Pillole di cultura: Ginnastica

a cura del prof. Luigi Casale

Fino a cinquant’anni fa – si era nel 1963, anno della riforma della Scuola Media Unificata – in Italia Ginnasio era il nome della scuola (media dalla durata di 5 anni) che preparava agli studi “classici” (linguistici, storici, filosofici) proprio perché impostati sulla base della eredità culturale della classicità greco-romana. Studi che si completavano nel corso del “Liceo classico” che durava tre anni (5+3), contrariamente agli altri indirizzi liceali e tecnici che duravano cinque anni (3+5).
Ci rendiamo conto che la differenza di durata era solo apparente perché comunque gli anni di scuola media (tra quella inferiore e quella superiore) era sempre di otto anni. Solo il percorso dell’indirizzo “magistrale” (formazione di maestri e maestre) durava sette anni (3+4) e abilitava all’insegnamento senza la necessità di continuare gli studi universitari.

Quella che all’inizio degli anni 60 fu definita la Scuola media unica, precedentemente era una scuola “media” diversificata in due percorsi: il ginnasio (di 5 anni; ma poteva anche essere interrotto al terzo anno per passare poi alle scuole tecniche professionalizzanti) e la scuola di avviamento al lavoro (3 anni; con possibilità di proseguire gli studi nel liceo scientifico, magistrale o presso gli istituti tecnici, e addirittura all’Università, con l’esclusione solo di alcune Facoltà).

L’istituzione del cosiddetto Liceo scientifico, o artistico, che si differenziavano dagli altri corsi quinquennali, non aveva sminuito l’aspetto selettivo del Liceo classico: nella forma e nella sostanza; tanto che solo l’aspirazione alla formazione classica continuava a tenere in vita i due esami di sbarramento (esame di ammissione), quello che ammetteva alla scuola media (dopo la quinta elementare) e quello per accedere al triennio conclusivo del Liceo (dopo la quinta ginnasiale). Creando così una differenza nel conteggio degli anni tra liceo classico e tutti gli altri corsi della scuola media superiore. Anche se si trattava solo di una differenza nominale. In effetti il Liceo classico aveva conservato nella denominazione delle classi una particolare anomalia, che fino a pochi anni fa ha consentita di mantenere almeno nella memoria storica la parola ginnasio, per chiamare le ex-classi ginnasiali (4^ ginnasio, 5^ ginnasio) che poi altro non erano che il biennio iniziale del Liceo classico: quella che appariva solo una trascurabile anomalia nascondeva però una volontà conservatrice di una tradizione scolastica elitaria, oltre ad una terminologia (e una concezione) classicheggiante.

Fuori dall’Italia già da tempo la parola Gymnasium era passata a designare la palestra, lo spazio per l’attività fisica, la sede cioè degli esercizi sportivi, la “ginnastica”, appunto. Evidentemente i termini gymnasium e ginnasio, e la stessa parola ginnastica sia in Italia che altrove erano “parole dotte”, cioè parole entrate nella lingua moderna senza aver subito la naturale trasformazione che subiscono le parole nella lunga e lenta evoluzione che la lingua viva subisce attraverso l’uso costante.
Ginnasio, ginnastica, ginnico: fanno parte della famiglia di parole riconducibili all’aggettivo greco γυμνός = nudo (completamente senza vestiti). Il ginnasio è perciò il luogo dove si sta nudi. Il luogo quindi degli esercizi fisici. La statuaria antica oltre ai soggetti in tema, cioè gli atleti rappresentati nel momento dell’esercizio fisico, ci presenta una vasta gamma di personaggi mitologici, sia maschi che femmine, completamente nudi.

Quanto alle donne è risaputo che a Sparta esse ricevevano la stessa educazione dei maschi. Mentre per le altre città dell’Ellade la loro crescita e la loro formazione, compresa la cura del corpo e gli esercizi fisici, avvenivano in appositi gruppi femminili.
Nella lingua e nella tradizione italiana il Ginnasio è divenuto la “palestra della cultura”, il luogo delle esercitazioni del pensiero (classico). Linguisticamente si dice che ha operato la metafora (cioè la trasposizione di senso dietro una parola che significa un’altra cosa.

L.C.

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