Archivi categoria: Natura di Stabia

‘A Primmavera e ‘o Papagno

‘A Primmavera e ‘o Papagno

a cura di Corrado Di Martino e Nando Fontanella

Papaveri antichi e il Vesuvio – foto di Nando Fontanella

Oggi, 21 marzo, parliamo di Primavera; sì sappiamo tutti che la Primavera quest’anno, astronomicamente, è caduta il 20 di marzo poco dopo le 17,00 (e forse non tutti sanno perché), tuttavia nell’immaginario di ciascuno di noi, la Primavera cade il 21 marzo.
Dal 2007 e fino al 2102, la Primavera entrerà prepotente nelle nostre vite, ogni anno, in data 20 marzo, il motivo? La rivoluzione terrestre, che non durando esattamente 365 giorni, sposta l’equinozio tra il 19 e il 21 di marzo, fino dall’adozione del Calendario Gregoriano (da Gregorio XIII, che nel 1582 corresse il Calendario Giuliano). Ma non vogliamo parlarvi di calcoli astrusi o enigmatici, vorremmo parlarvi della Primavera, quella delle prime fioriture, quella dei fiori, quella della tradizione, quella del Papagno

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Paleolitico a Castellammare

Un raschiatoio in selce, risalente al paleolitico, ritrovato nel 2004 al Vallone Scurorillo di Castellammare aiuta a riscoprire il passato antico della città

Lo studio dell’occupazione di un territorio da parte dell’uomo può essere affrontato da diverse prospettive spazio-temporali. È noto che la storia inizia quando l’uomo lascia testimonianze scritte della sua cultura. Il lavoro dello storico consiste nel rintracciare questi documenti ed utilizzare le informazioni contenute in essi per ricostruire una probabile successione di avvenimenti. Il lasso di tempo durante il quale l’uomo non ha lasciato testimonianze scritte viene indicato come preistoria.

Manufatto litico (foto Ferdinando Fontanella)

Manufatto litico (foto Ferdinando Fontanella)

L’indagine preistorica è competenza dell’antropologo che alla stregua dello storico si prefigge l’obiettivo di ricostruire una probabile successione di avvenimenti, ma deve fare affidamento su un diverso tipo di fonti, testimonianze dirette, non scritte, dell’attività culturale. Una delle poche testimonianze della presenza dell’uomo sulla terra, per un lungo periodo di tempo, è il ritrovamento di una moltitudine di manufatti litici, ossia, utensili in pietra fabbricati intenzionalmente da uomini figli di una cultura paleolitica. È storicamente accertato che fin dall’antichità (epoca romana e preromana) l’uomo occupa il territorio dove oggi sorge la città di Castellammare di Stabia. Poco o nulla si sa della presenza di eventuali popolazioni umane paleolitiche. L’unico reperto che le testimonia è un manufatto litico da me ritrovato al Vallone Scurorillo. Nel maggio 2004, durante un’escursione naturalistica al Vallone, rinvenivo ai piedi di un dirupo in un cumulo di ghiaia calcarea una selce, roccia silicea insolita in penisola sorrentina, che per la particolare forma mi ha subito fatto pensare che potesse essere un manufatto litico.

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Da chiesa a stalla…

reportage fotografico di Enzo Cesarano

La memoria va fatta rivivere ritornando a visitare luoghi abbandonati, suggestivi e ricchi di storia. La perdita della memoria collettiva crea il vuoto dal quale non vedi più nemmeno il futuro. La Chiesetta di San Raffaele oggi!!! Cosa sarebbe stata senza la perdita della memoria collettiva???

27 gennaio 2018: Sopralluogo alla chiesetta di San Raffaele: Pasquale, Enzo, Maurizio, Domenico e Corrado

27 gennaio 2018: Sopralluogo alla chiesetta di San Raffaele: Pasquale, Enzo, Maurizio, Domenico e Corrado

Tra le attività di monitoraggio, promozione e salvaguardia territoriale, con il nostro gruppo “escursionisti stabiesi”, spesso percorriamo sentieri poco battuti per effettuare dei sopralluoghi esplorativi e non di rado ci capita di riscontrare che un po’ alla volta stiamo perdendo un vero e proprio patrimonio di bellezze dimenticate. In questo brevissimo reportage fotografico ripreso da Enzo Cesarano, vogliamo solo ribadire come siano deleteri l’abbandono e la mancanza di controlli… A seguire, la chiesetta di San Raffaele, già in rudere per abbandono da alcuni decenni (e con ogni probabilità a rischio crollo), da qualche mese è praticamente diventata una STALLA!

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Magnate ‘o limone

articolo di Ferdinando Fontanella

Magnate 'o limone

Magnate ‘o limone

Magnate ‘o limone è una comune locuzione dialettale partenopea che, tradotta letterale, significa “Mangia il limone”. Il significato testuale, tuttavia, non sempre corrisponde con quello figurato.

Chi ascolta questo modo di dire deve attentamente valutare il contesto. Magnete ‘o limone può assumere, ad esempio, significato di sfottò dopo una sconfitta. Hai perso, pensi di aver subìto un torto, non ti sta bene e non puoi farci niente? Magnate ‘o limone!!! Continua a leggere

La toponomastica dimenticata di Quisisana e del Faito

articolo di Maurizio Cuomo

Durante le attività svolte sul campo con gli “Escursionisti stabiesi” (gruppo di studio e di ricerca promosso da liberoricercatore.it),  a volte da una semplice chiacchierata con pastori e contadini locali, non di rado abbiamo raccolto informazioni utili che ci hanno permesso di recuperare l’antica toponomastica dimenticata.

La calcara allo Scurolillo (foto Maurizio Cuomo)

La calcara allo Scurolillo – toponomastica locale (foto Maurizio Cuomo)

‘O Ponte ‘e Gibberne, ‘a Vena de’ briganti, dint”e Mandrie, sono solo alcuni dei tanti toponimi caduti in disuso, con i quali venivano identificate per voce di popolo, specifiche località oggi purtroppo, divenute anonime. Un lavoro prezioso e mai banale, quello da noi svolto in questi anni, utilissimo a ritracciare memoria e vissuto di alcune località stabiesi, oggi, poco frequentate e a dir poco dimenticate.

Conscio che il presente tema possa interessare gran parte dei nostri lettori, ed estremamente convinto che il “vissuto” debba essere sempre e comunque preservato a futura memoria, a seguire vi propongo una carrellata di toponimi locali, rintracciati e suffragati (come si suol dire “nero su bianco”) da un antico Decreto Reale del Regno delle Due Sicilie, risalente al 18211. Continua a leggere

  1. Collezione delle Leggi e de’ Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, anno 1821. Semestre I (da gennaio a tutto giugno). Napoli dalla Real Tipografia del Ministero di Stato degli Affari Interni. Pag. 130.