Quartiere “PARCO IMPERIALE” anni ’80
( nei ricordi del sig. Vincenzo Cesarano )
Tra il 1960 e il 1970, in una zona collinare tra C/MMARE DI STABIA e GRAGNANO, ci fu un notevole sviluppo edilizio. Una delle prime costruzioni fu un PARCO, opera del costruttore Imperiale da cui il nome a tutto il circondariale.
Formato da cinque edifici separati e situato alla fine della salita, oggi Via Dante Alighieri, adiacente al Ponte ferroviario (percorrendo l’inizio di Via Madonna delle Grazie da Via Cosenza).
Le strade di oggi: via Dante Alighieri, via G. Leopardi, via R. Viviani, via U. Foscolo, che tracciano questo territorio, prima del 1988/89 erano raggruppate nell’unica Via Madonna delle Grazie.
Inizialmente il fiorente popolamento della zona portò all’apertura (anni ’60) di una fermata ferroviaria “la stazione Madonna delle Grazie” (oggi purtroppo soppressa) sul percorso Napoli-Torre Ann.-C/mmare di Stabia-Gragnano, poi una fermata autobus e altri servizi (oggi anche una Farmacia).
Tutto il “Parco Imperiale” era come un grande CIRCUITO che rappresentava il nostro piccolo mondo. Anche la scuola ne faceva parte. Infatti, la” IV scuola media statale di Gragnano “oggi ISTITUTO SCOLASTICO “G. SIANI”, era la NOSTRA SCUOLA MEDIA. Caratterizzata dal fatto che le aule erano ubicate nei locali (adibiti anche a negozi) sui marciapiedi dei palazzi sopraelencati. Queste erano molto piccole, infatti la porta d’ingresso era lasciata spesse volte aperta o socchiusa per far circolare aria. Addirittura era possibile salutare, dal proprio banco, la propria mamma che andava a fare la spesa o qualche altro conoscente per strada.
Preme ricordare alcuni negozi e “pionieri” come il tabaccaio/edicolante Sig. EDUARDO, la merceria del Sig. REMIGIO, il fruttivendolo Sig. PASQUALE, il Bar della Sig.ra FILOMENA. Poi alcune salumerie, una lavanderia, un panificio, una pizzeria, una pasticceria.
Una persona molto significativa per le prime aggregazioni sociali fu il Sig. Francesco Valanzano (per tutti Don Franco) un uomo di sport, che malgrado una certa età, coinvolgeva bambini e ragazzi della zona in gare e attività ludico-sportive. Ci radunava nel cortile del palazzo “Sel.Pan” e si partiva (rigorosamente a piedi e in “fila indiana”) verso l’impervio percorso stradale per raggiungere il campetto della chiesa Madonna delle Grazie. Anche grazie alla sua operosità fu creata, poi, una stradina tipo scorciatoia-labirinto (detta ‘a Viarella) che tutt’ora dà accesso su Via Ponte Carmiano.
Alcuni palazzi e zone, venivano identificati o con la “persona- riferimento” o per “particolarità”, tipo: ” ‘o palazzo ‘e REMIGIO”; ” ‘o palazzo ‘e SISINA; ” ‘o Grattacielo” (con i suoi 10 piani); ” ‘o palazzo del campo celeste (per le piastrelle di colore celeste); ” ‘a via dei testimoni di Geova (Sala)” con annessa CASA STREGATA” (appartamento abbandonato); ” ‘a via degli Evangelisti”(Chiesa); fino ad arrivare “da Mandara”.
Una particolare considerazione va fatta però per il Palazzo “Sel.Pan”, antistante alla ex fermata della stazione ferroviaria. Il suo ampio cortile recintato, infatti, consentiva ai bambini residenti e non, di poter giocare e scorrazzare liberamente anche con una certa sicurezza visto la presenza di portinai gentili e rigorosi (Don Emilio e moglie Sig.ra Natalina).
Si giocava con biciclette, a palla, nascondino, ma anche ad altro: le “catenelle”, “una luna”, le “sette pietre”, “‘a catena”, “‘a pastora”, “a zomba cavalier”, con le figurine, salto dell’elastico/molla (bambine), etc.
Tutto, poi, si amplificò con i primi Circoli ricreativi/bar (di “Don Salvatore”, di “zi’ Vicienzo e zi’ Michele”), proprio nei locali condominiali che circoscrivono il cortile. Vendevano per lo più caramelle, qualche bibita o gelati, tavolini per giocare a carte, ma l’attrazione principale erano i primi videogiochi (a 100/200 lire a partita), biliardini e Flipper. Anche l’avvento dei primi “giochi/computer casalinghi” come: il Commodore 64/128, Atari, VIC 20, Intelevision, etc, non tolse a noi bambini quel senso di “aggregazione-contatto” fatto di presenza proprio in quel cortile, vissuto come un’estensione delle nostre case.
Mi auguro che, coloro che hanno vissuto questo periodo, possano arricchire (con dettagli, note o foto) questo mio modesto e personale ricordo, sempre su questo splendido Portale.
Grazie e un grande saluto alla redazione da Vincenzo Cesarano.
Note: *Per noi bambini/ragazzi, il suffisso “Don” o “Zi'” davanti ai nomi indicava non solo una persona più anziana, ma anche RISPETTO per essi, infatti ad un loro rimprovero non si reagiva mai con aria di sfida (come oggi!!) ma al massimo si imprecava bisbigliando con il capo chino.
P.S.: se possibile, allegare questo articolo a : FOTO inviata il 29 Agosto 2018 ( 5a elementare-Parco Imperiale a.s. 1982/83) che, comunque, allego nuovamente.
Galleria fotografica:
Commovente caro Vincenzo, hai fatto una cronistoria realistica e minuziosa. Quanti bellissimi ricordi che rimarranno nel cuore per sempre. Volti di persone carissime che sono stati e saranno compagni di vita, i tuoi genitori fra questi. Ti ringrazio per questo emozionante contributo e ti mando un abbraccio forte.
Silvana Francese
Ho avuto l’onore e il piacere di abitarci, cosa che mi ha permesso di crescere, di maturare e di conoscere persone stupende. Gli eventi hanno voluto che mi “allontanassi” dal Parco Imperiale (e dalla zona stabiese in genere) ma ci torno sempre volentieri. Comunque questo articolo mi ha fatto tornare indietro di 20 anni e più!
grande commento hai descritto tutto mi hai riportato in dietro di tanti anni fa .. bei tempi
Io abitavo nel palazzo di don Remigio , o del bar e pinucc, da piccolo mi chiamavano o varesino ,.che ricordi…..
Bellissimo quello che hai raccontato mi hai fatto rivivere quei tempi ed era tt più bello
Bei ricordi! Abitavo nel palazzo Sel.Pan. e ricordo tutti. On affetto. Il caro Don Franco, sono stato uno dei primi della Società di Atletica Lèggerà Circolo San Paolo e la domenica mattina, i più grandi di età, insieme ad Enzo Amato, cognato di Don Franco, partivamo dal San Marco per fare la “corsetta”, alcune volte addirittura sino a Vico Equense.
Quando ci andai a vivere, pensate, il palazzo era ancora in costruzione. Grandi, grandissimi ricordi. Un abbraccio a tutti.
Pietro Lo Priore
Bellissimo…!
Un tuffo nel passato e in un’infanzia vissuta allegramente in compagnia con tutti gli amici del parco e fuori, che erano “ospiti” quando chiedevano ‘Abiti qui?’ e tutti in coro a rispondere ‘sono con me’… si creava un forte senso di aggregazione e complicità.
Grazie Vincenzo. Ricordi bellissimi. Io ho vinto tante gare con Don Franco cercherò delle foto. Grazie ancora.
La mia vita è legata indissolubilmente ed emozionalmente al parco. Il Don Franco di cui alla splendida sintesi appena letta è stato il mio mentore. L’uomo che, con i miei genitori, ha dato un indirizzo preciso alla mia vita. Don Franco, la sua enorme passione per la corsa, per l’atletica. Quanti ricordi, quanti momenti, quanti volti impressi nella mente, e ancor prima nel cuore. Oggi mi trovo ad essere giornalista sportivo e, per diletto, alleno atleti di ogni dove. Quando lo scorso anno ho presentato le universiadi, l’evento più importante al mondo del 2019, la mia dedica è stata proprio per Don Franco. Non poteva che essere per lui. A tutti voi che magari state leggendo e che nel parco avete le vostre radici… Dico che siamo stati dei fortunati, per aver vissuto anni deliziosi, nella loro meravigliosa semplicità. Marco Cascone. P. S. Mio figlio fabiano mi ha fatto leggere questo post, segno che la storia continua…
Io abitavo di fronte alla pizzeria,stavamo sempre nel bar di don Peppe,bei ricordi che tu mi hai fatto rivivere.grazie 1000.
Scusate, io del Parco (nel senso di giardini curati e piantumati, con abitazioni altrettanto curate immerse nel verde) non ci vedo niente, quel che vedo è una colata di calcestruzzo selvaggia, brutti palazzoni mal tenuti, erbacce e quant’altro.
Tutto questo si può definire Parco?
Qual’è il criterio ?
Gragnano dei miei ricordi era meglio negli anni 50, primi anni 60, eravamo più poveri, pezze al culo, morti di fame ma il paese aveva un suo volto romantico.
Ancora oggi non c’è un recupero storico architettonico dei vecchi palazzi, quelli recenti hanno le facciate deturpate da verande impattanti fai fa te, balconi “sgarrupati”, tende da sole una diversa dall’altra.
Ho vissuto sul parco e trascorso tutta la mia infanzia tra gli anni 80 e 90,ho conosciuto persone fantastiche che sento gran parte tutt’ora anche grazie ai social. Io abitavo nel palazzo difronte alla pizzeria in via raffaele viviani
Bellissimi ricordi quello del P.co imperiale, vissuti tra il 1980 e il la fine del 1988, bei tempi.
Parco Imperiale, già dal nome si deduce la grandiosità, purtroppo svanita, del luogo.
Ho avuto la fortuna di abitarci dall’inizio della sua costruzione anno 1972 , opera di Ludovico Imperiale, da cui la zona prese il nome .
Fu progettata come zona residenziale e abitata all’epoca da molte persone provenienti da altre regioni che per motivi di lavoro la scelsero come loro dimora; dotata di tutti i conforti, parco con verde attrezzato, circondato da pini e recintato con rose meravigliose, dotato di piscina, campo tennis in terra rossa, campo bocce, sala condominiale dove si poteva trascorrere insieme un pò di tempo magari distraendosi con carte da gioco, dama.
complimenti, anch’io ho fatto parte della storia abitando dal 1971 nel palazzo di 10 piani….