L’arte calpestata, le riggiole a Castellammare

L’arte Calpestata, le riggiole a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Articolo aggiornato con una nuova riggiola il 29 giugno 2023

Greca 4

Il titolo di questo nuovo spazio “L’arte calpestata“, che spero si possa arricchire del contributo di quanti vorranno a modo loro implementare questo lavoro con proprie immagini, può trarre in inganno e sembrare volutamente polemico. Dunque per fugare il campo da ogni possibile errata e inutile interpretazione, diremo immediatamente che l’argomento trattato concerne pavimenti o pavimentazioni, dai più semplici a quelli monumentali.

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Melenzane sott'olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane sott’olio

Melenzane sott’olio alla vecchia maniera contadina

articolo di Franco dei Monti Lattari

Melenzane sott'olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane sott’olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane, qualità NOSTRANE, tonde all’apice e un po’ durette nel toccarle. Non confondersi con la “MIRABELL”, melenzana identica, ma molto più tenera. Periodo di preparazione fine mese di agosto / settembre (quando il prezzo è più basso).

Lavare le stesse per eliminare terreno e pesticidi. Pelarle e tagliare a fettine spesse mediamente 3 – 4 millimetri. Continua a leggere

Olga Ossani, Febea

Olga Ossani, Febea

di Giuseppe Zingone

Olga Ossani

Olga Ossani nasce a Roma il 24 maggio del 1857 da Carlo e Maria Paradisi.
I genitori furono portavoce di quei valori risorgimentali che segneranno la vita ed il carattere di Olga, imprigionati nelle carceri pontificie nel 1862, (Olga aveva solo cinque anni). Dai ricordi di questa drammatica esperienza familiare scrive nel 1908, il racconto La bambola in prigione. Continua a leggere

Vaccariello di San Giovanni

Vaccariello, ovvero quando i bambini giocavano con gli insetti

a cura di Ferdinando Fontanella

Cari Liberi Ricercatori, scrivo per aggiungere alcune “precisazioni” naturalistiche alle interessantissime notizie entomologiche ricavabili dagli scritti, pubblicati nel sito, dagli amici Antonio Cimmino e Luigi Casale, che di seguito riporto in sintesi:

‘E purcelli ‘e San Giuvanne (di Antonio Cimmino)

Nel mese di giugno specialmente in corrispondenza delle festività di San Giovanni Battista, compaiono dei coleotteri di color marrone comunemente chiamati “vaccarielli o purcielli”. Ai miei tempi i ragazzi cercavano di acchiapparli cantando la seguente canzoncina: “Scinne purciello ‘e San Giuvanne, è arrivato ‘o cusutore t’ha purtato ‘nu cazone, ‘nu cazune e ‘na vunnella scenni purciello mio bello”. Quando (molto facilmente) si prendevano questi animaletti, si legava un filo di cotone al corno che stava sulla testa del maschio e lo si liberava. Si otteneva, così, un aquilone animato.

Vaccariello di San Giovanni

Vaccariello di San Giovanni

La lettera del prof. Luigi Casale

Vorrei pregarti di chiedere al dott. Cimmino se è possibile, attraverso il confronto di alcune coincidenze, avanzare qualche ipotesi di analogia o di corrispondenza, sulla usanza infantile (d’altri tempi, peraltro) di giocare colle “vaccarelle” di S. Antonio (così le chiamavamo noi).
Ecco le coincidenze: l’insetto dovrebbe chiamarsi “Lucanus cervus” ed è quello che comunemente è detto “cervo volante”.

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Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

Nocillo aromatizzato (alle cento erbe)

ricetta originale della compianta Zi’ Filumena di via Schito

a cura di Maurizio Cuomo (articolo pubblicato il 23/06/2003)

Tipico delle nostre zone, per tradizione è prodotto in maniera artigianale. Per l’alto contenuto alcolico questo liquore è quasi esclusivamente impiegato per la cura di varie sintomatologie, tra le quali ricordiamo: il mal di denti e la pesantezza nella digestione. La vena amara delle erbe aromatiche, in contrasto con il sapore spiritato, conferiscono al nocillo un inconfondibile sapore, che lo rende unico nel genere. Apprezzato dagli intenditori come amaro, viene degustato a piccole dosi.

Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

La tradizione vuole che la raccolta delle noci e la preparazione di tutte le erbe avvenga esclusivamente il 23 giugno (vigilia di S. Giovanni). Proponiamo la ricetta originale di “Zi’ Filumena” (anziana signora di via Schito), che per anni e con amore, ha preparato per il vicinato le dosi esatte delle erbe necessarie alla produzione di questo antico liquore.

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