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Santini stabiesi

a cura di Enzo Cesarano

Nella rubrica vengono raccolte ed esposte alcune immaginette sacre d’epoca
(le classiche “fiurelle”), venerate nella città di Castellammare di Stabia.

Ultima “fiurella” inserita:

Gentilmente concessa dal Prof. Amerigo Simone da Sibari (CS)

Gent.mo sig. Maurizio, le invio la foto di un santino raffigurante la Madonna di Pozzano, conservato nella mia collezione.

Complimenti per il sito che io, calabrese figlio di stabiese, seguo regolarmente.

Cordiali saluti. Prof. Amerigo Simone

Galleria delle immaginette: Continua a leggere

La Cirio di Castellammare

La “Cirio” di Castellammare…

La “Cirio” di Castellammare…

di Lino Di Capua e Gelda Vollono

articolo del 06/06/2009


La Cirio di Castellammare... un ricordo perduto (foto Antonio Cimmino)

La Cirio di Castellammare… un ricordo perduto (foto Antonio Cimmino)

La storia della Cirio inizia lontano nel tempo e nello spazio. Infatti il fondatore Francesco Cirio nasce a Nizza Monferrato (Asti) il 24 dicembre 1836, da un modesto negoziante di pane e pasta, che non può permettersi di pagare operai per cui Francesco incomincia a lavorare nella bottega del padre fin da piccolo. Ha appena undici anni quando inizia a lavorare in proprio: due o tre volte la settimana va al mercato di Nizza Monferrato e vi acquista qualche cesto di ortaggi o di legumi, a spalla li trasporta a Fontanile e li rivende. E’ in questo modo che mentre impara cosa vuol dire fare l’imprenditore, dall’altra intuisce che la conservazione della verdura può essere il business del futuro. Lascia pertanto, insieme al fratello maggiore Ludovico, la casa paterna per andare a cercar fortuna a Torino. Nel 1850 dopo aver lavorato in un pastificio, incontrato il favore e la fiducia dei dirigenti di una grande ditta, la Gamba (poi Marocco), ne diventa un prezioso collaboratore allargando lo smercio delle loro derrate alimentari anche all’estero: Parigi, Bruxelles, Vienna, Olanda.
Finalmente nel 1865, in possesso di un piccolo capitale di appena alcune migliaia di lire, si sente pronto a realizzare il suo sogno: conservare le verdure per rivenderle durante la stagione invernale. Incomincia con i piselli in un’unica stanza e con due grandi caldaie tuttavia, l’enorme Continua a leggere

Ticket per Faito

Ticket per Faito

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Ticket per Faito (collezione Domenico Cuomo)

Ticket per Faito (collezione Domenico Cuomo)

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Fanfulla: Sottoscrizione pubblica 1871

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo


( collezione Gaetano Fontana )

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

I miei anni al Seminario

articolo del dott. Tullio Pesola

Credo che non vi sia persona che, con l’inizio di un nuovo anno scolastico, non ritorni col pensiero a quei momenti che hanno inevitabilmente segnato la propria vita tra libri, penne e calamai. Nel mio caso, poi, devo aggiungere che tali sensazioni si appropriano sistematicamente di me ogni qualvolta mi trovo a passare nei pressi della struttura che mi ha visto inizialmente scolaro e anni dopo mi ha anche permesso di vivere le mie prime, saltuarie esperienze in veste di docente. E ciò, dato che la scuola in argomento sorge in quello che una volta era considerato il centro di Castellammare e che tutti conosciamo come piazza Municipio, avviene quasi frequentemente, perché per un motivo o per un altro mi capita spesso di trovarmi in quei pressi.

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

Seminario (foto dott. Tullio Pesola)

Il mio approccio con l’ex Seminario, edificio che un tempo era stato un istituto ecclesiastico dove i giovani aspiranti al sacerdozio ricevevano la formazione spirituale e culturale necessaria al sacro ministero, è avvenuto dopo aver superato gli esami di idoneità alla classe terza, esami per i quali ero stato seguito con grande diligenza e meticolosità (come, d’altronde, già l’anno precedente con il percorso in merito all’anticipo scolastico) dalle signorine Petretta e che sostenni presso la “Basilio Cecchi”. Inutile aggiungere che per i miei, in prospettiva del mio passaggio alla Scuola Pubblica, era molto importante affidarmi ad un educatore serio, esigente e poco incline alle indulgenze e che si prendesse, inoltre, responsabilmente cura della formazione dei suoi alunni. Tra quelli che sarebbero stati gli insegnanti di terza classe quell’anno, il più richiesto (senza, ovviamente, togliere merito agli altri) risultò essere il professore Continua a leggere…