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Stendardo Ricreatorio San Gerardo, Parrocchia Santa Maria della Pace

Santa Maria della Pace

Santa Maria della Pace

di Giuseppe Zingone

Introduzione dell’autore:
Ieri sera mi è capitato di scorgere nel cielo una stella cadente, allora ho detto a me stesso perché non esprimere un desiderio? Ed io semplicemente ho pensato, a quell’angolo di cielo di Castellammare dove sono cresciuto, dove si faceva fatica anche a vedere le stelle.

Per delimitare fisicamente questo spazio dove le strade sono come percorsi fluviali tra gli edifici, dirò che è il territorio della Parrocchia di Santa Maria della Pace il quale va da Via Nuova lato destro a salire, sino al Vico Cognulo lato sinistro sempre a salire, ma in generale tutto il centro antico mi appartiene poiché lì sono i ciottoli ed i “vasoli” con cui spesso mi cimentavo, lì è la gente la cui sorte mi sta a cuore, lì sono i miei genitori ed il mio passato.

Parrocchia Santa Maria della Pace

Parrocchia Santa Maria della Pace

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Abbagnale

“Fratelloni” Abbagnale ora i remi sono appesi in ufficio

di Marco Ansaldo

Carmine e Giuseppe Abbagnale con il timoniere Peppiniello Di Capua

Carmine e Giuseppe Abbagnale con il timoniere Peppiniello Di Capua

Per tutti erano i Fratelloni. Non è che fosse un soprannome particolarmente geniale per due ragazzi con 90 chili di muscoli e nati dagli stessi genitori ma forse Giampiero Galeazzi non poteva coniarne uno più adatto ad esaltare la leggenda di Giuseppe e Carmine Abbagnale, che alcuni ritengono i più grandi canottieri della storia e noi un pezzo della nostra, di storia. Banyoles è un posto su un lago a 90 chilometri da Barcellona, quasi in Francia, dove cominciano i Pirenei. In quell’estate del’92 bisognava mettersi in auto dalle Ramblas alle 6 di mattina per arrivare in tempo per l’inizio della gare e godersi un minimo di fresco prima che cominciasse la calura. I Fratelloni erano già lì. Peppiniello Di Capua, l’omino che li guidava dalla prua, con la testa rivolta al traguardo, scegliendo i ritmi e la direzione del timone, si aggirava nervoso vicino alla barca. «Non sono tranquillo, ho una brutta sensazione», disse Galeazzi. Lo guardammo straniti. Che Giuseppe e Carmine potessero perdere la loro terza medaglia olimpica consecutiva sembrava a noi tutti impossibilissimo: dal trionfo di Seul nell’88 davanti ai tedeschi dell’Est e a sir Redgrave non avevano mai perso una gara importante, compresi gli ultimi tre Mondiali. Invece l’incredibile successe. Nel modo più straziante. «Fu l’unica volta in cui ho affrontato gli ultimi 250 metri con la sensazione di avere già vinto. E perdemmo» racconta Giuseppe.

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tessera anticolera

Vaccinazione anticolerica

Certamente avremo voluto evitare di rimettere in pubblicazione questa immagine, ma essa testimonia, per brutto che sia stato, un periodo che ha segnato la nostra storia recente, e ad onore di cronaca ci sembra giusto proporla a futura memoria delle giovani generazioni.

su gentile concessione del dott. Antonio Cimmino

Tessera

Un Salone di Castellammare, foto archivio Liberoricercatore

Il barbiere

Il barbiere

di Giuseppe Zingone

Con o senza, due busti del Museo di Capodimonte

Con o senza, due busti del Museo di Capodimonte

E’ quasi un dubbio amletico verrebbe da dire, meglio radersi o curare barba e capelli, sono milioni gli uomini che si sono posti questa domanda sin dai tempi antichi. E’ chiaro che ognuno risponderà anche in base al patrimonio ereditato nel DNA che ci fa belli o meno, ma a dettare le regole di questo gioco, spesso è la moda del momento, Lo sanno bene i due busti che aprono l’articolo. Forse pensate che questo è un argomento lontano dai temi trattati da Libero ricercatore… Non è così! Si tratta di un vezzo propriamente maschile che appartiene ad ogni generazione ad ogni tempo ed anche a noi “maschietti” stabiesi.

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totocalcio

Milionario per una notte

Milionario per una notte

Antonio Cimmino racconta…

totocalcio

totocalcio

Funzitiello, Rafele ‘o cumpagnone e Ciccio ‘o Garibaldi erano tre amici che lavoravano insieme nell’officina navale del cantiere. Tutti di Scanzano avevano la passione della Sisal e ogni sabato consumavano il rituale della combinazione della schedina. Funzitiello e Rafele giocavamo insieme, Ciccio, più attaccagnoso, non voleva partecipare e preferiva “vincere” da solo. Un giorno, dopo i risultati delle partite, Funzitiello per fargli uno scherzo, falsificò la schedina facendo tredici! La vincita era di molti milioni di lire. Continua a leggere