Quello pubblicato a seguire è uno dei tanti poemi scritti dall’indimenticato archeologo e scrittore stabiese Libero D’Orsi, la nostra attenzione e la conseguente scelta è caduta su “Donna Fulgida”. Nel poema è narrata la triste storia della contessa longobarda, il cui fantasma come leggenda vuole, si aggira ancora oggi sull’isolotto in attesa del ritorno dei suoi cari.
Donna Fulgida
Dal castello di Rovigliano
briciola d’isola nel mare di Stabia
viene un grido di dolore
ogni notte.
Sulle mura della torre
diroccata,
senza posa, viene e va
una fantàsima.
Due parole quella larva
grida e piange:
” Figlio… sposo… “.
Grida e piange.
Narra il volgo:
Donna Fùlgida
la contessa longobarda
chiama e aspetta
il consorte che strozzato
fu dal duce barbaresco,
il figliuolo che il corsale
le rapì.
Sempre aspetta donna Fùlgida,
ma lo sposo non ritorna
il figliuolo non ritrova
vie né porte.
E le grida di dolore
non ristanno. Alla fantàsima
eco fa la procellària
col suo pianto…