a cura del prof. Luigi Casale
C’è poco da dire su “terremoto”, perché la sua etimologia è facile. Ma ci vuole il latino. Come in tante altre situazioni linguistiche e non. Ditelo ai giovani della scuola media che devono scegliere l’indirizzo scolastico per continuare il percorso di formazione umana!
La parola nasce dalla espressione “terrae motus” o “terrae motum” (meglio: accusativo; infatti la consonante finale “m” è stata la prima delle consonanti finali di parole ad essere oscurata nel corso del tempo; “a cadere”, come si dice). Ma c’è anche l’ablativo “terrae motu” che – naturalmente, cioè già per sua natura – non ha una consonante finale.
Allora, facilmente, si capisce la trasformazione di terrae-motu(m) in terremoto. Movimento della terra, moto della terra, scossa della terra. Si intende che motus è il sostantivo derivato dal verbo “moveo/movi/motum/movère” (muovere, agitare, scuotere). Quello che i greci chiamavano “seisma” (scuotimento, scossa): dal verbo “seio” (scuoto, agito, crollo).
L.C.
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