‘E stufe a rena

‘E stufe a rena
di Ferdinando Fontanella

Il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella scrive di suo nonno, lo scritto, racconta in modo semplice e veritiero uno spaccato di vita stabiese.

Il Lungomare con la sabbia Vulcanica

Il Lungomare con la sabbia Vulcanica (coll. Catello Coppola)

Peccato per tutte quelle erbacce e quella immondizia, adesso che questa spiaggia era diventata così grande sarebbe stata il posto ideale per fare delle belle e salutari “stufe a rena”. A questo pensava Mastu Ciccio ogni qualvolta gli capitava di fare quattro passi lungo l’arenile di Castellammare. Immaginava i punti dove sarebbe stato più opportuno scavare le buche, si dilettava a calcolare quante persone avrebbero potuto beneficiare di quella sabbia calda e asciutta. Curarsi con le sabbiature, o per dirla con un termine medico che aveva sentito da un professore, la psammoterapia era, un tempo, uno dei grandi vantaggi che offriva la sua città. Una cura semplice e gratuita per guarire o alleviare i reumatismi, le artrosi. Un toccasana soprattutto per la gente più povera che per campare faceva lavori logoranti, mangiava poco e viveva nei bassi, case piccole e umide al piano terra o nei seminterrati dei palazzi del centro antico dove raramente arrivava il sole Un lungo e piovoso inverno passato in queste condizioni spesso lasciava profondi segni nello spirito e nel corpo. Segni dolorosi che solo l’arrivo della calda estate, del sole, dell’aria di mare e della sabbia potevano mandare via. Una sabbia costituita da un miscuglio di minerali unico al mondo, una ricetta i cui ingredienti erano stati portati dal vicino Vesuvio, dal Fiume Sarno e dai circostanti monti calcarei come il Faito. Una sabbia ricca di preziosi minerali che il sole asciugava e riscaldava fino ad una temperatura di 50-60 gradi. Continua a leggere

Errico Gaeta

Errico Gaeta

di Giuseppe Zingone

Gaeta Errico, Castellamare

Castellammare di Stabia 11 Settembre 1840 – Castellammare di Stabia 5 Luglio 18871

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  1. Errico Gaeta fu vittima di un vile agguato in località di Pozzano il giorno 4 Luglio, mentre era intento a dipingere, la sua amata Castellammare, per approfondimenti si rimanda al pdf di Rosario Caputo, Errico Gaeta, Edizioni Vincent, 2014. In questo preciso momento della sua vita, Gaeta si trova all’apice della sua carriera, oramai è noto in Italia ed in ambito internazionale.
Giovanni Celoro Parascandolo

Giovanni Celoro Parascandolo: elogio funebre

ELOGIO FUNEBRE
DEL
Gr. Uff. Dott. Giovanni Celoro Parascandolo

di Gaetano Pagano

 

   Il dottor Giovanni Celoro Parascandolo è stato un medico e uno storico.
Come medico ha svolto la sua professione con attento scrupolo e caloroso zelo. Si apriva alla persona intera che a lui si rivolgeva e non soltanto ai sintomi della malattia, coinvolgeva se stesso fino alla completa guarigione del paziente ed esigeva il rispetto assoluto delle sue prescrizioni. Sapeva aprirsi alle urgenti richieste dei sofferenti nel corpo e questa disponibilità, questa apertura, questa condivisione del dolore poteva dirsi segno non solo di maturità professionale e di rispetto della deontologia medica, ma anche segno di una fede operosa. Egli, quindi, dava vitalità, arricchimento e calore umano alle regole che governano l’esercizio della scienza medica, ponendosi sulla scia luminosa del professore Giuseppe Moscati, il grande santo di cui era particolarmente devoto.

Libero D'Orsi e il dottor Giovanni Celoro Parascandolo, immagine di copertina di Come ritrovai l'antica Stabia

Eccelsi ricercatori stabiesi: Il dottor Giovanni Celoro Parascandolo con il preside Libero D’Orsi.

  Come storico ha riordinato documenti, ha portato contributi alla storiografia di Castellammare e delle città che la circonda­no. Ha elaborato dati, notizie, cronache, saggi e studi sulla Chiesa stabiana (Vescovi della Diocesi. Vicari Capitolari, monasteri e chiese), ha indagato su eventi particolari, portando alla luce cose che ora possono considerarsi (così come le opere del grande e indimenticabile Mons. Prof. Francesco di Capua) pilastri portanti della storiografia locale. E ciò gli ha meritato l’appartenenza alla Società Napoletana di Storia Patria. Continua a leggere

Raffaele Guida, storia di un socialista stabiese

Raffaele Guida, storia di un socialista moderato di Castellammare di Stabia

articolo del dott. Raffaele Scala

Premesse

Maurizio buonasera,
       eccomi ancora una volta con una nuova biografia su un protagonista del nostro locale movimento operaio, forse meno famoso, ma non per questo meno importante. A differenza di tanti altri da me pubblicati non era quello che si dice un rivoluzionario di professione, non era un estremista ma mai gli venne meno la fede nel socialismo e fu sempre coerente con le sue idee, anche durante il regime fascista. Forse a differenza di quanti ebbero il coraggio di affrontare il confino politico, il carcere e l’espatrio forzato, egli non si espose, ritirandosi a vita privata e dedicandosi al lavoro e alla famiglia, ma di sicuro non tradì la sue idee, non le rinnegò come tanti altri che non esitarono a indossare la camicia nera. E questi furono molti, troppi, alcuni invaghiti dalle parole immaginifiche di Mussolini, altri, la maggioranza, per pura, meschina convenienza.
Raffaele Guida è scomparso nel 1967, forse tra quanti leggeranno la sua biografia, alcuni tra i più anziani lo ricordano perché è stato un protagonista anche nel secondo dopoguerra quale consigliere comunale e assessore del PSI fino ai primi anni Sessanta. Chi vorrà, se avrà documenti, foto o ricordi personali, potrà mettersi in contatto con il sottoscritto, tramite Libero Ricercatore.

Come sempre grazie per lo spazio concesso e arrivederci. Raffaele Scala


Piazza Spartaco del pittore Antonio Gargiulo

Piazza Spartaco del pittore Antonio Gargiulo

Raffaele Guida si avvicinò al socialismo relativamente tardi, la politica non doveva rientrare tra i suoi maggiori interessi e anche quando cominciò ad occuparsene lo fece più da spettatore interessato che da militante. Non a caso nella sua breve autobiografia egli racconta, sbagliando, che fino al  primo conflitto mondiale a Castellammare non esistevano sezioni di partito, portando come esempio che ad ogni vigilia di elezioni politiche gli oratori venivano da Napoli, quasi sempre esponenti di fama nazionale o deputati del Partito, come Arnaldo Lucci, Ettore Ciccotti, fino al deputato emiliano, ma milanese di adozione, Dino Rondani, un formidabile oratore presente nel circondario di Castellammare fin dal 1898. Continua a leggere

Madonna di Pozzano

Santa Maria di Pozzano

a cura di Maurizio Cuomo

Il rito delle “incoronazioni mariane” si fa risalire al nobile Alessandro Sforza Pallavicini, il quale lasciò cospicui beni al Capitolo di San Pietro in Vaticano purché dopo la sua morte, come scritto nel testamento del 3 luglio 1636, provvedesse a incoronare le immagini più celebri della Vergine1.

A Castellammare ci sono sei Immagini della Madonna che, per i loro pregi artistici, per l’antichità e per la grande devozione dei fedeli, sono state incoronate con decreto del Rev.mo Capitolo Vaticano, in accoglimento del desiderio del popolo stabiese. A seguire ve le proponiamo corredate da una breve descrizione.


Le immagini incoronate della Madonna:

Madonna di Pozzano

Madonna di Pozzano

Titolo dell’Immagine: Santa Maria di Pozzano
Data del rito d’Incoronazione: 2 luglio 1874
Prelato che ha proceduto al rito: (*) Vescovo Francesco Saverio Petagna


Note:

(*) da Michele Palumbo – Stabiae e Castellammare di Stabia – Aldo Fiory Editore Napoli 1972;

  

  1. da: Luoghi dell’Infinito – “Val d’Ega, la fede delle Dolomiti”, articolo di Paolo Simoncelli