Poetica stabiese
terra mia,
pura e trasparente
come l’acqua che scorre
dalle pendici scure
del forte monte,
affoghi i dispiaceri
nello specchio
bianco e giocondo
che lentamente danzando
richiama suoni
di tristezza e amor.
E sulla fortezza
da cui nome sorge,
cala l’ultimo raggio
del nuovo tiepido sol,
e in un sol momento
le pupille dall’orizzonte
si spostano lentamente
nelle vie del centro,
e il tocco aggraziato
della giovane sera
culla e addormenta
Stabia coi suoi figli,
tanti e diversi
sparsi come foglie
in ogni mite autunno
del nostro amato
golfo.