Vicienzo ll’acquaiuolo
breve biografia di Vincenzo Esposito
di Alfonso Esposito
Nella nostra storia di tradizioni stabiesi mi piacerebbe ricordare i miei genitori, che con sacrificio e dedizione si sono dedicati ad un’attività tipica Stabiese: “Ll’ACQUAIOLO “Mi chiamo Alfonso, sono il figlio di Esposito Vincenzo che da stabiese verace nasce nel Palazzo del Marchese (vicino alla ex fonte dell’Acqua Ferrata) il 09/09/1935. Mio padre comincia l’attività di acquaiuolo molto giovane, quando per conto di parenti, si recava alle 5 del mattino a prendere l’Acqua della Madonna per poi spostarsi alla fonte Acidula, dove l’acqua veniva imbottigliata e poi di corsa alle Terme. Alle ore 7.00 del mattino, l’acqua era già scaricata nel piccolo chiosco di via Principessa Mafalda che lui poi lasciava per iniziare la sua giornata d’asfaltista, il tutto per poche lire settimanali. Comincia così l’attività che sarebbe stata il sostentamento della sua futura famiglia. Nel 1963/64, proprio perchè il lavoro di asfaltista era stagionale e precario, i miei genitori decisero di prelevare l’attività di via Principessa Mafalda cominciando così un’attività durata per più di 40 anni.
Cominciano ora, i ricordi che mi sono stati raccontati, ricordi che parlano: di lunghi ed estenuanti orari di lavoro; di grosse quantità di acqua caricata e scaricata; di damigiane di vetro pesanti e poco maneggevoli; di grosse bacchette di ghiaccio avvolte in sacchi per tenere l’acqua fresca; di tanta gente che in modo abitudinario beveva il proprio bicchiere di acqua ( per lo più Solfurea, san Vincenzo e Media ) tutte le mattine. Era solo un bicchiere di acqua o una limonata quello che si serviva, ma tante erano le ore di sonno perse e il lavoro fisico accumulato a fine giornata, e tanti dovevano essere i bicchieri serviti, se si voleva chiudere la giornata in attivo.
Io e le mie sorelle, da piccoli, abbiamo giocato vicino al chiosco e da grandi abbiamo dato una mano alle lunghe giornate lavorative di nostri genitori e per questo che conserviamo il ricordo dei tanti personaggi tipici che ravvivavano piazza Quartuccio. L’attività chiude nel gennaio 2006 dopo la morte di mio padre e il pensionamento di mia madre. Per tutti coloro che li hanno conosciuti resteranno sempre “Amelia e Vicienzo ll’acquaiulo”.
Per la curiosità del lettore proponiamo a seguire un ingrandimento della tabella posta su di un’anta del chiosco di “Vincenzo Ll’acquaiuolo”:
E come dimenticare Vincenzo l’acquaiuolo? Figura indimenticabile della nostra giovinezza, delle nostre serate passate in villa comunale a discutere di politica, di calcio e di sesso, del nostro dissetarci al suo chiosco, limonate a gogò e boccali d’acqua di san Vincenzo spumeggiante. Gli anni Settanta. Gli anni degli amori e delle avventure, molte inventate e poche andate a buon fine, tra grandi sogni e brusche realtà. Ci tornammo un giorno che Vincenzo non c’era già più e si respirava già aria di chiusura, ricordo ancora quell’ultimo boccale di acqua spumosa, gli ultimi commenti con gli amici di sempre, con Gennaro, con Michele, anche lui scomparso in un tragico incidente, e mio cugino Antonio, logorroico come non mai. Anni ormai lontani…