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4 agosto 2010 Martina Cannavale convocata al Raduno della Nazionale

martina

Martina

Si rende noto che Martina Cannavale, giocatrice stabiese classe ‘96 in forza al comparto giovanile della N.F. Stabia Basket, è stata convocata dal “Settore Squadre Nazionali Femminili”, per prendere parte al Raduno Collegiale della Nazionale “Under 14” . La bella notizia, ufficializzata sul Bollettino della F.I.P. (Federazione Italiana Pallacanestro), è sicuramente motivo di vanto per la società di basket stabiese del presidente Gaetano Manco, che da qualche anno investe e punta molto, proprio sul settore giovanile, scelta significativa la sua, che la dice lunga sui futuri programmi e sulla lungimiranza dell’esperto staff societario e tecnico del team stabiese.
La Cannavale , dall’alto dei sui 180 cm di statura, distintasi nello scorso campionato di categoria di appartenenza per abilità e presenza fisica, al raduno di Norcia (PG), in programma dal 9 al 22 agosto 2010, ritroverà in veste di Istruttore, il tecnico Paolo FALBO, head coach della prima squadra della N.F. Stabia Basket, supervisore del settore giovanile, nonché Capo Allenatore del progetto Azzurrina Campania.
Ancora incredula per la meritata convocazione, Martina, in una simpatica intervista, ha voluto innanzitutto ringraziare pubblicamente i suoi allenatori: Paolo, Vito e Guglielmo, per averla aiutata nella crescita sportiva ed ha poi tenuto a ricordare che per lei il basket è soprattutto passione, energia, intensità e sacrificio; un vero e proprio concentrato di emozioni messo in campo per dar vita ad un gioco di squadra unico nel suo genere. L’intervista fatta al “gioiellino” stabiese è breve, ma lo scambio di battute è risultato sufficiente per palesare che la giocatrice ha carattere, e che nonostante la sua giovane età, ha già raggiunto una importante maturità di pensiero e di idee, dote fondamentale per una futura campionessa.
La convocazione al raduno in nazionale di Martina Cannavale, tinge quindi di azzurro la N.F. Stabia Basket femminile, per la soddisfazione della sua squadra e di tutta la Castellammare sportiva, amante del basket.

Nuova Fiamma Stabia Basket Femminile
L’Addetto Stampa – Maurizio Cuomo

N.F. Stabia Basket femminile ( i comunicati stampa )

9 settembre 2010

Si ricomincia da Palermo…

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Per una curiosa coincidenza del destino, la N. F. Stabia Basket femminile, riprenderà il suo cammino agonistico proprio nella città di Palermo, località in cui non meno di tre mesi fa, le stabiesi disputarono e vinsero il match nella finalissima di promozione, sulle cestiste locali dell’OLIO GALLO, ed ebbero così ad aggiudicarsi di diritto, il meritatissimo passaggio di categoria al campionato di Serie B Eccellenza.
Pubblicato il calendario la N. F. Stabia Basket osserverà un turno di riposo nella prima giornata di campionato, per poi esordire nell’impegno in trasferta contro le siciliane del G. Verga Palermo.
Di concerto con le linee guida della Società, in previsione della prima ufficiale di campionato (in programma per sabato 16 ottobre), l’esperto Coach Paolo Falbo, coadiuvato dal preparatore atletico Sergio Esposito, ha dato il via (già dal 30 agosto) alla nuova stagione con una prima intensissima settimana di allenamento preparatorio, un lavoro di base utile a potenziare e a mettere nuovamente a punto la condizione fisica delle atlete al rientro dalla breve pausa estiva. La stessa linea di programma ha interessato anche il Settore Giovanile, che il giorno 6 settembre 2010, ad appena una settimana dall’inizio degli allenamenti della prima squadra, ha radunato anche le atlete che prenderanno parte ai Campionati Under 17, Under 15 ed Under 13. Un Settore Giovanile, quello della N. F. Stabia Basket, che annovera tra le sue fila, numerose giocatrici di prospettiva, sulle quali spicca Martina Cannavale, giocatrice dalle indubbie qualità e certamente di valore superiore, che vanta una convocazione al recente raduno della Nazionale Under 14, tenutosi nella metà di agosto a Norcia (PG).
A confermare che la Società stabiese punta molto proprio sul settore giovanile, lunedì 13 settembre, sotto l’attenta supervisione di Giovanna Cianciaruso, responsabile di Settore, avrà inizio anche il progetto Minibasket, un programma sportivo aperto a giovanissime di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Completa il quadro di questi primi momenti della stagione, la riconferma del sodalizio con il Gymnasium Napoli (società di spicco, militante nel Campionato nazionale di A2 F.le), una collaborazione di rilievo che fortifica e rende più realizzabili le aspettative del campionato della matricola N. F. Stabia Basket, che senza alcun timore reverenziale, cercherà di ben figurare anche nella B di Eccellenza.

Nuova Fiamma Stabia Basket Femminile
L’Addetto Stampa – Maurizio Cuomo

Omaggio al prof. Siano

di Antonio Di Bona

Nella certezza di fare cosa gradita a quanti ricordano con piacere la persona del prof. Siano, che ha rappresentato degnamente il basket nella nostra città, allego una foto che lo ritrae con una rappresentativa della Polisportiva Stabia, impegnata in una edizione dei “Giochi della Gioventù” (1970)

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La Polisportiva Stabia ai “Giochi della Gioventù” (1970)

Festa di Basket

a cura di Maurizio Cuomo

 L’istruttore Attilio Stella (da numerosi anni impegnato nell’educazione sportiva giovanile), dedica questa pagina ai suoi giovani futuri campioni.

minibasket

Basket Team Stabia Cicerone

Grande festa di basket per i bambini nati nell’anno 2001-2002 del
“Basket Team Stabia Cicerone” guidati dall’istruttore Attilio Stella.

Durante il torneo sportivo che ha avuto luogo presso la palestra del 3° Circolo di Castellammare di Stabia, i piccoli atleti stabiesi hanno disputato numerose gare di basket evidenziando, in tal modo, sia progressi sul piano tecnico che nel gioco di squadra, entrambi frutto del lavoro bisettimanale svolto con l’esperto coach Attilio Stella, che alla luce dei risultati ottenuti, può ritenersi più che soddisfatto.
Il nostro Team – dice Stella – con la disciplina e la pratica sportiva ha dimostrato e consolidato lo spirito di gruppo, un risultato assolutamente fondamentale se si pensa che in tal modo i ragazzi hanno ricevuto le basi per affrontare la vita sportiva e sociale. Ciò ci ripaga del lavoro svolto in questi ultimi due anni, peccato però, continua rammaricato coach Stella, che dovrò lasciare la prossima stagione cestistica; faccio quindi un augurio sincero ai miei “piccoli” atleti nella certezza che molti di loro diventeranno i “grandi” del basket italiano.

Juve Stabia – Hellas Verona ( Attacca ‘o ciuccio addò rice ‘o patrone )

Juve Stabia – Hellas Verona
( Attacca ‘o ciuccio addò rice ‘o patrone )

ciuccio

ciuccio

A scadenza fissa ritornano le cronache dei contrasti ideologici di natura razzistica delle varie tifoserie calcistiche delle squadre del nord e di quelle del sud.
Le cronache ritornano quando negli stadi si ripetono incidenti, si notano striscioni stupidi e si ascoltano cori imbecilli. Ma la verità è che quella mentalità deteriore cova e si alimenta nelle menti dei soggetti che, poi, la manifestano attraverso le iniziative indicate, come sfogo di un malessere personale. E sempre a loro completo disonore. Quelle manifestazioni, infatti, sono il segno evidente del ritardo culturale e civile in cui versano – e questo, bello non è – gli attori delle azioni sopra ricordate, di cui si alimenta la cronaca giornalistica

Si riteneva che il gioco del calcio, in mancanza di altre agenzie educative o in sintonia con esse, potesse aiutare a crescere i supporters di tutte le squadre, aggregando simpatie e passioni campanilistiche e favorendo così la socializzazione, e, con essa, la conoscenza di altre persone, di altre città e, nello stesso tempo, lo scambio di esperienze e di gesti di solidarietà. Tutto questo all’interno di un sistema (il gioco del calcio) che come sport avrebbe dovuto esaltare la lealtà; e come sistema di regole – in campo (le regole dl calcio) e fuori dal campo (nella gestione dei gruppi sportivi e delle associazioni ad essi collegati) – avrebbe dovuto esaltare la legalità. A questo servono le associazioni, i club, i gruppi: ad evidenziare l’identità culturale degli associati, ma solo per fargli superare blocchi psicologici e ritardi di civiltà; non certo a confondere l’individualità di ognuno e ad annullarne il senso di responsabilità.

E invece, …. .

* * *

Prendendo spunto dalle recenti controversie (offese – polemiche – ricorsi – contro-ricorsi – ecc.) intrattenute tra Hellas Verona e Juve Stabia, voglio ricordare alcuni episodi risalenti alla mia esperienza personale avuta con amici e colleghi veronesi. Non dirò di quegli stupidi comportamenti – miserie umane! – che non mancano mai da parte di persone che non riescono a confrontarsi tenendo fermo l’inderogabile assunto che l’altro, comunque, vada rispettato. Di fronte a questi casi ho sempre evitato di fare polemica, perché “a lavar la testa all’asino, …. ecc., ecc., …”
Ho sempre cercato di offrire all’ottuso di turno esempi di dignità e di tolleranza.
Se ci sia riuscito non so.
Perciò preferisco piuttosto raccontare di quelle situazioni che hanno fatto chiarezza di pregiudizi e di comportamenti conseguenti, non proprio sereni nella valutazione dell’altro. Nell’una e nell’altra direzione, perché. nonostante quei pregiudizi si era pur sempre amici o colleghi, e si continuava comunque a rimanere tali. Se pure con qualche forma di circospezione.

* * *

A Verona io ci ho lavorato. E ho avuto modo di apprezzare la precisione e il senso del dovere dei colleghi veneti. Insieme anche a qualche difettuccio.
Nella stazione di Verona Porta Nuova delle Ferrovie dello Stato, un giorno ero in servizio alla Biglietteria dietro uno dei tanti sportelli aperti nelle ore di punta quando numerosi viaggiatori – studenti, lavoratori pendolari, turisti, viaggiatori occasionali – si affollavano in lunghe file nell’atrio. Un collega alla destra, un altro alla sinistra, e così di seguito, a ranghi compatti per tutta la linea degli sportelli come in una trincea, si cercava si smaltire la massa dei viaggiatori. A sinistra avevo Menini, a destra il Titta – così chiamavamo Augusto Piubello – , e tutti e tre, come gli alti fino all’ultimo sportello, eravamo alle prese con la macchina automatica in dotazione all’epoca: la SASIB, la quale, dopo averlo ingoiato il cartoncino rettangolare bianco, lo stampigliava per risputarlo come un biglietto ferroviario: data, destinazione, importo, validità e numero di serie. L’operatore doveva solo selezionare su richiesta del viaggiatore la città di arrivo; e lo faceva sopra un grande pannello su cui scorreva la striscia di plexiglass con un movimento orizzontale/verticale, come se seguisse un’immaginaria coppia di assi cartesiani. Per accelerare le operazioni di pagamento, ognuno poi aveva escogitato la sua tecnica personale nel calcolare il resto da dare insieme al biglietto. Visto che la maggior parte della clientela pagava con valuta cartacea di taglio elevato.
A tutti noi sarà capitato di avere avuto qualche discussione agli sportelli pubblici su chi dovesse procurarsi la moneta spicciola, se il cliente oppure l’impiegato di servizio allo sportello.
Ebbene quel giorno in seguito alla difficoltà in cui si trovava il Titta nel dare il resto al viaggiatore, si animò una controversia rispettosa e bonaria con un viaggiatore per vedere a chi dei due toccasse andare a procurarsi la moneta contante. Nonostante le maniere garbate della discussione nessuno si decideva a cedere, adducendo sempre nuove argomentazioni a sostegno della propria tesi. Alla fine perdendo la pazienza il viaggiatore che fin allora aveva parlato sempre in italiano senza la minima inflessione dialettale sbottò, dicendo, nel più schietto napoletano: “Aggio capito: attacca ‘o ciuccio addò rice ‘o patrone”. Il Titta restò perplesso, e senza comprendere neanche una parola credette che il simpatico viaggiatore volesse offenderlo.
Quella espressione napoletana era di mia conoscenza, come pure mi era familiare la parlata; ma ciò che particolarmente richiamò la mia attenzione fu il fatto che avesse sanzionato con quella sentenza un battibecco che non avevo potuto seguire durante tutta la contrastata operazione di acquisto del biglietto. Mi stupiva inoltre l’esitazione del Titta che a quelle parole incomprensibili per lui e credute un improperio, non sapesse trovare una risposta, né sapeva perciò come reagire. Allora per toglierlo dall’impaccio mi sporsi verso il suo sportello fino a farmi vedere dal viaggiatore, al quale prontamente e perentoriamente risposi: “Sono del tutto d’accordo; ma anche lei dovrà convenire con me che è sempre meglio attaccà ‘o ciuccio addò rice ‘o patrone, anziché attaccà ‘o patrone addò rice ‘o ciuccio. O no?”
E la cosa si sciolse con una risata generale. Allora il signore, a sua volta sorpreso, andò a procurarsi la moneta spicciola.

* * *

La cosa strana si verificò dopo, quando rimasto solo col Titta egli mi chiese che cosa avesse detto quel signore e che cosa gli avessi risposto io. Allora, sentita la traduzione che gli feci delle espressioni napoletane, lui mostrò meraviglia che io, napoletano, mi fossi schierato contro un napoletano prendendo le difese di un veronese. Però ancora più grande fu il mio stupore di fronte alla sua meraviglia.
E ce ne volle per fargli capire che, data la situazione e valutate le ragioni dell’uno o dell’altro, non avevo esitato a mettermi dalla parte di chi a me, a torto o a ragione, sembrava essere nel giusto. Veronese o napoletano che fosse.

Luigi Casale