Nascita di Giuseppe Bonito

Nascita di Giuseppe Bonito

di Giuseppe Zingone

Giuseppe Bonito (foto Maurizio Cuomo)

Giuseppe Bonito (foto Maurizio Cuomo)

Fu Giuseppe Cosenza, (archeologo stabiese) a cercare nei libri della Cattedrale di Castellammare l’atto di nascita di Giuseppe Bonito, per poi segnalarlo alla rivista Napoli Nobilissima. I nomi degli articolisti della rivista sono tutte eccllenze della cultura napoletana a cavallo tra Ottocento e Novecento, tra questi: Antonio Filangieri di Candida Gonzaga, Benedetto Croce, Bartolomeo Capasso. Continua a leggere

11 marzo la prima pietra di San Marco

11 marzo la prima pietra di San Marco

di Corrado Di Martino

Vista aerea della Parrocchia di San Marco Evangelista

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il piano di aiuti americano, detto Piano Marshall ([n.d.a] in ottobre del ’47, il Dipartimento USA, si dichiarò disponibile ad erogare aiuti in merci), prevedeva anche la costruzione di case. Nacquero le prime abitazioni nell’alta periferia Nord-Est della cittadina, vessata dall’evento bellico. Il 4 dicembre del 1953, il Vescovo di allora, Monsignor Agostino D’Arco, conferì ad un giovane parroco, l’incarico di provvedere all’esercizio della fede in quel rione in via di crescita. Quel giovane parroco era don Ciro Donnarumma, nato a Pimonte il 1 novembre del 1928 (m. Castellammare di Stabia 4 dicembre 2003), ordinato sacerdote il 12 luglio 1953. Numerose e indubitabili, furono le difficoltà socio-economiche di quell’area periferica, si viveva in baracche di fortuna, mancavano i più elementari sotto-servizi, non vi erano scuole, non c’era una chiesa. Iniziava a sorgere fra gli stenti, un quartiere di case popolari per senza tetto.

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Il Caso Viviani

Il Caso Viviani

a cura di Giuseppe Zingone

Raffaelle Viviani, in camerino

Per presentare questo articoletto: Il caso Viviani, è necessario parlare di alcuni aspetti interessanti, recenti e passati. Vorrei partire dal primo per arrivare ad una prima conclusione: Nel 2018 il professor Massimo Osanna annuncia ufficialmente che la data dell’eruzione pliniana del 79 forse non è avvenuta ad Agosto bensì il 17 di Ottobre dell’anno 79, tutto questo grazie al ritrovamento di una scritta a carboncino su un muro ed alcune anteriori intuizioni su oggetti ritrovati nel tempo a Pompei come melograni, bracieri ecc., che secondo alcuni studiosi non sarebbe altro che un chiaro segno di un autunno inoltrato. Sarà proprio andata così? Non sono un archeologo non posso rispondere, ciò che invece emerge è che una scritta a carboncino lasciata chissà da quale anonimo abitante della città più sorprendente e famosa al mondo, ha rimesso in discussione(?) molte certezze che adesso un po’ vacillano.1Quindi che cosa deduciamo? Che la storia si fa con i documenti e che nuovi documenti pur non cancellando in un sol colpo gli studi passati, sicuramente ci presentano interessanti novità di cui non si può non tener conto. Continua a leggere

  1. Molti diranno: Ma Plinio il giovane è stato un testimone di quei fatti non può esserci margine d’errore? Purtroppo più che margine la conclusione è proprio questa, anche la lettera di Plinio il giovane scritta a Tacito non è un originale, si tratta di trascrizioni di epoca medioevale.

Guardo ‘o cielo e penso

Guardo ‘o cielo e penso di Giovanbattista Di Martino

Guardo ‘o cielo e penso – Creata con l’A.I.

Se nun ‘ce stesse ‘a luna

comme s’appicciarrìano ‘e stelle?

E si nun s’appicciassene ‘e stelle

chi te farrìa luce dinte ‘o core?

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Carboncino - Vincenzo D'Angelo

Microstoria stabiese

articolo di Maurizio Cuomo

In una società fatta di grandi nomi, nella quale si ricordano quasi esclusivamente storie di personaggi famosi, non è raro che ci si dimentichi del normale quotidiano, per meglio capirci, le scene vissute con semplicità da persone comuni, che trascorsa una vita di sacrifici, alla loro scomparsa, finiscono per confondersi nell’anonimato della grande massa. Con “Libero Ricercatore”, ripeschiamo dai ricordi una micro-storia stabiese, posta alla nostra attenzione dal nostro valido ed indispensabile collaboratore Catello Esposito Sansone, con la speranza possa renderci partecipe di qualche attimo della sua infanzia. Per maggiore chiarezza va detto che a casa di Catello, ad una parete del corridoio è affisso in bella mostra un piccolo quadro, che suo padre Filippo ebbe in regalo dal pittore Vincenzo D’Angelo, suo amico.

D'Angelo (bozzetto)

D’Angelo (bozzetto)

Il disegno fu realizzato in occasione di uno dei tanti incontri che Filippo, Vincenzo ed altri inseparabili amici, erano soliti fare al “bar Spagnuolo” (punto di ritrovo del gruppo). Visto il potenziale valore del disegno (raffigurante l’autoritratto dell’autore), Filippo, alla morte dell’amico Vincenzo, per il quale nutriva profonda stima, decise di aggiungere una cornice per preservare l’integrità dell’opera. Attualmente l’opera è gelosamente custodita da Catello, per lo straordinario valore affettivo che lega il quadro al ricordo di suo padre Filippo (purtroppo, non più in vita). Da una prima analisi, ricavata dagli elementi visibili, si evince che il disegno fu realizzato su di un semplice supporto in cartoncino, mediante una penna ad inchiostro. I tratteggi disordinati, la velocità con la quale sono stati eseguiti e l’apparente esecuzione infantile, evidenziano la spontaneità con la quale l’autore ha operato, mostrando in modo tangibile ed inconscio la straordinaria semplicità del proprio essere. Catello ricordava perfettamente che il supporto cartaceo del disegno, in realtà era un vecchio biglietto della Circumvesuviana, per cui, spinti dallo spirito di ricerca, con il quale siamo soliti operare all’interno del “Libero Ricercatore”, decidemmo di verificare se il retro dell’immagine potesse fornire ulteriori notizie utili (una dedica, una data o ad esempio una semplice sigla distintiva). Continua a leggere