Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Brenson Teodoro

Brenson Teodoro di Piero Girace

a cura di Giuseppe Zingone

Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Brenson Teodoro nasce a Riga il 27/11/1892, e muore il 21/9/1959 a Peterborough, New Hampshire, USA. Fu incisore, pittore, illustratore. La foto costituisce un’assoluta rarità, per la presenza dei due stabiesi ed il pittore russo (dell’allora URSS); l’anno è molto presumibilmente l’estate del 1934, dalla più nota storia di Piero Girace: L’estate dei pittori.1 Continua a leggere

  1. Brenson Teodoro nasce a Riga il 27/11/1892, e muore 21/9/1959 a Peterborough, pc. New Hampshire, USA, incisore, pittore, illustratore. Dopo aver studiato in una scuola di architettura a Riga e Mosca, ha vissuto a Berlino e ha viaggiato molto in giro per l’Europa. Nel 1924 venne in Italia e si stabilì a Roma, dove si unì al Gruppo Romano di Artisti e Incisori.
    Ben presto Brenson si fece conoscere a Milano, dove nel 1927 tenne la sua prima mostra personale alla Galleria Pesaro, la prefazione al catalogo fu scritta da P.P. Muratov. In Italia dipinse numerosi paesaggi di Roma, Firenze, Napoli e Venezia; nel 1929 i suoi paesaggi calabresi furono illustrati in un album pubblicato dalla casa editrice fiorentina “Vallecchi”. Nel 1931 si trasferì a Parigi, ma mantenne stretti rapporti con gli italiani. Nel 1931 partecipa alla mostra milanese “Incisori moderni” (Peintres graveurs contemporaines), dedicata ai francesi. Nel 1933 ha luogo la sua mostra personale nella galleria milanese “Tre Arti”. Il critico Vincenzo Bucci (Vissi; 1878-1958) parlò con entusiasmo della sua opera sulle pagine del Corriere della Sera (25.4.1933), creando l’immagine di un artista talentuoso e innamorato dell’Italia. Negli anni ’30 Brenson si è occupato anche di grafica di libri, in particolare ha illustrato le opere di Gorky e ha creato ritratti grafici dei francesi, soprattutto personaggi della cultura (tra cui André Gide, André Maurois, Jean Cocteau, ecc.). Nel 1941 si trasferì negli Stati Uniti con la moglie e il figlio e fu attivamente coinvolto in attività espositive e didattiche. In: La Presenza russa in Italia nella prima metà del XX secolo: Enciclopedia, Rosspen Mosca 2019, pag. 128, Voce Brenson Teodoro.
San Catello di fine '800

San Catello: galleria iconografica

San Catello: la galleria iconografica

a cura di Maurizio Cuomo

In questa galleria esponiamo con orgoglio e devozione una raccolta di immagini sacre e iconografie raffiguranti San Catello: cittadino, vescovo e protettore di Castellammare di Stabia.

La rubrica, in costante aggiornamento, è aperta a quanti volessero contribuire per arricchirla con immagini dedicate al Santo. La redazione ringrazia anticipatamente per la collaborazione. Per eventuali contatti: liberoricercatore@email.it

Ultima immagine inserita:

Icona di san Catello di Francesco Francolangi

Icona di san Catello di Francesco Francolangi


Iconografia di San Catello: a seguire la foto gallery completa!

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Orchis tridentata

Le orchidee di Quisisana, ventisei diverse specie di bellissimi fiori

Orchis tridentata

Orchis tridentata (foto Ferdinando Fontanella)

Una delle ragioni principali che spinge a viaggiare è senza dubbio il desiderio di scoprire realtà diverse, nuove ed emozionanti. Del resto che senso avrebbe spostarsi da un luogo per visitarne un altro del tutto simile? In quest’ottica le mete preferite dal viaggiatore sono quelle che offrono singolarità culturali, architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche.

Visitare la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia significa realizzare, in una certa misura, il viaggio perfetto, tante sono le peculiarità che questo luogo ameno offre. Il Palazzo Reale con le sue architetture (oggi sottoposte ad accurata opera di restauro) è affacciato su uno degli scorci più belli e famosi del mondo: il Golfo di Napoli, ed è circondato da un delizioso parco di secolari castagni, che gradualmente passa alla circostante vegetazione a bosco misto costituita da numerose essenze arboree come il Leccio, la Roverella, il Carpino nero, l’Ontano, l’Acero. Numerose sono le essenze che crescono nel sottobosco: tra tutte ricordiamo l’Elloboro puzzolente, l’erba di San Lorenzo, il Pungitopo, il Ciclamino primaverile e quello autunnale e la Viola. Passeggiare per i viali del parco e per i sentieri del bosco spesso offre la possibilità di fare quelle piccole grandi scoperte che la quotidiana vita urbana nega. Continua a leggere

Pillole di cultura: Uósemo

a cura del prof. Luigi Casale

a parola “uósemo”, usata nel meridione d’Italia, a Napoli significa “fiuto del cane”. Essa come tantissime altre parole è un relitto della lingua greca, che più a lungo si è parlata nell’Italia bizantina. Ed è originata dalla forma “osmé” o “osmòs” (odore), parole collegate al verbo “osmao” (odoro, fiuto). A loro volta, rispettivamente, da “odmè” (odore) e “ozo” (mando odore, esalo), corrispondenti ai vocaboli latini: “odor” (sostantivo: “odore”) e “oleo” (verbo: it. “olezzo”).

L.C.

P.S. (post scriptum = dopo aver scritto)
Chiedo scusa ai cultori della lingua greca e agli appassionati della sua grafia se ho scritto gli etimi greci con grafia latina. E’ colpa della mia modesta attrezzatura informatica e delle mie limitate capacità a reperire tabelle.
Ciò ha comportato qualche inesattezza, quanto agli accenti grafici e alla lunghezza delle sillabe (cose che non influiscono sulla comprensione del messaggio nella sua essenzialità). Agli esperti non mancheranno gli elementi per la ricostruzione graficamente ineccepibile della corretta lettura.