Crocifisso di Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

L’antico Crocifisso di piazza “Orologio”

articolo di Maurizio Cuomo

Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

A pochi giorni dall’avvenuta messa in posa dell’antico Crocifisso (operazione ritardata per i lavori di rifacimento della facciata del palazzo) di piazza “Orologio”, già piazza Mercato, luogo che la toponomastica stradale, oggi, riconosce ufficialmente come piazza Cristoforo Colombo, mi è doveroso spendere qualche parola per informare, della pregevole iniziativa, grazie alla quale oggi si può ammirare nuovamente questa antica opera lignea in esposizione.
Ma procediamo per gradi, soprattutto per dare il giusto merito a colui che ha fortemente voluto il restauro ed il ripristino espositivo in loco del Crocifisso.
Come molti di voi sapranno, il Crocifisso è mancato alla naturale esposizione per numerosi anni, perché conservato in ambiente chiuso per preservarlo da una possibile rovinosa fine, in attesa dei fondi necessari per operare un opportuno restauro conservativo.
Tralasciando come e dove il Crocifisso, in questi anni, sia stato conservato per sottrarlo alle intemperie e di conseguenza, purtroppo, anche alla pubblica fruizione (sono moltissimi i residenti devoti a questa sacra effigie), come detto focalizziamo questo modesto articolo per commemorare, a giusta ragione, il dott. Francesco Saverio Santoro, artefice e finanziatore

Targa del Crocifisso di Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

Targa del Crocifisso di Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

dell’avvenuto restauro, che in tal modo ha voluto restituire alla cittadinanza questo antico emblema religioso di fine ‘700. Per meglio delineare e far conoscere quale storia porta con sé, l’antico Crocifisso, trascriviamo un breve passo, tratto dal volume “Stabiae e Castellammare di Stabia” del compianto ispettore Palumbo, ecco quanto l’autore ebbe modo di scrivere a pag. 220 del suo libro: “... il prof. Maiuri diceva che al tempo dell’occupazione francese, regnando a Napoli Gioacchino Murat, in detta piazza, e così pure al Largo Spirito Santo e al Largo della salita Visanola, sorgeva l’albero della libertà e vi funzionava il tribunale per il popolo. La parola libertà e i provvedimenti restrittivi del Governo contro il Clero, facevano ritenere profanati questi posti, per cui caduto il regime napoleonico e tornati i Borbone, al fine di sanare il non gradito ricordo del passato, vi furono erette delle edicole, con entro l’immagine del Crocefisso… In origine nella nostra piazza Mercato le edicole erano due: una con l’immagine della Madonna e l’altra con quella del Crocefisso; ma nel 1935, rimodernato il frontone del palazzo di proprietà della famiglia Quartuccio, su cui si appoggiavano, le edicole, vi fu sistemata la sola immagine del Crocefisso che attualmente si vede…“.
In origine lo scopo del Crocifisso, fu quindi quello di voler risanare l’offesa giacobina sgradita al Clero e al popolo. Da quel momento in poi il Crocifisso divenne un vero e proprio punto di riferimento e oggetto di culto per la popolazione stabiese. Alla luce di questi trascorsi, il dott. Santoro, da esperto conoscitore della storia locale, ha voluto preservare da sicuro oblio, restaurando e donando rinnovato splendore alla settecentesca opera lignea (autentico pezzo di storia stabiese). Per far ciò, si è quindi avvalso della collaborazione dell’arch. Nello Spagnuolo (coordinatore dei lavori di restauro) e dell’esperienza della ditta Las Restauri S.n.c. di Castellammare, specializzata nel restauro di elementi lignei pregiati.

Crocifisso di Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

Crocifisso di Piazza Orologio (foto Maurizio Cuomo)

I lavori di restauro (durati circa un anno), riconsegnano alla nostra Città, in luglio 2010, un’opera lignea di circa 133 x 233 cm, esposta in una elegante teca di fine fattura in vetro e ferro battuto.
La redazione tutta di liberoricercatore.it, a nome della cittadinanza, volge un sincero plauso al dott. Francesco Saverio Santoro, encomiabile per l’apprezzatissima iniziativa, nella speranza che il suo operato sia da esempio alle future generazioni.

 

 

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