a cura di Corrado Di Martino
Poco dopo le 17,00 del 4 maggio di 70 anni fa, si consumava la più grande tragedia del nostro calcio, di ritorno da Lisbona l’aereo che riportava a Torino la squadra granata, si schiantò rovinosamente contro la collina di Superga.
Nel tragico impatto persero la vita equipaggio e passeggeri, 31 persone in tutto. La squadra del grande Torino, i dirigenti, gli accompagnatori e tre giornalisti perirono nella sciagura. Era la squadra dei record, era il grande Torino, aveva vinto cinque scudetti consecutivi a partire dal 1942 al 48-49. L’ultimo gol di quella squadra eccezionale, lo segnò un atleta molto vicino alla nostra cultura sportiva: Romeo Menti, il cannoniere silenzioso, segnò proprio su rigore al Benfica l’ultimo gol della sua carriera, l’ultima rete in granata. Noto anche come Menti III, per distinguerlo dai fratelli più grandi; era schivo, riservato, ma sul campo era un grande attaccante, imprimeva al pallone effetti innaturali, che intimorivano tutti i portieri del tempo. L’incontro con la nostra città e, con l’A.C. Stabia, fu come quelle storie d’amore, che pur brevi restano impresse in maniera indelebile nel cuore e nel tempo.
Romeo, era già noto e affermato, quando indossò i colori giallo-blu, siamo agli inizi del Dopoguerra, l’Italia vuole ricominciare a vivere. Si pensa di organizzare un campionato di calcio campano, in altre parti del Paese ancora non si è stabilizzata la vita civile. Dopo essere stato fra le fila del Milano, Menti, sceglie di giocare con lo Stabia, segnando tredici gol (tre su rigore), portò le vespe allenate da Vasco Lenzi famoso allenatore originario di Livorno, a vincere il Campionato dell’Italia Liberata 1944-45, una sorta di torneo postbellico di serie “A” (lo scudetto non è mai stato riconosciuto allo Stabia). Nella foto pubblicata sotto, si noti l’immagine al centro dello scudetto: – un cavallino rampante, come quello del Reggimento Piemonte Reale Cavalleria – ovvero il cavallino rampante che Francesco Baracca aveva sul suo aereo quando fu abbattuto nel 1918, e che ispirò il brand della casa automobilistica Ferrari.
In piedi: Previtera, Dolfi, Giraudi, ROMEO MENTI, Circiello, Rossetti, Ciccone, Del Medico.
Accosciati: Cascone, Esposito, Salvioli, Carrubi.
Nel ’45 ritornò a Firenze e poi al Torino, 31 gol in 81 partite, l’ultimo gol come abbiamo detto lo segnò su rigore al Benfica il 3 maggio 1949.
Un altro legame si è creato fra la città, ed il Grande Torino, attraverso uno degli attori stabiesi più noti, Gaetano Amato, che ha partecipato alla fiction della RAI dal titolo il Grande Torino.
Oltre allo stadio di Castellammare di Stabia, anche altre città hanno intitolato i loro campi di calcio a Romeo Menti:- Nereto (TE), Montichiari e naturalmente Vicenza, stadio in cui ha mosso i primi passi il mitico Paolo Rossi.
La giornata del 4 maggio 2019
Come a celebrare questa giornata importante, stamattina si è giocata una partita valida per l’accesso ai playoff (Nazionali Under 17 di serie C) fra i giovani della Juve Stabia e la squadra omologa del Vicenza. La Juve Stabia pareggiando per 1-1 accede comunque ai quarti di finale, classificandosi così fra le prime otto squadre (su un totale di 58) Under 17 d’Italia.
L’incontro aveva in sè qualcosa di realmente storico, il Vicenza, squadra dove militò il grande Romeo Menti, incontrava a Castellammare di Stabia, i giovani della squadra che l’indimenticabile vicentino aveva portato alla vittoria nel 1944-45. Stoecklin e Scapolan i due marcatori, hanno ripercorso, alcuni frame della vita di Menti, almeno nel cuore dei tifosi.
Le due squadre hanno ricordato l’incontro in una cerimonia molto toccante, ricca di partecipazione di pubblico. Sono stati posati, di fiori e gagliardetto del L.R. Vicenza nei pressi dell’immagine che ricorda il grande Romeo Menti.
Buona sera
Sono Dario della provincia di Vicenza.
Mi sono letteralmente perso nel vostro nell’articolo che non so di quando sia, di che occasione ma pieno di affetto, rispetto e passione.
Bravi e grazie per i bellissimi minuti in cui sono stato assorto.
Romeo Menti e un calcio che da tanto non c’è più.
Buona sera
Dario
Grazie e continui a seguirci