La collezione di pastori di Tobia Vollono di Castellammare di Stabia
articolo di Massimiliano Greco
“È degno di essere menzionato il Presepe del sig. Tobia Vollono, negoziante di grani in Castellammare di Stabia il quale benché tardi, pure ha fatto sforzi erculei per acquistare una immensa massa di roba, ed ha fatto più volte un grandioso ed artistico presepe che occupava più spazio; ed è veramente ammirabile per essere sorto quando più non si vedevano Presepi di questa mole. Innumerevoli erano i visitatori che ammiravano un’opera mai vista in quella città, per morte avvenuta in famiglia, sono più anni che non lo ha costruito”.
Così scriveva Antonio Perrone nel 1896 ne “ Il presepe a Napoli. Cenni storici”.
La storia di questa collezione mi ha sempre affascinato ma purtroppo le ricerche di notizie, documenti o immagini d’epoca fino ad oggi sono state vane e, probabilmente, tali resteranno.
Sono arrivate a noi solo le immagini di uno sparuto gruppo di pastori.
Varie fonti orali confermano che era vasta al punto che il proprietario fece costruire una palazzina per contenerla, Villa Vollono alle Fratte, ed in ogni stanza, pare fosse posizionata una natività.
Le uniche informazioni di prima mano vengono da mio padre che raccontava di pastori riposti in ogni dove: mobili, tavoli, divani e perfino per terra.
Siamo nella seconda metà degli anni ’30, e a seguito di probabili divisioni ereditarie, una cospicua parte era entrata in possesso della signora Carlotta Greco (nessun legame di parentela), che abitava a Castellammare nel palazzo al Corso Vittorio Emanuele dove mio nonno aveva “La Latteria Romana”, e dove papà che era ben voluto, ci si recava spesso, probabilmente per consegnare qualcosa che era stato ordinato al nonno.
Fatta la consegna, non di rado gli chiedevano di rimanere ma dopo un po’, a causa dei baci e dei pizzicotti che gli davano, avrà avuto 7/8 anni ed anche allora era paffuto, papà scoppiava in un pianto a dirotto che la signora Carlotta cercava inutilmente di placare con il regalo di un “pastorello”: “Antonio” -gli ripeteva- prendi un pastorello dai…”.
Papà quando raccontava questo episodio, con il sorriso sulle labbra, non poteva far a meno di ripetere: ah se avessi accettato…
Anni dopo, siamo a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, ritornò in quella casa e riuscì ad acquistare una natività del Gori, firmata, di pregiata fattura e di rara bellezza.
Questi pastori di cui restano solo alcune immagini del suo archivio, nella metà degli anni ’80 furono ceduti ad un collezionista napoletano e, stando a fonti attendibilissime, non molti anni fa sono stati oggetto di furto.
Gli altri pastori riprodotti in foto, due natività, due bambini Gesù, un angelo ed una Georgiana, provengono con certezza dalla collezione Vollono ed appartengono a collezionisti privati.
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