai

articolo del dott. Tullio Pesola

Lapide Confraternita dei Bottai

Lapide Confraternita dei Bottai

Ai piedi dell’Altare Maggiore della Parrocchia dello Spirito Santo, il tempio da molti conosciuto come “chiesa di San Ciro”, a suggello dell’ipogeo che custodiva le spoglie dei Bottai, confratelli dell’Arciconfraternita omonima, era situata un tempo una lapide storica. Essa costituiva la chiusura dell’accesso alle strutture sotterranee, frequentemente allagate a causa di infiltrazioni dovute al passaggio nelle immediate adiacenze del consistente flusso di acqua Ferrata, che svariati anni addietro alimentava la mescita al pubblico e lo stabilimento dei “Bagni del Molino”.

Centro Antico Acqua Ferrata

Centro Antico Acqua Ferrata

Solo nel 1950 si effettuò un complesso di lavori e opere necessari per prosciugare e risanare, a fini igienici, tali ambienti, nei quali, come si può desumere da quanto ho affermato poc’anzi, pozze di acqua stagnante la facevano da padrone. Per i locali in argomento fu attuata una bonifica radicale. Le ossa dei confratelli furono sistemate in cassettini nominativi e furono trasportate nel locale cimitero. Finalmente tutti gli ambienti, ormai sgomberati di ogni cosa, poterono essere ben bene ripuliti.
Nel 1970 l’allora Parroco Padre Mario F. Crocco, in ottemperanza agli “adeguamenti liturgici conciliari”, progettò la demolizione del vecchio altare maggiore e lo smantellamento della balaustra, per realizzare l’attuale altare “versus populum”.

Prima di dare inizio ai lavori, però, pensò bene di perfezionare quell’opera che a distanza di venti anni dal suo rifacimento mostrava di aver bisogno di inderogabile revisione. In tale circostanza furono aperte, oltre a quella centrale, anche le botole laterali, ossia quella davanti alla cappella di San Ciro e quella davanti all’altare della Madonna della Misericordia, senza escludere il passaggio che dalla sagrestia portava direttamente all’ipogeo.

Si ritenne opportuno procedere in questi termini per poter trattare con tecniche all’avanguardia e con attrezzi più sofisticati anche quei punti che durante la precedente opera erano stati alquanto penalizzati. A lavoro ultimato, poi, il buon frate pensò bene di dare una collocazione diversa alla lapide di cui si è precedentemente detto. Riposizionandola nel suo alloggio abituale, si sarebbe palesemente decretata la sua fine. Infatti il frequente calpestìo dei fedeli, col passare degli anni avrebbe eroso la superficie del marmo, fino ad annullare tutto ciò che risulta ancora (per fortuna!) in esso inciso: stemma della Confraternita, attrezzi dei maestri bottai e relativa legenda. Volendo evitare tutto questo e volendo che anche le generazioni future potessero ammirare nella sua bellezza questo cimelio storico, P. Mario lo fece collocare sulla parete d’ingresso, perpendicolarmente all’acquasantiera di sinistra.

Lapide dei Bottai

Lapide dei Bottai

Ed ecco cosa leggiamo inciso su detta lastra:

D.O.M.
STABIENSES DOLIORUM FABRI
UT QUOS COMMUNIS ARS IN DOMINO
SOCIAVERAT VIVENTES
COMMUNE SEPULCRUM MORTUOS DEVINCERET
IN DOMINO
IN PERPETUUM POSUERE
MDCXXV

che, tradotto, suona così:

A DIO OTTIMO MASSIMO
I BOTTAI STABIESI
AFFINCHE’ UN COMUNE SEPOLCRO
CUSTODISSE DA MORTI NEL SIGNORE COLORO CHE
UNA COMUNE ARTE AVEVA UNITI DA VIVI NEL SIGNORE
IN ETERNO POSERO
1625

Come si può rilevare si tratta di una scritta estremamente modesta, che fu certamente ideata e realizzata (oserei dire) semplicemente per indicare alle generazioni future cosa potesse celarsi al di sotto di essa. Per noi, invece, la cosa va ben oltre la sola informazione, in quanto assume un aspetto valevole a dare perenne testimonianza di quell’associazione di maestri bottai, che si pose come scopo opere di carità e l’incremento del culto pubblico.

dott. Tullio Pesola

2 pensieri su “La pietra commemorativa dei Bottai

  1. oreste manzi

    Salve,mio padre Michele Manzi costruì il nuovo altare sotto la stretta direzione di padre Mario ,ho delle foto dell’epoca durante la costruzione e credo che in parrocchia ci sia qualche documento dell’epoca.

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