Quisisana e la Casina di campagna del Re
a cura di Giuseppe Zingone
Qualche mese fa (fine estate 2017) in una delle giornaliere comunicazioni della Redazione di Liberoricercatore, il direttore Maurizio Cuomo, mi chiese di elaborare uno scritto sulla Reggia di Quisisana che a dire il vero, io, non accolsi favorevolmente, una cosa superflua ed inutile mi sembrò al momento, per diverse ragioni, delle quali alcune inserirò qui, mi riproposi di riporre subito l’idea nel cassetto dei lavori da produrre. Ma molto, molto in fondo….
Un lavoro ben fatto è spesso il lavoro di una vita o una grande parentesi di essa, in quanto tale ha bisogno di tempi biblici, come andare alla ricerca delle fonti, soggiornare e perdersi nei grandi archivi ed infine c’è anche il non minore problema della distanza tra Roma e Napoli, che mi avrebbe indotto a spostare la ricerca di notizie in estate quando anche gli archivi chiudono per le ferie. Infine mi son detto: alcuni lavori già prodotti da Liberoricercatore (che citeremo in nota o nel testo) ma senza riprenderli per non annoiarci, riprendono notizie anche di prim’ordine e spesso nuove rispetto ai lavori già pubblicati da altri autori.
Ci tengo a sottolineare, come ben afferma il nome del sito, sono solamente un liberoricercatore animato da passione per la ricerca e amore per la mia Castellammare, gli studi quelli corposi e ahimè che tanta noia arrecano al lettore, li lasciamo da parte. Il tempo è giunto anche per Quisisana e non mi dilungo godetevi questa parentesi sul Casale Regio di Quisisana e immergetevi nelle parole dell’Abate Francesco Sacco.
Buona lettura! Giuseppe Zingone
“Quisisana: Casale Regio di Castellammare, situato sopra un’amena collina d’aria salubre e nella distanza d’un miglio dalla Città di Castellammare, e di quindici da Napoli, che si appartiene al patrimonio privato del Re Nostro Signore per la successione ai Beni Farnesiani. In questo piccolo Casale è da notarsi soltanto una Chiesa Parrocchiale sotto il titolo della Maddalena1 di vago disegno edificata da un anno in quà a spese del Nostro Augusto Monarca Ferdinando IV. che il Signore sempre feliciti.
Il suo territorio è montuoso onde dà scarsi prodotti ed i maggiori consistono in frutti, ed in legname sopra tutto di castagne del quale abbonda. Il numero de suoi abitanti ascende a cento novantatrè sotto la cura spirituale d un Parroco. Contiguo a questo Regio Casale vi è un Casino di Campagna, ove la Corte Reale suol fare soggiorno ne’ mesi estivi. Questo vago, ed ameno Casino è composto di due Appartamenti con due Logge, da dove si veggono varj deliziosi punti di veduta. Tra le cose degne da notarsi nel recinto di questo Casino ch’è d’una grande estensione, sono molti viali ordinatamente disposti e cinti da alberi di castagne, le cui foglie in tempo della State garantiscono le persone dal Sole. Questi stessi Viali vengono intersecati di tratto in tratto da altri più piccoli i quali comunicandosi a vicenda, formano varj deliziosi passeggi, ed offrono agli occhi dello spettatore vedute così varie e così dilettevoli che l’anima vi è rapita ed incantata. I principali di questi vaghi, ed ameni Viali sono tre, e sono:
1. Il Viale che comincia dal cancello dell’entrata del Casino di Campagna, il quale ha trenta palmi di larghezza ed un quinto di miglio di lunghezza ed è tutto ricoperto d’alberi di viti.
2. Il Viale, che prende il suo principio dalla metà del Casino di Campagna, e che va a terminare alla montagna. Questo Viale chiamato di mezzo ha venti palmi di larghezza, ed un quarto di miglio in circa di lunghezza. Ai lati di questo stesso Viale vi è una Galleria tutta coperta di rami di castagne, e di viti, che serve per lo giuoco del Trucco.2 Poco lungi da questa Galleria vi è un piccolo Teatro con la sua platea capace di cento persone coperto ancora di rami di castagne.
All’estremità di questo medesimo Viale vi è un’altra Galleria con quattro Camerini, e con cinque sedili di pietra di lavagna all’intorno, la quale similmente è tutta coperta di rami di castagne. Da questa Galleria si veggono tre be’ viali, cioè quello di mezzo, che conduce al Casino di Campagna, quello a destra al Bosco, e quello a sinistra ad una estremità della nontagna da dove si vede tutto il Littorale della Città di Napoli, di Portici, e della Torre del Greco, e della Nunziata. Finalmente da questa medesimina Galleria si va per un piccolo Viale al luogo chiamato Belvedere da dove si vede tutta la Città di Napoli, ed in cui vi è un piccolo Cafeaos3 similmente coperto di rami di castagne.
3. Il Viale che comincia dal cancello del Casino di Campagna, e che va a terminare da una parte al Monistero de Minimi di San Francesco da Paola di Puzzano, e da un altra parte al Cantiere di Castellammare. Egli ha un miglio in circa di lunghezza e quindici palmi di larghezza tutto circondato da alberi di castagne le cui fronde garantiscono le persone dal Sole in tempo della State. Sotto questo stesso Viale vi è un Acquidotto di tredici miglia di lunghezza fatto costruire dal Regnante Ferdinando IV. per condurre l’acqua al Molo di Castellammare“.4
Lorenzo Giustiniani appella questo terziere Casasana Ladislao: “Questa città, e suoi contorni sono stati in ogni tempo luoghi di delizie de’ nostri Sovrani. Si dice che Carlo I d’Angiò vi si portava per la villa che ci avea, e per conversare colle belle figlie di Messer Neri degli Uberti Fiorentino. Nel suo Terziere, appellato Casasana Ladislao , vi si ritirò a cagior della peste, come avvisa il Summonte“.5
Altre notizie all’interno del nostro sito riferite al palazzo di Quisisana, si possono trovare in: San Gennaro a Castellammare, Giovanna II D’Angiò, Alfonso V D’Aragona, oltre alla varia documentazione iconografica presente in Castellammare di Stabia.6
Concludo, annotando un testo di sicuro interesso storico scritto a più mani da autori che a vario titolo hanno contribuito a ripercorrere le vicende di questo straordinario edificio che oggi ci chiede solo di essere meglio valorizzato.7
Articolo pubblicato il 06 Marzo 2018.
Note
- La Chiesa parrocchiale in oggetto è oggi nota come Parrocchia del Santo Spirito, il titolo evidentemente mutato nel tempo è ancor ricordato nella strada che conduce alla chiesa, ossia Via Maddalena a Quisisana. ↩
- Pallamaglio o Trucco a terra (francese: mail; spagnolo: palamallo; tedesco: mallespiel; inglese: pall-mall). Giuoco praticato da antica data in Italia e in Francia, poi passato nei paesi anglosassoni e trasformatosi negli odierni sport del cricket, del croquet e del golf. Specialmente diffuso nei secoli XVI e XVII, il pallamaglio si giocava con mazze di legno a forma di maglio, e con una piccola sfera pure di legno. Si potevano disputare al pallamaglio varie partite: giocandosi, per esempio, a chi mandava più lontano la palla partendo da un determinato punto, ma entro uno spazio segnato; oppure a chi mandava la palla nel minor numero di colpi attraverso un archetto o dentro una buca. Campi di pallamaglio esistettero un tempo in tutte le grandi città, e a Londra diedero il nome a un quartiere. Per le forme odierne assunte dal gioco, vedi cricket; croquet; golf. Un’altra versione del gioco (detto anche trucco a tavola) era molto simile al biliardo, praticato nelle corti e presso i nobili italiani soprattutto nel secolo XVI; era giocato con palle d’avorio o di bosso su una tavola con sponde ricoperte. Vedi le voci Pallamaglio e Trucco in vocabolario Treccani. ↩
- Caffeàos: Dal Tedesco KAFFEE HAUS Casa o edificio dove si beve il caffé, Piccolo edificio a forma di tempietto o di pagoda o di altra strana forma che si colloca nelle Ville tra il verde delle piante per bervi il caffé, Allo stesso modo può trattarsi di un mobile in legno nel quale si custodiscono tazze e altro vasellame. ↩
- Abate D. Francesco Sacco, Dizionario Geografico Istorico Fisico del Regno di Napoli, Tomo III, Napoli MDCCXCVI, pag.167-169. ↩
- Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli, Napoli 1797, Tomo III, pag. 312. ↩
- Pur nella consapevolezza che le note di riferimento non sono esaustive ad un profondo lavoro di ricerca, le rimettiamo comunque nelle mani del lettore o dello studente o del ricercatore. ↩
- AA. VV. Domus De Loco Sano, Città di Castellammare di Stabia, Eidos 2002, realizzazione del Catalogo della mostra, a cura di Mendicino-Rosanova. ↩