Palazzo del Fascio
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
Al posto dell’attuale Palazzo del Fascio vi esisteva un antico spiazzo, da sempre chiamato Ponticello. Senonché, nel 1909, l’avv. Giuseppe de Rosa fece richiesta al Comune di censirgli tale suolo per costruire il proprio villino.
Questa circostanza fece riflettere il Comune che, nello stesso anno, decise di trasformare la piazzetta – nel frattempo ribattezzata Nino Bixio – in un giardino, con ringhiera in ferro.
Ma inopinatamente, negli anni ’40 del ‘900, la piazzetta fu definitivamente occupata dalla severa e stereotipa Casa del Fascio. Al termine del periodo fascista e quindi in tempi a noi più vicini, il palazzo, fu dapprima sede della biblioteca Comunale per poi essere occupato per numerosi anni da alcune famiglie terremotate senza tetto che lo presero a ricovero.
Liberato poi (da qualche anno) dall’improprio ruolo di civile abitazione, il palazzo oggi è in attesa di essere destinato alla realizzazione di uno dei tanti progetti (depositati negli uffici comunali) che lo vedono protagonista.
A completezza della ricostruzione fatta dal compianto prof. D’Angelo, e qui riproposta ,ricordo che la Casa del Fascio fu nell’immediato secondo dopoguerra sede dell’Uomo Qualunque, di cui il notaio Francesco Saverio D’Orsi fu uno dei fondatori, prima di diventare un protagonista della Democrazia Cristiana. La sede fu poi occupata dai giovani comunisti stabiesi del Fronte della Gioventù capitanati da Luigi D’Auria. Successivamente divenne sede della Camera del Lavoro, poi abbandonata per far posto ad alcune famiglie sfrattate in seguite al crollo di alcune case nel Centro Storico nel 1952. Divenne infine sede della Biblioteca comunale..
Raffaele Scala