Archivi categoria: Natura di Stabia

Lunedì di Pozzano, tra fede, curiosità e tradizione

La festa di Santa Maria di Pozzano per gli stabiesi è una ricorrenza tradizionale e antichissima; né l’Amico di famiglia: foglio periodico religioso – anno 1858 p.288, si legge che gli stabiani in abiti da festa, accorrevano alla basilica in special modo il lunedì successivo alla Santa Pasqua ,per onorare la Vergine Maria.

“…portando tra le mani del torchi di cera, tutti riccamente ornati di monete d’oro e di argento, con le insegne di ciascun mestiere; come pure era solito in tale ricorrenza intervenire il Corpo della Città, a portare un annua offerta a Maria SS. per i ricevuti favori.”

Volendo rinverdire un’antica tradizione, quella del Lunedì di Pozzano, quando varie centinaia di persone si recavano in pellegrinaggio alla Basilica di Maria SS. di Pozzano, vi proponiamo un video,

in due parti, in cui la storia religiosa, la tradizione e la cultura popolare si intrecciano. Un sentito invito, quello di Libero Ricercatore, rivolto a tutta la cittadinanza, affinché ritorni viva più che mai un’antica e indimenticata ricorrenza.

Qua la seconda parte del video:

https://www.youtube.com/watch?v=pp40rlNR7Vs&feature=youtu.be

Si ringraziano Gelda Vollono e Lino Di Capuaper la messa a disposizione del testo del 1858; Antonio Mauriello per le riprese aeree.

 

 

Riprendono le corse in funivia per il Faito

 

Domenica prossima 7 aprile, a partire dalle ore 10,00, sarà possibile rivivere la festosa esperienza dell’immersione nella natura del Faito. Il Golfo di Castellammare di Stabia, nella sua spettacolare fotografia, sarà godibile con poca spesa. L’apertura del 7 aprile, apre la strada a quanti vorranno trascorrere le festività di Pasqua in montagna, fra natura e aria salubre, in quella che è un vero e proprio Paradiso Terrestre. Appena otto minuti e si potrà raggiungere il piazzale della Funivia, e da lì iniziare le proprie escursioni.

Verso la sommità, la piana del Sarno, il Vesuvio, il mare, le isole, faranno rivivere anche quest’anno un’esperienza ristrutturante per il corpo e per la mente. Il Caposervizio della funivia, signor Antonio Rendina, da noi sentito, ha riferito che l’anno scorso oltre 82000 visitatori, hanno raggiunto il Faito, il doppio rispetto agli anni precedenti, un vero record, che quest’anno sarà, certamente, abbattuto.  La chiusura invernale ha consentito le verifiche di manutenzione e il definitivo rinnovo delle stazioni, inoltre, stimolerà la curiosità di viaggiatori e turisti, il nuovo look delle vetture, una verde per intonarsi alla montagna ed una blu per intonarsi al mare, la nuova espressione di quanto l’EAV ha messo in campo per il nuovo anno, ambiente, turismo e funivia, viene riassunta nel nuovo logo apposto sulle vetture. Il mare rappresentato da alcune onde bianche, la montagna verde e la tratta rossa (la funivia), sono i lati di un triangolo, che diventa elemento fondante e simbolico della nuova stagione.

Maruzzone

Maruzze e maruzzare…

articolo di Ferdinando Fontanella

Maruzzone

Maruzzone

“So’ doje maruzze: una fete, e ‘n’ata puzza…”.

Erano i primi anni Ottanta e, se la memoria non m’inganna, questo curioso modo di dire, usato dal nonno per evidenziare la monellaggine dei nipoti, è stato il mio primo incontro con le maruzze.

Solo dopo qualche tempo ho effettivamente capito cosa fossero e ho un preciso ricordo di questo evento. Un ricordo concreto di caldo e pioggia.

I temporali di fine estate inducono sensazioni contrastanti, per certi versi sgradevoli … per altri piacevoli, un po’ come gli abiti indossati in queste bizzarre giornate: pantaloncini corti e zoccoli ai piedi, memori del caldo appena svanito, maglione pesante e berretto di lana, infilati in fretta e furia, per il freddo improvviso.

Era settembre e principiava il tramonto, quando l’acquazzone esaurì il suo vigore. Mentre la pioggerellina andava ancora scemando, qualcuno pronunciò una domanda dal sapore retorico: «Andiamo a cercare le maruzze?».

Infervorati dall’allettante proposta noi bambini, abbigliati alla meno peggio, iniziammo furiosamente ad equipaggiarci. Facemmo razzia di barattolini e lattine, bottiglie dal muso largo e panierini, insomma prendemmo tutto ciò che poteva contenere le ambìte prede, che andavamo a scovare tra i fili d’erba e gli anfratti dei muri a secco.

Partimmo dal basso, dalla via Vecchia Pozzano, e procedendo a zig-zag lungo gli immensi scaloni dei terrazzamenti agricoli, arrivammo al culmine dell’immenso “Chiazzone delle Camarelle”. Lungo questo faticoso tragitto tra orti arborati, vigne e uliveti profumati di erba e terra bagnata, praticammo la nostra fruttuosa raccolta.

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La storiella del piscialetto: aneddoto stabiese per ricordare una pianta pericolosa

Sono certo che vi state chiedendo che cos’è il piscialetto? Potrei rispondere che si tratta di una pianta, ed è vero. Ma non è soltanto questo, è anche una storiella che da bambino avrò ascoltato un milione di volte. Non so chi l’abbia ideata, ma sono sicuro che chi l’ha fatto, conosceva bene la natura e amava i bambini. Ed è proprio ai bambini che la storiella del “piscialetto” è dedicata. Grazie alla domanda di un bimbo il suo ricordo è riaffiorato nella mia memoria. Continua a leggere

E si ve mangiasseve ‘o limone?

E si ve mangiasseve ‘o limone?

a cura di Nando Fontanella e Corrado Di Martino

Pasta aglio, olio e limone

Il limone, il limone non è un agrume, il limone è una gemma preziosa. Quale altro frutto può guarire malattie come lo scorbuto, quale può decolorare i capelli, quale divenire liquore, chi può dare effervescente vigore alle vivande, cosa può lenire il mal di gola, gli spasmi addominali o purificare le ferite, se non il limone? Il limone, il succo di limone cuoce alimenti e verdure lasciando invariata la loro temperatura, insaporisce sorbetti, dolci, confetture.

Della famiglia delle Rutacee, il Citrus Limon, è un piccolo albero sempreverde alto 2-7 m. Chioma rotonda, fittamente ramosa, con ramuli spinosi. Tronco eretto, breve, con corteccia grigio-scura, liscia negli esemplari giovani diventa squamosa con l’andare del tempo. Cresce nell’arco altimetrico tra 0 e 800 metri s.l.m., il suo periodo di fioritura è: Gennaio-Dicembre; comunemente coltivato sui Monti Lattari, nella penisola sorrentina e a Capri. La limonicoltura in penisola sorrentina, è da lungo tempo, tra le principali attività agricole del territorio, ed è base di un’intera economia, ad esempio è molto redditizia la produzione del liquore Limoncello, gustosissimo infuso alcoolico di bucce ricche di olii  essenziali;

abilmente manipolato il limone diviene gustosi piatti, dolci e salati, della cucina locale, prodotto artigianale e industriale. Prima della larga diffusione dei detersivi chimici, i frutti non buoni per la vendita erano adoperati per lavare, bicchieri e posate, pratica che fino a qualche tempo fa era comune agli acquafrescai prima di preparare lo “sciacquapanza”, acqua, limone e bicarbonato. In cucina, ‘a pasta cunciata, è un piatto prelibato, veloce da prepararsi e di poca spesa. Pensate che questo piatto tipico della cucina povera. Fu una efficace panacea durante un’epidemia di influenza. La pasta cunciata (condita) è nota in due versioni, quella estiva, quindi fredda, e quella invernale, calda, e siccome di questi tempi viviamo una confusione atmosferica, vi riportiamo di seguito entrambi le ricette, raccomandando: magnàteve ‘o limone

 

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