Ricetta di Aniello Rosato, dai ricordi della nipote Carmela Rosato.
Questo piatto povero veniva preparato anticamente dagli stabiesi amanti delle specialità a base di frutti di mare, che non avendo la possibilità economica di poter acquistare, grazie a questa ricetta-espediente, riuscivano ad accontentarsi del solo profumo e sapore del mare. Le pietre usate come ingrediente principe di questa deliziosa ricetta, solitamente venivano raccolte dal fondo del mare di Pozzano.
Ingredienti (per 5 persone):
5-6 pietre di grandezza media (il pugno di un bambino)
900 gr. di pomodorini maturi o un barattolo di passata di pomodoro da 750g
½ Kg. di spaghetti o linguine
125 gr. di olio extra vergine di oliva (mezzo bicchiere)
1 spicchio di aglio
1 peperoncino piccante
1 ciuffo di prezzemolo fresco
Sale quanto basta
Preparazione:
( tempo: circa 40 minuti – difficoltà: * )
In una pentola dai bordi alti, soffriggere nell’olio l’aglio sbucciato e schiacciato e il peperoncino tritato, aggiungere il prezzemolo e i pomodorini tagliati a pezzettini. Porre le pietre in un canovaccio bianco di tela naturale e legare i quattro angoli a mo’ di fagotto; immergere nel sugo e lasciare cuocere lentamente per circa mezz’ora, dando alle pietre il tempo di rilasciare gli odori e i sapori del mare, mescolando di tanto in tanto. Aggiustare di sale. Il sugo deve essere cotto, ma non troppo ristretto. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, colare al dente e ultimare la cottura nel sugo stesso dopo aver tolto le pietre. Servire ben caldo.
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