Anno II n. 3 – Marzo 1993
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Carosello storico (anno 1958)
Tiempe belle ‘e ‘na vota
“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…
Maurizio Cuomo
Michele e Nunziata
articolo del dott. Tullio Pesola
Nelle immediate adiacenze del fabbricato nel quale io abito da svariati anni c’è un locale, a livello del piano stradale, che a lungo nel tempo, di cui va gradualmente perdendosi ogni ricordo, è stato adibito ad abitazione. Anzi, c’è da aggiungere che il nuovo proprietario qualche anno fa lo ha ristrutturato e lo ha predisposto in maniera tale da potere accogliere con i suoi comforts una piccola famigliola. Esso è costituito da due ambienti. Il primo è dotato di ingresso e di affaccio sulla strada, mentre il secondo ha una finestra che dà su un piccolo cortile.
C’è da puntualizzare a tal proposito che in corso dei lavori di riattazione, esso è stato anche corredato di porta blindata che si apre nell’androne del fabbricato. Tanto per intenderci, è diventato un grazioso bon bon. Guardandolo attentamente, un osservatore non può che rimanere stupito per le dovizie in esso effettuate. All’interno, infatti, è stato realizzato un soppalco al quale si può accedere mediante una confortevole e moderna scala. Lo stesso, poi, è illuminato da una finestra che dà su via Brin. Detta finestra, inoltre, è fornita di una grata in ferro, che, se spiegata, si trasforma in un pratico stendi panni; chiusa, invece, costituisce protezione da eventuali malintenzionati. Riportandoci il ricordo agli anni del dopoguerra, si può facilmente immaginare quale fosse lo stato di questo ambiente. Per dare un’immediata idea di ciò che fosse, è sufficiente presentarlo per ciò che era: un “basso”. E’ a tutti noto che il “basso” è una piccola abitazione a pian terreno che affaccia sulla strada e raffigura l’emblema dell’antica e perenne miseria degli strati sociali più emarginati di una città. Di “essi” ci limitiamo ad aggiungere solo che hanno una storia lunga le cui origini risalgono addirittura al Medioevo. In questo tug… terraneo vivevano Michele e Nunziata, due personaggi emblematici di quello che da tanti è ritenuto il “Centro Storico” della nostra Città. Continua a leggere
Don Mario ‘o lattaro
dai ricordi del dott. Tullio Pesola
Proveniente dalla collina di Pozzano, dove abitava, arrivava di buon’ora ogni mattina in Piazza Amendola (la piazza compresa tra le Terme Stabiane e la Navalmeccanica), raggiungendola il più delle volte a piedi. Solo in caso di pioggia si serviva della Circolare Rossa (pullman delle Autolinee della ditta “Giordano Enrico di Leonardo” di Sant’Antonio Abate).
Stringeva tra le mani i manici di due fusti di robusto alluminio. Entrambi erano pieni di latte appena munto. Il suo nome era Mario Cimmino, meglio conosciuto come “Mario ‘o lattaro”, e credo che sia stato l’ultimo lattaio del nostro quartiere. Si annunciava al trillo di un fischietto ed i balconi delle abitazioni circostanti e di quelle lungo la strada (via Brin) che portava al suo negozio, iniziavano improvvisamente ad animarsi. Continua a leggere
Notiziario Fontanagrande
a cura di Gaetano Fontana
Si ringrazia il dott. Tullio Pesola per la preziosa concessione delle riviste
….. Nel 1979 P. Mario F. Crocco, Parroco della Parrocchia dello Spirito Santo ed accanito propagatore della buona stampa, riuscì a realizzare un progetto al quale mirava da anni e per il quale aveva sempre usato cautela, prudenza, perché voleva essere certo di potere garantire “continuità” nel tempo ad una tale iniziativa: la stesura di un giornalino parrocchiale. E fu così che nacque un foglio inizialmente bimestrale, ma che ben presto divenne mensile, a cui diede nome di “Fontanagrande”.
Fontanagrande, oltre ad essere un giornalino divulgatore delle attività parrocchiali, voleva essere anche un foglio informativo–culturale che affrontava tematiche del tempo inerenti il mondo e la cultura cattolica; voleva essere un foglio -sperando di non peccare di presunzione- che desse contenuti di riflessione spirituale per la comunità, cercando di essere comunque alla portata di tutti. Continua a leggere