Le riggiole napoletane nel mondo

Le riggiole napoletane nel mondo

di Giuseppe Zingone

Maioliche Giustiniani ora nel museo di Slovobda in Ucraina

Continua ad avere un discreto successo, l’articolo: L’arte calpestata, le riggiole a Castellammare, una intuizione nata da un articolo pubblicato su: I luoghi dell’Infinito, mensile di arte e cultura del quotidiano Avvenire, era il 2015. Sono nate nel tempo, in rete, diversi tentativi di emulazione anche da parte di produttori di maioliche, la qual cosa ci onora, nulla ci appartiene realmente, anche perché siamo (in questo mondo) solo di passaggio.

Tra le diverse domande che mi sono state poste (che potrete trovare in fondo all’articolo principale) quella che più di tutte mi aveva gratificato fu quella di, Amelia Scola e il suo omaggio a Stabiae, la quale riprendeva una greca dell’antica chiesa di Santa Maria della Pace e partendo dal disegno ivi impresso, la giovane stilista (era il 2018) aveva realizzato una borsa in pelle di eccelsa qualità che portava il nome di Stabiae. Continua a leggere

Cronaca stabiese di cento anni fa

Una cronaca stabiese di cento anni fa. Correva l’anno 1923

a cura del dott. Raffaele Scala

È una storia di cento anni fa, sembra una favola finita male, o se volete, secondo i punti di vista, finita bene con il trionfo della legge. Il quotidiano napoletano, Il Mezzogiorno, l’unico che pubblicò questo fatto di cronaca – fa nomi e cognomi dei protagonisti e delle comparse, persone realmente esistite e quindi dobbiamo, vogliamo crederci che tutto sia vero e non il frutto della fantasia del cronista in cerca di facili emozioni da vendere ai suoi ingenui lettori. Io ve la racconto così come l’ho letta poi ognuno ne tragga le sue conclusioni.(1)

Ambito napoletano, Paesaggio da Pozzano

Torniamo alle notti fredde di fine febbraio del 1923, quando la quiete notturna di Pozzano è rotta da convegni di uomini mascherati dall’aspetto poco rassicurante che soli si aggirano su quel colle. I pacifici abitatori della zona nel vedere quelle ombre notturne, credendoli terroristi o chi sa che si erano rimanevano rintanati nelle loro case. Avevano, in verità avvertiti i carabinieri e fatte arrivare le loro proteste alla locale sezione del Fascio. Per il maresciallo erano sicuramente dei ladri, per i fascisti dei comunisti che tramavano contro la Patria.

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Il Cantiere e la Città

Il Cantiere e la Città

Rubrica curata da Antonio Cimmino – 12 dicembre 2023

Il Cantiere e la Città

Storie di uomini, navi e naviganti. …Raccolta di notizie minute sparse e immagini, con il semplice scopo di lasciare viva la memoria storica del nostro mondo culturale, quello strettamente legato alle vicende del mare.

Le immagini qui pubblicate, si innestano nel tessuto storico, economico e sociale della nostra comunità. Le vicende di migliaia di uomini, che nell’arco dei secoli si sono avvicendati nella costruzione di navi che fino dall’antichità più remota hanno solcato i sette mari.

Immagini evocative, che attraverso il loro scarno ma efficace linguaggio desteranno emozioni, reminiscenze, tracce.

Via, via la narrazione per immagini comporrà un testo aperto e condivisibile (si abbia cura di citare sempre la fonte condivisa) nel quale ciascuno dei lettori rivedrà parenti, amici e compagni di avventura.

Racconteremo la passione, l’amore, i sacrifici, le sofferenze, di generazioni intere di metalmeccanici navali. Uomini, navi e naviganti rappresenteranno l’affascinante mosaico compositivo della storia vera del nostro territorio.

NAVALMECCANICA – Anziani premiati febbraio 1958. Da destra in alto: Francesco Doriano, Giuseppe Imparato, Agostino Iovine, Ciro Leone, Espedito Longobardi- In basso sa destra: Giovanni Santoro, Ernesto Soccavo, Nunziante Amoruso, Vincenzo Del Vasto, Francesco Martorano

GALLERIA EX-DIPENDENTI NAVALMECCANICA

Storie di Uomini e Navi

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Santu Catiello e ll’alluvione

Il 20 gennaio 1764 una disastrosa alluvione provocò ingenti danni alla nostra città, ma grazie all’intercessione di San Catello (per noi stabiesi Santu Catiello) non ci furono vittime, al contrario dei paesi vicini come Lettere, Casola, Gragnano, Pimonte e Vico Equense.

A seguire la poesia composta (nel gennaio 2014) da Bonuccio Gatti, in occasione del 250° anniversario dell’alluvione.

Santu Catiello in una pittura di Ciro Alminni

Santu Catiello in una pittura di Ciro Alminni


Santu Catiello e ll’alluvione

Pure chist’anno è asciuta ‘a prucessione,
pure sta vota s’è mantenuta ‘a tradizione;
‘o maletiempo, accussì comme d’incanto,
è scumparuto propio pe f’ascì’ ‘o Santo!

E chistu ccà è pure ‘n’anno particolare,
ce sta ‘n’anniversario che è da ricordare:
250 anne fa ce fuje ‘na grossa alluvione,
ma Santu Catiello salvaje ‘a pupulazione. Continua a leggere

La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

San Catello a Taranto

La confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

(Nicola Caputo, Destinazione Dio, Maltese editore, Taranto, 1984)

La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

La confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e dei Santi Gennaro e San Catello fu fondata il 5 agosto 1895 con decreto dell’arcivescovo mons. Pietro Alfonso Jorio cui potevano iscriversi solo i dipendenti dell’allora Regio Arsenale.

La congrega fu voluta proprio dai lavoratori dell’Arsenale provenienti da Napoli e dai Cantieri Navali di Castellammare di Stabia.

I primi devoti della Madonna di Piedigrotta i secondi di San Catello patrono di Castellammare. Potevano iscriversi anche altri arsenalotti, ma in qualità di soci benemeriti, senza voto deliberativo e possibilità di occupare cariche. L’abito di rito era composto da camice bianco e mozzetta celeste e, al posto del cappuccio, una specie di panno bianco che scendeva sulle spalle. Continua a leggere