Piazza Principe Umberto
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
In tale luogo, ove esisteva una delle Porte della città, la Porta del Quartuccio, si esigeva un diritto di passo su tutti i carri che immettevano in città legumi, frutta, orzo ed altre vettovaglie.
Questa Gabella di origine angioina, fu introdotta in Castellammare nell’anno 1299. Il quartuccio era un’antica misura napoletana, che corrispondeva a poco più di due chili (2,294 kg), ed evidentemente l’importo della gabella era equiparato a tale misura.
Questa piazza mantenne l’antica fisionomia fino agli inizi dell’Ottocento, quando, per la demolizione delle mura difensive, ormai inutili, la città inizia la propria espansione verso nord.
Viene ampliato l’antico palazzo Martingano (angolo piazza Principe Umberto – via Mazzini), vengono edificati al lato est della piazza le case del generale Avitabile; su antiche fabbriche, iniziate nel 1793 per il nuovo palazzo comunale, il palazzo Rispoli, costruito nel 1829 (ex bar Cirillo), e nel 1831 il palazzo, prima di proprietà Stanzione, poi Meneghini, poi Spagnuolo ed infine Cardone (angolo corso Garibaldi e Vittorio Emanuele.