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La Piedigrotta

Il cav. De Gaetano e la nascita della Piedigrotta Stabiese

Il cav. De Gaetano e la nascita della Piedigrotta Stabiese

di Lino Di Capua & Gelda Vollono

articolo del 06/06/2009


Le Feste Estive, agli inizi del ‘900, sono per Napoli e per molti paesi della sua provincia un appuntamento importante. Il ricco programma di manifestazioni che si organizzano non ha solamente lo scopo di attrarre e divertire il turista, ma è soprattutto l’occasione per pubblicizzare le proprie risorse e caratteristiche al di fuori dei propri confini.
Ogni città diventa palcoscenico sul quale ciascuno, in ogni campo e a tutti livelli, s’improvvisa attore protagonista di uno spettacolo il cui unico fine è quello di vendere bene la propria mercanzia.
Castellammare non è da meno: ha da difendere e consolidare la fama di meta turistica à la page conquistata durante il periodo d’oro del grand tour del secolo precedente.
Non è difficile quindi immaginare quanto il programma estivo delle feste sia fitto di iniziative: gli stabilimenti balneari e quelli termo-minerali, gli alberghi, i ristoranti e i locali più eleganti, nonché i posti più caratteristici della città, quali la Villa Comunale o il parco delle Antiche Terme contribuiscono con una programmazione speciale di concerti e di spettacoli. Anche tutte le personalità cittadine, letterati, musicisti, poeti, sportivi, commercianti e industriali sono chiamati a dare il loro contributo con l’organizzazione di mostre, convegni, gare, concorsi a premio ecc.
E’ probabilmente in questo ambito che nel 1924 si decide, ad imitazione delle Feste Estive che si tengono a Napoli e che culminano a settembre con la annuale celebrazione della Piedigrotta, di promuovere ed organizzare qualcosa di simile anche a Castellammare.

La Piedigrotta

La Piedigrotta stabiese

Il cav. Carlo De Gaetano, direttore del neonato periodico “La Canzonetta Stabiese”, coglie l’occasione al volo per lanciare la sua rivista che pubblica canzoni, pensando che la manifestazione contribuirà a darle grande popolarità e nello stesso tempo offrirà l’opportunità ai tanti giovani artisti collaboratori che “fanno corona alla Direzione della Canzonetta” e che sognano con le loro composizioni di diventare dei nuovi Denza, di diffonderne le canzoni.
Pertanto si lancia nell’impresa di sostenere anche l’organizzazione della prima Piedigrotta Stabiese.
Ma non sono poche le difficoltà che deve affrontare e risolvere e nel primo numero della sua rivista non esita a manifestarle ai propri lettori: “Se non ci fosse mancato all’ultimo momento l’ausilio di tanti o per meglio dire, se non ci fossimo illusi dell’appoggio che molti ci promettevano in un primo momento la Canzonetta Stabiese sin da quest’anno, cioè fin dal suo inizio, avrebbe rivaleggiato con le migliori edizioni del genere, ed avrebbe avuto una ricchissima raccolta di canzoni”.
Gli restano vicino solamente alcuni artisti, tra i quali un certo Arturo Imperati nei confronti del quale così si esprime: “anima della nostra organizzazione, artista impareggiabile”.
Nonostante tutto però, è convinto che il successo della manifestazione costituirà il volano per quello della rivista e pertanto non manca di imbonire i suoi lettori: “Castellammare ove tutto è sorriso e fascino, Stabia gemma fulgida del golfo partenopeo, Stabia sublime e gentile saprà accogliere e incoraggiare la canzonetta stabiese che si propone negli anni successivi di gareggiare con le Edizioni più diffuse e conosciute della provincia”.
Pertanto è molto probabile che si debba alla sua ostinazione se nel settembre del 1924 si tiene nella nostra città la prima edizione della Piedigrotta Stabiese.
Nel primo numero del periodico sono riportati i testi e gli spartiti di 7 canzoni e un monologo finale partecipanti alla manifestazione e per dovere di cronaca ne citiamo qualcuna:

1. Primavera di rose (Versi di Piero-Steno Casoni. Musica di Italo Baldi);

2. Tarantella stabiese (Versi di Arthur Imperati. Musica di Luigi De Lia);

3. Asso piglia tutto (Versi di Umberto Follo. Musica di Italo Baldi);

4. Se sceta Napule (Versi di Di Lieto Matteo. Musica di Salvatore Rose)

5. ’E bellezze ‘e Nannina (Versi di Arthur Imperati. Musica di L. De Lia)

Canzoni e artisti che, come si può constatare, non hanno superato il giudizio inesorabile del tempo finendo oramai coll’essere completamente dimenticati. A confermare il fatto che la manifestazione deve essere anche un momento pubblicitario per prodotti e coloro che li vendono “TARANTELLA STABIESE” e “’E BELLEZZE ‘E NANNINA” hanno lo stesso motivo ma non i versi . Infatti Tarantella Stabiese è dedicata al Sig. Giovanni Cimmino, meglio conosciuto come Giovanni ‘e Puzzano, (Ancora oggi sulla Via Panoramica di Pozzano è presente il ristorante Giovanni ‘e Puzzano) ed i versi devono magnificare non solo le virtù del vino che da lui si può bere

“ Mett’ ’a coppa ’o meglio vino
Che’ malate fa sanà ”.

Ma anche le doti di chi lo serve :

“ ’E Giuvanne ’o canteniere
Nummer’ uno ’e stu paese
Tutt’ ’o popolo Stabiese
Sape ’e certo cuntentà ”.

Negli anni successivi le feste, la cui organizzazione è affidata all’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo di Castellammare, diventano sempre più articolate e ricche di iniziative tanto che in una brochure del 1929 ritroviamo la Piedigrotta inserita nel cartellone di fine estate insieme a molteplici altre manifestazioni così presentate:
Manifestazioni atletiche – gare nautiche – festa a mare – gare popolari – piedigrotta stabiese – gimkana automobilistica, sotto l’alto patronato del Fascio e del comune di Castellammare di Stabia, con Premi, coppe del Fascio e del comune di Castellammare, del Dopolavoro Provinciale di Napoli, dell’ Hotel Royal, Terme Stabiane ecc.
La manifestazione ebbe inizio il 1° settembre alle ore 20.00 con questo programma:
Piedigrotta stabiese – festa a mare – fuochi d’artificio a mare – gara con premi tra le barche meglio addobbate ed illuminate – concorso a premi ai migliori concertini vocali e strumentali, al migliore balcone addobbato al corso Garibaldi ed alla migliore terrazza balneare.

I premi erano così suddivisi:

al migliore balcone addobbato – coppa delle terme;

alla migliore terrazza balneare – coppa del Fascio;

barche meglio addobbate ed illuminate: 1° premio lire 250; 2° premio lire 150; 3° premio lire 100; 4°-5°-6°-7°-8°-9°-10° premio lire 25 ciascuna; concertini vocali e strumentali: 1° premio lire 250; 2° premio lire 150.

Le Piedigrotte nella nostra città sono continuate almeno sino al 1967, come è attestato nell’edizione speciale di “Città e Turismo”, anno sesto n. 43 agosto-settembre 1967. In essa si legge a p. 20: “9 Settembre: “Piedigrotta Stabiese” con l’Orchestra Desidery e i cantanti Tony Astarita e Nora Palladino”.
Per quanto concerne le altre edizioni abbiamo notizie certe solamente di quelle del 1948 e del 1956: la prima riportata nel libro di Lilino Diogene “All’ombra del castello”, dove si legge che l’organizzatore di quell’edizione fu il maestro Francesco Martinelli, il quale compose per l’occasione anche alcune canzoni e la seconda, dedotta dal numero unico della rivista “Lo Zampillo” del 30 luglio di quell’anno, che riporta nella programmazione delle feste nel golfo di Napoli: “Piedigrotta Stabiese e Sagra della Canzone (16 settembre)”.
E’ certo che le edizioni della Piedigrotta Stabiese del 1929, del 1956 e quella del 1967 si sono svolte in Villa Comunale. Per quanto concerne, invece, la prima edizione (quella del 1924) ci sentiamo di azzardare che essa si svolse a Pozzano, come farebbe pensare la scelta del cav. De Gaetano di titolare il primo numero della rivista, interamente dedicato all’evento: “Pozzano 1924 – La Canzonetta Stabiese”.

la retata

La retata

La retata

la retata

la retata

Zio Catello e zì Vicenza non erano mai andati d’accordo, in circa ottant’anni di convivenza mai una parola affettuosa, mai un gesto amorevole. Il destino, come al solito dispettoso e bizzarro, li aveva legati l’una all’altro per la vita. Zio Catello, il più anziano dei fratelli di mia madre, pativa un vistoso abbassamento dell’udito, di converso zia Vincenza non vedeva quasi più; solo ombre colorate accompagnavano le sue giornate in casa.
Dopo la morte del nonno, si erano trasferiti in un palazzotto a via Santa Caterina angolo via Cognulo; una casa antica, come tutto il quartiere, un’enorme stanza faceva da camera soggiorno-letto, in fondo a sinistra un piccolissimo locale era la zona cucina; dal finestrino del bagno era possibile passare sui tetti vicini e trovarsi con poca agilità in via Cognulo. Chi si avventurasse oggi in quelle viuzze, potrebbe scorgere ancora un vecchio scaldabagno arrugginito attaccato ad una parete piastrellata.

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Cavatappi - Aranciata Faito

Cavatappi – Sorgenti Minerali Faito

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Cavatappi - Sorgenti Minerali Faito

Cavatappi – Sorgenti Minerali Faito

Cavatappi – Sorgenti Minerali Faito
retaggio di archeologia industriale stabiese

( su gentile concessione del sig. Giuseppe Luciano Cuomo )

“Ricordo che abbiamo alla casa a mare di Castellabate”.

La Cirio di Castellammare

La “Cirio” di Castellammare…

La “Cirio” di Castellammare…

di Lino Di Capua e Gelda Vollono

articolo del 06/06/2009


La Cirio di Castellammare... un ricordo perduto (foto Antonio Cimmino)

La Cirio di Castellammare… un ricordo perduto (foto Antonio Cimmino)

La storia della Cirio inizia lontano nel tempo e nello spazio. Infatti il fondatore Francesco Cirio nasce a Nizza Monferrato (Asti) il 24 dicembre 1836, da un modesto negoziante di pane e pasta, che non può permettersi di pagare operai per cui Francesco incomincia a lavorare nella bottega del padre fin da piccolo. Ha appena undici anni quando inizia a lavorare in proprio: due o tre volte la settimana va al mercato di Nizza Monferrato e vi acquista qualche cesto di ortaggi o di legumi, a spalla li trasporta a Fontanile e li rivende. E’ in questo modo che mentre impara cosa vuol dire fare l’imprenditore, dall’altra intuisce che la conservazione della verdura può essere il business del futuro. Lascia pertanto, insieme al fratello maggiore Ludovico, la casa paterna per andare a cercar fortuna a Torino. Nel 1850 dopo aver lavorato in un pastificio, incontrato il favore e la fiducia dei dirigenti di una grande ditta, la Gamba (poi Marocco), ne diventa un prezioso collaboratore allargando lo smercio delle loro derrate alimentari anche all’estero: Parigi, Bruxelles, Vienna, Olanda.
Finalmente nel 1865, in possesso di un piccolo capitale di appena alcune migliaia di lire, si sente pronto a realizzare il suo sogno: conservare le verdure per rivenderle durante la stagione invernale. Incomincia con i piselli in un’unica stanza e con due grandi caldaie tuttavia, l’enorme Continua a leggere