Domenica, 27 dicembre 2015 (Rosetta Schettino)
“Buonasera sono Rosetta Schettino e abito sopra via Viviani. A dire il vero, visto che ho 77 anni e non so come funziona il compiuter, vicino alla tastiera c’è mia figlia Antonietta.
A verità neanche mia figlia sa bene come funziona, lei abita nel vico sopra del mio e fa la casalinga, mentre suo marito Catello, lavora dereto il mercato perché c’ha il camion della frutta. Comunque penso che il messaggio vi arriva comunque.
Vi scrivo perché ho saputo che in questo vostro sito parlate della città in cui abito e volevo dirvi grazie. Complimenti vi seguo sempre e ho anche fatto alcune ricette da voi pubblicate“.
Con affetto. Rosetta Schettino.
Sabato, 26 dicembre 2015 (Prof. Giovanni Esposito)
“Buonasera, sono il professore Giovanni Esposito, insegnavo al Liceo storia dell’arte e disegno.
Sono appassionato di lettere antiche e storia di Castellammare, il mio più grande rammarico è stato non aver insegnato al Liceo Plinio Seniore di Castellammare di Stabia, culla della cultura della civiltà occidentale.
Si, credo di non esagerare se sostengo alla mia veneranda età il primato assoluto della città di Castellammare sulle bestie e sui cani che popolano questa nostra martoriata civiltà, senza trascurare gli imberbi che la gozzovigliano senza non avere mai implorato un barlume di speranza senza nessun intento.
Ebbene, cari appassionati come me della storia di questa città nella quale neanche oggi, a oltre ottanta anni riesco a vivere per colpa di mio genero Giuseppe che doveva prendersi per forza il posto come infermiere alla clinica di Pompei, ebbene amici cari, mai, mai ho pensato di disdire i miei natali e senza alcun retratto.
Io mi chiedo una cosa molto semplice da capire: cosa c’è di meglio di una passeggiata sulla nostra villa comunale, la cassa armonica, e risate de criature d’o vico Cognulo, l’amicizia degli anziani che popolano la zona antistante il caffè Spagnuolo e piazza monumento. Che ci sta, senza il polmone di questa città che non si possa mai chiamare vetusta senza averla onorata di più? Quale sventura ha mai colto l’Ippocrate che non si dimenticò della nostra città?
Non voglio dilungarmi, ma concludere con una speranza di rinascita per Castellammare: che i nostri politici riescano a farla risorgere come merita e che gli antichi splendori ritornino come una splendida realtà attuale. Un caro saluto e tornerò a scrivervi presto“.
Prof. Giovanni Esposito.
Martedì, 1 dicembre 2015 (Marie Notarianni)
“Bongiorno signoré, sono francese di ceppo stabiese, i miei grandi genitori (nonni) abitavano a Castellammare, poi sono emigrati a Marsiglia. Siamo appassionati da questa città, siamo venuti lì nel 2013 e nel 2014 e forse torneremo l’anno prossimo. Facciamo la nostra genealogia, ma la vostra amministrazione, diocesi non ci ha aiutati. Grazie per il vostro sito che ci ha chiarito la vita ed il contesto del 19esimo secolo. Città magnifica. Leggiamo con molto interesse i costumi di questa città. Grazie ancora ed applauso. Cordialmente
P.S.: afflitta non parlo italiano, grazie al traduttore“.
Marie Notarianni.
Sabato, 21 novembre 2015 (dott. Tullio Pesola)
“Caro Maurizio, sono convinto che non manchi chi, nel dedicare la sua attenzione alle mie “cose da poco” su soggetti o ambienti particolari del mio rione, si chiederà perché siano sempre precedute da sia pur breve presentazione. Ciò avviene per un valido motivo: predisporre il lettore ad un’acquisizione più lineare di quanto gli viene offerto, in quanto non ho mai smesso di pensare che la cosa più importante da tener presente è che si tratta di
Gente ‘e n’atu seculo
Senza alcuni personaggi che hanno abitato il Centro Storico della nostra Città, nemmeno leggere queste note sarebbe possibile. Sono uomini e donne, infatti, che hanno lasciato un segno duraturo nel tempo. Sono persone cresciute nella fatica, tolleranti del calore del sole, disinteressate al refrigerio, ignare delle comodità, semplici d’animo, contente del poco. Sono persone dall’animo nobile, che non si rinserravano su se stessi, che non si occupavano soltanto del proprio Io, dei loro interessi, ma che avevano energia e ricchezza interiore per dedicarsi anche agli altri, per farsi carico dei loro bisogni.
Il passaggio per il Centro Storico, per qualcuno, non è stato vano. Tra essi c’è persino chi ha lasciato delle tracce di sé indelebili e indimenticabili. Solo grazie a loro, ora sono disponibili innovazioni che hanno rivoluzionato la vita di molti individui.
A Loro, quindi, don Pascal’ ’o cafettiere, donn’Antonio Cirillo, Ovidio ‘o ballerino, Michele e Nunziata, Surrentin’ ‘o spizziale e tanti altri, vada il nostro GRAZIE per il valido contributo che hanno offerto a sostegno “da ggente ‘e for’ ‘o Muolo“.
dott. Tullio Pesola.
Sabato, 31 ottobre 2015 (ing. Francesco Paolo Buonocore)
“Gent.li sig.ri, visito periodicamente il Vs sito apprezzando sempre il Vs lavoro di ricerca e pubblicazione di storie, tradizioni, testi introvabili ed informazioni sulla nostra città. apprezzo specialmente la Vs raccolta di immagini che mi permette di scoprire, ricordare ed apprezzare squarci fantastici. Mi farebbe piacere essere nominato tra i Vs affezionati visitatori.
Grato per l’attività che svolgete e nella speranza di poter dare un mio piccolo contributo alla distribuzione e conoscenza del nostro patrimonio, porgo Cordiali saluti“.
ing. Francesco Paolo Buonocore.
Lunedì, 10 agosto 2015 (Jean-Louis Berthod)
“Ho visto la pagina del suo sito internet su Flora di Villa Arianna: Flora: pittura murale di Stabia
Scrivo solo per dire che dagli anni ’80 esiste una scultura in legno fatta da uno scultore francese (la foto è pessima):
Poi fatta in bronzo:
Cordialmente, Jean-Louis Berthod.
Martedì, 16 giugno 2015 (arch. Salvatore Gallo)
“Gentile redazione di liberoricercatore, desidero segnalare per la Vostra già ricca e nutrita rubrica “Pitture nostrane” quest’olio su tela (32 x 39,5 cm), anno 1848, dell’artista Jacob Alt (Francoforte sul Meno 1789 – 1872 Vienna) che si trasmette in allegato. Trattasi di un’interessante veduta da ponente della baia di Castellammare di Stabia risalente alla metà del XIX secolo che fa il paio con l’altra splendida veduta da levante della medesima baia già pubblicata sul Vostro sito. Sulla destra della raffigurazione caseggiati compresi tra fontana grande e cantiere navale (caserma cristallina?).
Saluti e doverosi ringraziamenti“.
arch. Salvatore Gallo.
Venerdì, 15 maggio 2015 (dott. Raffaele Scala)
“Caro Maurizio, è con emozione che ho appena finito di guardare l’ultima foto inserita nelle Immagini della memoria, quella scolaresca di quinta elementare (non è la mia) con al centro un giovanissimo maestro Perrotta.
Modestino Perrotta fu anche anche il mio maestro, il mio ottimo e indimenticabile maestro nei miei cinque anni di scuola elementare. L’unico rammarico è che ho perduto le foto di quegli anni lontani e pagherei chissa cosa per recuperare le foto di quel quinquennio 1961/62 – 1965/66. E’ possibile che tra i tanti lettori del nostro amato sito non ci sia un mio ex compagno di scuola elementare? Se si mi contatti per farmi sapere se ha conservato le foto di quegli anni lontani e memorabili ed eventualmente farmene avere copia. Come sempre grazie per lo spazio riservatomi.“.
Raffaele Scala.
Mercoledì, 6 maggio 2015 (Freda Gamma)
“Sono sposata (Svizzera) da cinquant’anni con Raffaele di C/mmare. Ho imparato ad amare questa città ed il golfo bellissimo dov’è situata. Torniamo uno o due volte all’anno. Notiamo lo sforzo dell’amministrazione di rinnovare ed abbellire la città e con grande tristezza dobbiamo notare, che ci sono i vandali e menefreghisti a rovinare molto. La prima volta che ho visitato le terme, appunto tantissimi anni fa, sono rimasta incantata da tanta bellezza, tanta ricchezza di colori e profumi. Qualche anno fa sono rimasta scioccata in che stato desolante si presenta oggi. Ringrazio di cuore tutti coloro, che si danno da fare per la nostra cara C/mmare!“.
Freda Gamma (dalla Svizzera).
Venerdì, 17 aprile 2015 (Fiorenza Parmentola)
“L’attenzione e la dedizione, con la quale il direttore dott. Cuomo e i suoi numerosi collaboratori e sostenitori si dedicano alla storia, alla cultura, alla crescita della nostra città, mi hanno spinto a segnalare la presentazione del libro “La casa dell’angolo dipinto“, la cui narrazione mette in rilievo numerosi aspetti del nostro territorio, sia culturali, paesaggistici, che umani. È un significativo contributo per dare visibilità alla nostra meravigliosa città. L’appuntamento è per il 23 aprile alle ore 18,30 al circolo nautico. Con stima”.
Fiorenza Parmentola.
Giovedì, 2 aprile 2015 (dott. Raffaele Scala)
“Caro Maurizio, ritorno ad “Alfonso chi?“, una vecchia vicenda già raccontata sul “nostro” portale per tentare di lanciare un nuovo appello al popolo di Stabia e agli stabiesi dispersi nel mondo. E’ ancora vivente qualcuno che abbia lavorato nell’albergo Stabia fino agli anni Cinquanta ed abbia conosciuto un dipendente di nome Alfonso? Sono riuscito a raccogliere molte altre notizie intorno alla vicenda già raccontata, i fatti sono stati ricostruiti con maggiori dettagli, ma rimane ancora il mistero di questo Alfonso che non sono riuscito a identificare.
Pare che il nostro misterioso Alfonso lavorasse nelle cucine dell’albergo, abitasse all’Annunziatella e che i suoi figli siano vissuti o vivano tuttora nel Centro Antico. Nell’Albergo Stabia ha lavorato dagli anni Venti e fino agli anni Cinquanta. Vi è certezza che nel 1959 Alfonso era ancora vivente.
Chiunque possa darmi informazioni su quest’uomo è pregato di contattare la redazione oppure scrivere direttamente alla mia mail: raffaele_scala@libero.it“.
Raffaele Scala.
Sabato, 14 febbraio 2015 (Giuseppe Mollo)
“A margine del Concerto del Maestro Cascone e del Gruppo Teatrale Quarto Piano, il rischio di scadere nella retorica è fortissimo, per cui mi limito ad un solo aggettivo: FANTASTICO!”
G. MOLLO da ROMA.
Sabato, 17 gennaio 2015 (Ugo Vitaglione)
“Anche se da lontano, vi seguo con assiduità ed interesse. Un grande complimento per quanto ci date con professionalità, dedizione ed amore per la Nostra Terra. Grazie, continuate con il vostro instancabile impegno, ve ne siamo veramente molto grati“. Ugo Vitaglione.
martedì, 13 gennaio 2015 (Salvatore Esposito)
“…SENZA PAROLE PERCHE’ CON UN SEMPLICE “CLICK” CI SI IMMERGE NELLA STORIA DI “STABIAE”…SIETE FORTI RAGAZZI DI TUTTE LE ETA’ CHE CI DELIZIATE CON QUESTE “CHICCHE STORICHE” DELLA CITTA’ DI PLINIO IL VECCHIO !!! GRAZIE DI ESISTERE !!!“. Salvatore Esposito.
Domenica, 4 gennaio 2015 (Giuseppe D’Onofrio)
“Grazie per le cose belle di Castellammare che raccogliete. Io sono amante della cultura e mi… …ubriaco delle vostre noterelle. Vi ringrazio ancora, saluti e BUON ANNO“. Peppino.
giovedì, 1 gennaio 2015 (Riccardo Scarselli)
“Il buco nella Cassarmonica c’è da 10 anni……………..speriamo che la neve lo tappi……………..per il 2015.
Auguri a tutta la città, recuperiamo la nostra dignità ed il nostro orgoglio < S T A B I E S E> nel rispetto reciproco. Riccardo Scarselli“.
giovedì, 1 gennaio 2015 (Antonello Ferraro)
“Carissimi Amici, questo fine anno ci ha regalato un bellissimo manto di neve che ci dona un’atmosfera magica. E con questa allegria brindo ad un felice 2015 che vi doni tutte le cose che sognate. Buon Anno nuovo, ma soprattutto tanta gioia e felicità. Gli auguri più sinceri al caro Maurizio Cuomo, al bravissimo Corrado e tutta la redazione di Libero Ricercatore. Antonello Ferraro“.
Rileggo nella rubrica “Storia & Ricerche” le pagine del dott. Giuseppe Plaitano intitolate “Estate del 1879 a Castellammare”, già uscite, se non sbaglio, nel 2012, nelle quali si ipotizza che l’Aristo autore dell’articolo su Castellammare apparso sul «Fanfulla» del 23 luglio 1879 non sia toscano come io avevo ipotizzato su «L’opinione di Stabia» dell’aprile 2006:
«L’articolo, è firma di un certo Aristo, il quale tiene a precisare di non essere del Sud, ma di essere in villeggiatura a Castellammare da una quindicina di giorni.
Dietro questo pseudonimo, secondo il prof. Centonze, nel suo “A Castellammare nell’estate del 1879” pubblicato nell’Aprile del 2006, si tratterebbe di un toscano.
A parere dello scrivente (anche in considerazione della descrizione del ballo di beneficenza tenutosi qualche giorno prima nello Stabia Hall a favore delle popolazioni colpite dalle inondazioni del Po nelle province di Mantova e Ferrara e dalla eruzione dell’Etna in Sicilia), potrebbe trattarsi invece di uno pseudonimo verosimilmente adottato da Matilde Serao, anch’ella presente in città in villeggiatura in quei periodi.
In effetti anche “Cuore Infermo”, uscito a puntate sulla Gazzetta Piemontese del 1880 parlava di una storia ambientata a Castellammare di Stabia e delle feste mondane che solevano tenersi nello Stabia Hall.
Questa ipotesi da me avanzata, è basata da due punti:
a) la Serao aveva già adottato, come minimo, uno pseudonimo, appare infatti con brevi articoli sul Giornale di Napoli a firma di Tuffolina;
b) lo pseudonimo Aristo, deriverebbe dal greco Aristos che significa nobile.
La Serao era greca di nascita, precisamente di Patrasso; volendo restare nel campo delle ipotesi “fantasiose” possiamo estrapolare ed anagrammare tre lettere del nome e tre dal cognome, ecco formato: Aristo».
Il dott. Plaitano non sapeva che io avevo rivisto la mia prima ipotesi alle pp. 125-130 delle Spigolature Stabiane pubblicate nel 2011, poiché avevo continuato la mia ricerca su Aristo e avevo trovato chi si nascondeva dietro lo pseudonimo:
«L’articolo di cui ci occupiamo è spiritoso e divertente, ma con misura, e ci offre un’insolita e perciò interessante descrizione della vita di Castellammare, anche se limitata a pochi e particolari aspetti.
Il suo estensore, che si firma Aristo, fa intendere di non essere del Sud e di essere in villeggiatura nella nostra città da quindici giorni. Dotato di un forte umorismo, riecheggia un po’ certi atteggiamenti mostrati da Renato Fucini in Napoli ad occhio nudo pubblicato un anno prima e mostra inoltre di conoscere bene le chiese toscane, il che mi fece pensare in un primo momento a un giornalista toscano. Ma Aristo non è toscano. Si tratta dell’avvocato friulano Giuseppe Marcotti (1850-1922), scrittore di romanzi, di guide (una appunto di Firenze), di opere di vario argomento (storia, spionaggio, mestieri), corrispondente in Romania e Bulgaria».
Del Marcotti avevo riportato anche la foto.
Non ero intervenuto nel 2012, perché sono restio alle discussioni pubbliche. Ma ora, vedendo riproposte le ipotesi del dott. Plaitano, ho pensato che è meglio far conoscere il vero nome di Aristo.
Avrei voluto allegare il file *.pdf del mio articolo rivisto, ma vedo che non è possibile.
Cordialmente.
Giuseppe Centonze