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Sant'Anna

Jolanda e la sua Sant’Anna

articolo di Enzo Cesarano

Sant'Anna

Sant’Anna

Questa storia minima è ambientata nella Licerta1 del secondo dopoguerra, dove viveva Jolanda, madre di 11 figli, di cui: 6 femmine e 5 maschi. Le femmine erano già sposate tranne l’ultima, Concetta, ma il tempo del matrimonio venne anche per lei, infatti, si sposò col pancione. Il periodo di gestazione era quasi al termine e subito si aprì una discussione tra Jolanda e il genero, il motivo era che tutte le altre figlie avevano partorito nella sua casa non perché era molto grande o spaziosa, ma perché era protetta da una statua enorme di sant’Anna, una icona molto miracolosa, che lei custodiva gelosamente nella sua stanza da letto. In effetti, la prima cosa che si notava, se entravi in quella stanza da letto, era la grande statua di Sant’Anna, di circa 90 centimetri d’altezza, poggiata su una base in legno dorata, era situata su un mobile che in origine doveva essere stato un cassettone per la biancheria, un pezzo di arredamento che ormai era diventato un tutt’uno con la statua, ed aveva, secondo Jolanda, la sua  parte di divinità. Il motivo del disguido fra i due era che il marito di Concetta aveva imposto alla moglie di non partorire a casa della mamma, ma nella propria abitazione e ciò fu l’origine delle tante discussioni, nonostante ciò gli sposi erano fermi nella loro decisione e cosi fu! Quando i dolori incominciarono Concetta fu circondata sia dell’aiuto delle sorelle che dall’amore di sua madre, insieme alla quale le procurarono prima di tutto l’occorrente necessario, poi chiamarono l’ostetrica più conosciuta di allora: ‘a cummara Consalvo, che già aveva aiutato a partorire le altre sorelle. Insomma, tutto era pronto, l’ostetrica faceva il suo mestiere e Jolanda Continua a leggere

  1. Da “Le Strade di Castellammare di Stabia: i luoghi, i personaggi, le storie” del prof. Giuseppe D’Angelo (pag. 78), apprendiamo che l’antico toponimo “licerta” deriva dalla presenza dell’antica ed estinta famiglia nobile stabiese “Certa” che abitava nella zona, per cui si diceva “luogo dove abitano li Certa” cioè quelli della famiglia Certa.
Antiquarium Stabiano (foto Ferdinando Fontanella)

Antiquarium stabiano

Antiquarium stabiano

a cura del prof. Giuseppe D’Angelo

Antiquarium Stabiano (foto Ferdinando Fontanella)

Antiquarium Stabiano (foto Ferdinando Fontanella)

In esso erano custoditi reperti provenienti dagli Scavi Archeologici effettuati a partire dal 1950. Si tratta di circa 8.000 oggetti, di cui circa la metà sono pertinenti a corredi funerari provenienti dalla necropoli di Via Madonna delle Grazie. Sepolture, cioè, che si riferiscono all’abitato arcaico e preromano dell’antica Stabiae, probabilmente localizzato sulla collina di Varano, poiché nei livelli sottostanti Villa S. Marco furono ritrovati dei frammenti di ceramica greca risalenti al IV sec. a.C. Continua a leggere

Tariffe carrozzelle - anno 1953 (coll. Bonuccio Gatti)

Tariffe carrozzelle – anno 1953

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Tariffe carrozzelle - anno 1953 (coll. Bonuccio Gatti)

Tariffe carrozzelle – anno 1953 (coll. Bonuccio Gatti)

Tariffe carrozzelle – anno 1953

(coll. Bonuccio Gatti)

Giacomino

Il mio amico Giacomino

articolo di Enzo Cesarano

(articolo di settembre 2014)

Il mio amico Giacomino come al solito sta seduto nella piazzetta del vescovato, lo vedo e gli dico di spostarsi perché il fetore è infernale, e lui senza scomporsi mi manda a quel paese.

Giacomino

Giacomino

 

Giacomo è un personaggio che va fuori dagli schemi, è piacevole da ascoltare, perché i suoi racconti sono una miscela tra filosofia spicciola e storie di vita vissuta, della quale lui ha saputo fare tesoro.
A Castellammare è molto conosciuto; la sua notorietà ebbe inizio nella metà degli anni ‘80 quando una mattina decise di fare dei murales. Le sue pitture però non erano destinate ai muri, ma su commissione venivano fatte sulle porte di negozi, le serrande, ecc. Al macellaio ad esempio, disegnava una bella mucca, al fruttivendolo un ricco cesto di frutta e così via, così facendo guadagnava si divertiva e divertiva.
I suoi colori forti e naif ravvivavano e intere strade spente e grigie presero vita grazie alla sua trovata che per quel tempo fu una vera e propria novità perfino i rotocalchi e la stampa nazionale diedero risalto a questo fenomeno cittadino. Continua a leggere

Cavalluccio

Catellino d’e cavallucci

Caro Maurizio, una cosa insolita, uscendo di casa una mattina per recarmi a prendere la macchina, attirò la mia attenzione. Nei pressi di uno stipite di un portone, soffocati dai rifiuti dell’indifferenziata, c’erano i resti di quello che un tempo era stato sicuramente un superbo cavallo a dondolo. Di colpo rallentai il passo, poi mi fermai per osservare più accuratamente quell’ “essere” che aveva sacrificato se stesso per la gioia di chissà quanti bambini. Senza alcuna ombra di retorica, provai tanta tenerezza e quasi mi si inumidirono gli occhi. Ripresi il mio corso, ma non ti nascondo che quell’immagine non mi abbandonava, né io desideravo che lo facesse. Anzi, bastò poco che tra i miei ricordi di un tempo passato, si facesse spazio un valente costruttore di cavalli a dondolo, Catello Donnarumma. Sentii, in quel momento, di dover fermare su carta il susseguirsi delle altre rievocazioni, sia perché il soggetto in argomento era persona degna di tanto rispetto, sia perché ritenevo doveroso ricordarlo a chi l’ha conosciuto ed additarlo ad esempio ai tanti che lo potranno fare, spero, attraverso questa breve riflessione. Prima di passartela, però, ne ho fatto prendere visione ai familiari del signor Catello, dai quali ho, altresì, ottenuto qualche immagine del loro caro che ho inserito nella stessa, oltre al loro consenso a renderla pubblica sul tuo sito. Devo dire, a tal proposito, che gli stessi sono rimasti sorpresi, nonché compiaciuti per tale iniziativa. Ad integrazione delle mie conoscenze, inoltre, si sono premurati di comunicarmi che il loro amato congiunto, quando fu collocato in pensione, pose termine alla sua attività artigianale, limitandosi a realizzare saltuariamente miniature di “cavallucci a dondolo” -come dimostra l’immagine che segue- che poi regalava a parenti o amici.

Tullio

Cavalluccio a dondolo in miniatura

Cavalluccio a dondolo in miniatura

Catellino d’e cavallucci

In quello che a detta di tanti riconosciamo come “Centro Antico” è vissuto un simpatico signore, Catello Donnarumma, che, quanti lo abbiano conosciuto,  sono certo, ricorderanno per le sue spiccate qualità intellettive e per il suo carattere mite, affabile e cortese. La sua notorietà, tra l’altro, egli la deve anche alla sua particolare attività, che gli valse l’appellativo di “Catellino d’e cavallucci”. Il signor Catello, infatti, da giovane, invece di attendere la cosiddetta “manna dal cielo”, che valesse a risolvergli il proprio problema occupazionale, pensò bene di affidarsi alla sua fertile immaginazione, trasformandosi  in poco tempo in costruttore di “cavalli a dondolo”.

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