Archivi categoria: Natura di Stabia

‘O papagno, una pianta quasi dimenticata

Un breve racconto:

papagnoIl sole non è ancora sorto quando Mastu Ciccio si sveglia, tra qualche ora il cantiere navale lo chiamerà col suo fischio al duro lavoro da operaio, prima però deve badare agli animali nella stalla e al raccolto nei campi.

Muovendosi cautamente, per non svegliare i quattro figli e la moglie che dormono nella stessa stanza, si reca in cucina dove ha già preparato in un angolo la bacinella per lavarsi e su una sedia gli abiti per vestirsi. Prima di uscire è meglio mangiare qualcosa…nella credenza deve esserci un pezzo di quel buon pane ai semi di papagno, una novità comprata nella bottega di Catarina ‘a panettera.

Appena la porta si chiude Donna Manuela, che s’era appapagnata pe’ n’ate cinche minute, apre gli occhi, tra un po’ il marito dove andare a lavorare, gli deve preparare ‘a marenna. Ieri ai margini del campo coltivato a fagioli ha visto parecchi papagni, se si sbriga può raccoglierli e farli sfritti. Continua a leggere

Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco, straordinari adattamenti per la sopravvivenza

articolo del naturalista Ferdinando Fontanella

Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco.

Sembra incredibile, ma è vero: “Nei boschi italiani vivono i fantasmi!”. Il periodo migliore per osservarli è l’autunno, per vederli bisogna passeggiare piano per i sentieri del bosco facendo bene attenzione ai minimi movimenti dei ramoscelli. Li ho ammirati io stesso nei boschi di Quisisana a Castellammare di Stabia, vi confesso che ho provato un brivido che mi ha scosso. La mia non era paura, non c’era motivo di averne perché il fantasma che ho visto non ha niente della classica e fantasiosa “demoniaca presenza”. Il sussulto che ho provato era dovuto alla meraviglia e all’ammirazione. Continua a leggere

Erbario Coscarelli in riferimento al territorio stabiano

N.B.: si ringrazia il prof. Mario Russo per aver autorizzato la pubblicazione delle due immagini.

Erbario Coscarelli

Erbario Coscarelli

Questa mattina ho iniziato la lettura del catalogo curato dal prof. Mario Russo (edito nel 2009 dalla Nicola Longobardi Editore) che illustra l’erbario di Domenico Coscarelli, conservato a Sorrento nel Museo Correale di Terranova. Continua a leggere

Francesco Rosato detto Ciccio Bosco

Il Cacciatore e la Beccaccia

articolo di Ferdinando Fontanella

Mastu Ciccio ogni sera si affacciava alla balaustra del terrazzo della piccola casa di Quisisana, amava guardare i tramonti del golfo di Napoli, in lontananza vedeva Capri e Ischia di fronte il maestoso Vesuvio  con adagiate ai suoi piedi Torre del Greco e Torre Annunziata, più in là Pompei di cui riconosceva il profilo dell’alto campanile e le antiche rovine degli scavi, poi c’era la foce del fiume Sarno e la sua città Castellammare, il rione “Spiaggia”, il lungomare con la Villa Comunale, il Centro Antico, il Cantiere Navale e Pozzano.

I tramonti lo aiutavano a ricordare la gioventù, era nato alla fine degli anni venti del ‘900 e da quando aveva compiuto novanta anni i ricordi gli facevano spesso compagnia, riempivano le giornate e gli davano l’opportunità di rivedere tante cose a lui care armai lontane nel tempo.

Francesco Rosato detto Ciccio Bosco

Francesco Rosato detto Ciccio Bosco

Quella sera il cielo era splendidamente tinto di mille sfumature rosse, all’improvviso guardando il frenetico cacciare di un gruppo di rondini pensò che da giovane anche lui era stato un abile e leale cacciatore. La sua fama di tiratore era quasi leggendaria, tutti sapevano che non gli era mai capitato di sbagliare un tiro. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva imbracciato un fucile? Forse quaranta o più anni, non ricordava con precisione il momento in cui aveva smesso di andare a caccia, ricordava però il motivo che gli aveva fatto appendere l’amata doppietta al chiodo. Continua a leggere

Lepidotes minor - Agassiz (foto Fontanella)

I pesci fossili di Castellammare

articolo di Ferdinando Fontanella

Lepidotes minor - Agassiz (foto Fontanella)

Lepidotes minor – Agassiz (foto Fontanella)

Ricordo ancora la meraviglia che ho provato, quando studente al primo anno al Corso di laurea in Scienze della Natura, ho visitato il museo di paleontologia di Napoli e mi sono accorto che una delle più belle esposizioni portava il “nome” della mia città: si trattava dei pesci fossili di Castellammare.

Dalla guida ho appreso che i fossili provengono dalla successione carbonatica di età cretacica che affiora lungo la costa tra le città di Castellammare di Stabia e Vico Equense.

La collezione ammonta a circa un centinaio di esemplari, tutti in ottimo stato di conservazione, raccolti nel corso del 1800 da diversi studiosi. Buona parte degli esemplari è stata raccolta nel 1848 durante i lavori di sbancamento realizzati per la costruzione della strada statale sorrentina. Continua a leggere