Santa Maria della Pace
di Giuseppe Zingone
Introduzione dell’autore:Ieri sera mi è capitato di scorgere nel cielo una stella cadente, allora ho detto a me stesso perché non esprimere un desiderio? Ed io semplicemente ho pensato, a quell’angolo di cielo di Castellammare dove sono cresciuto, dove si faceva fatica anche a vedere le stelle.
Per delimitare fisicamente questo spazio dove le strade sono come percorsi fluviali tra gli edifici, dirò che è il territorio della Parrocchia di Santa Maria della Pace il quale va da Via Nuova lato destro a salire, sino al Vico Cognulo lato sinistro sempre a salire, ma in generale tutto il centro antico mi appartiene poiché lì sono i ciottoli ed i “vasoli” con cui spesso mi cimentavo, lì è la gente la cui sorte mi sta a cuore, lì sono i miei genitori ed il mio passato.
La Parrocchia di Santa Maria della Pace, oltre all’umidità onnipresente di cui parlerò in seguito, trasuda santità in tutti i suoi più reconditi anfratti (si pensi anche alla contiguità con il Monastero e la Chiesa di San Bartolomeo), te ne accorgi appena vi entri, qui si dimena quel profumo di antico, di sacro, fatto di incensi ed odore di cera di candele, anche se oggi quest’ultime sono state sostituite da quelle elettriche. In questa chiesa ho ricevuto il Battesimo, la Prima Comunione ed infine la Cresima, per il matrimonio mi spostai leggermente più in là, nel Duomo di Castellammare di Stabia, ma sempre fedele rimasi a questi spazi.
Ora dovete sapere che come succede per molti ragazzi, dalla Prima Comunione al mio ritorno quale fedele praticante nella chiesa della Pace intercorsero diversi anni (una sorta di pausa di riflessione o ateismo emergente), vi rimisi piede trascinato dal mio amico e compare di cresima Gino Circiello, per non uscirne mai più (metaforicamente parlando), tranne quando tornavo a casa per ovvi motivi di famiglia, votato anima e corpo a questo enorme stanzone ricco di storia claustrale, conosco tutti i santi di questa chiesa e potrei anche parlarvi di loro, ma preferisco che vengano fuori dai ricordi in maniera naturale quando sarà il momento.
Come uno è stato il Papa che ha regnato nell’arco della mia vita cosciente, cioè Giovanni Paolo II, così questa chiesa dopo Mons. Luigi Castellano ebbe un solo sovrano Don Antonino Mauro, quest’uomo d’azione rifondò per così dire la chiesa della Pace, da lui ho ricevuto i primi due sacramenti dell’iniziazione cristiana; con la liquidazione da insegnante comprò le sedie per la Parrocchia.
Qui i figli del Rione i “gerardini”1 (da San Gerardo protettore della Parrocchia) non conoscevano sosta al seguito delle processioni di gennaio e di maggio del Santo Patrono; e persino per processioni rionali extra, dedicate a qualche santo o santa delle chiese minori.
Ritorna qui l’umidità perché è a causa di questa che don Mauro dovette abdicare la chiesa della Pace, ed essa è l’unica ragione per cui tutto il complesso monumentale (convento e chiesa insieme) rimangono ancora in piedi. Vi sembrerà strano, ma l’umidità permette alle antiche pietre di rimanere congiunte, qualora l’umidità venisse meno senza adeguato restauro un unico tonfo scuoterebbe il Centro Antico, e nulla quivi rimarrebbe in piedi. Il Monastero della Pace, è forse l’unico monastero ad annoverare decine di progetti di recupero nel cassetto dei sogni del Comune, ma senza che nessuno di questi fosse risultato quello decisivo, quello vincente, chissà quante matite si sono arricchite alle sue decrepite spalle, fatto sta che il suo chiostro è un’opera architettonica maestosa ed unica nel cuore antico della Città ed al suo interno ti senti appartato e protetto.
Guardate che sorte!!! In un qualsivoglia piccolo comune della Penisola Italica questo luogo sarebbe considerato un punto privilegiato, strategico, per una rinascita culturale e perché no anche spirituale dell’intera Città, ma questo come dicevo non accade a Castellammare, forse perché troppo oltre i confini reali di questa, forse perché troppo lontano dall’amministrazione centrale o perché semplicemente dimenticato… Chissà!!!
In ogni caso lo conosco bene il convento, le sue scale, i suoi antri i suoi locali sotterranei, qualche ancor visibile affresco, il tutto condito a mo’ di insalata da una vegetazione foltissima, una piccola foresta di parietaria e di erbe infestanti, forse è la natura che vuole tornare a riappropriarsi dei suoi spazi.
Ma andiamo avanti dopo piccole parentesi di interregno parrocchiale giunse da noi Don Peppino Cannavacciuolo un sant’uomo di Sant’Antonio Abate, un buon sacerdote forse troppo per un rione di pusillanimi come il nostro, quante volte fu sbeffeggiato per il suo tupé e per la sua pacatezza, pensate che per ragioni legate a queste sopraffazioni decise di tornare in America, lo rivedemmo per il suo 25° di sacerdozio che fu anche l’occasione per invitare tutti i suoi ex collaboratori alla Villa Cimmino per un pranzo; è giunta a noi, la triste notizia della sua morte, in data 21 Gennaio 2021 (aggiornamento) spero tanto che il Signore abbia posto rimedio ai nostri malefatti…
Arrivò poi l’era don Catello Di Martino e con orgoglio ancora oggi dico: “Il mio Parroco“; sapete quando arriva un nuovo preposto la gente di questi luoghi si irrigidisce senza motivo, ha paura dei cambiamenti come delle deportazioni in massa, si diffondono poi nefande storie, che ci presentano questi uomini come loschi figuri, naturalmente i contenuti di queste sordide vicende sono sempre gli stessi: “donne e denari“, combinazione vincente per andare all’Inferno.
Eppure nuova vitalità corse a scorrere in questa chiesa, un buon gruppo giovani che animava anche la messa domenicale, delle catechiste animate da infinito zelo, si intraprese qualche lavoro di abbellimento e conservazione della chiesa stessa, si rivitalizzò anche il gruppo Caritas animato da Suor Giovanna, questa piccola donnina appartenente alle Suore Francescane Stimmatine è per vocazione ancor oggi un’anima missionaria, se avete da buttare dei soldi o qualche bene materiale ancora funzionale, datelo a lei saprà farne certamente buon uso. Dall’interno della Caritas Parrocchiale, conobbi meglio la mia gente, le loro difficoltà, le loro miserie, vi giuro, se volete crescere in umanità portate dei pacchi alimentari a queste povere anime troverete oltre che loro stessi anche un posto in Paradiso.
Ho imparato a distinguere coloro che necessitano veramente, quelli che non vedrete mai alla vostra porta perché chiusi nella loro dignità e troppo orgogliosi, questi piccoli come li avrebbe chiamato Salvatore Buonocore ‘o figlio ‘e Peppino ‘o falignamme,2 se potessero, vivrebbero d’aria. D’altro canto ho incontrato anche quelli che non hanno bisogno e chiedono, ma di loro non ho ricordi e spero lo stesso faccia il buon Dio al momento opportuno. Ci sono poi i poveri figli che niente hanno se non i cenci che indossano e magari anche un genitore in galera, gli ubriaconi con un passato da studenti di medicina, qualche tossicodipendente, tutti hanno un sol comune denominatore, la miseria, la povertà, i giovani che non avendo genitori che li sostengono nelle scelte importanti della vita, prendono strade miserevoli che li porteranno chissà dove…
Sia ben chiaro non vi sto parlando del romanzo “Povera Gente” di Dostoevskij, questi uomini vivono sotto il nostro stesso cielo ancor oggi ad un tiro di schioppo da noi, il punto è che i miserabili non li vediamo e ci ostiniamo a non riconoscerli.
Siete mai passati per via Santa Caterina? Volete vedere il terremoto, la desolazione, la disperazione che piega anche i più forti, i bombardamenti della seconda guerra mondiale e i nuovi scavi di Stabia tutti in una volta? Organizzate delle gite turistiche nel centro antico…!!!
Forse bene ci si trovano le vetuste statue lignee policrome nel centro Antico della Città, quelle della chiesa di Santa Maria della Pace, poi, sono da sempre oggetto delle cure di uno dei suoi più grandi parrocchiani, il Signor Mario Vanacore, una sorta di memoria storica vivente quella popolare che io tanto amo perché fragrante, bonaria, sincera. Egli incarna l’amorevole dedizione per la sua parrocchia natìa.
Quante volte, forse troppe, si è prodigato di tasca propria perché la cerimonia liturgica risultasse più solenne? Quante volte ha costruito i presepi monumentali cari alla mia memoria infantile, utilizzando i propri antichi pastori? Quante volte ha dato l’esempio nel pulire la chiesa?
Se potessi gli farei un monumento, uomo d’arte che si è costruito da solo, organista della Concattedrale Santa Maria Assunta, profondo conoscitore della vita dei Santi, pittore, restauratore, uomo mite ed onesto. Che io sappia non v’è arte nella quale questo ardimentoso uomo non si sia cimentato raggiungendo traguardi inimmaginabili, attore del gruppo di teatro che nella mia Parrocchia ebbe nome “Raffaele Viviani”, egli rappresenta da sempre per me il prototipo dell’artista in senso amplio.
Con lui ho trascorso piacevoli serate a parlare di ciò che ci accomuna, lui mi ha svelato i segreti della Parrocchia, qualche volta l’ho anche aiutato a vestire la Madonna in occasione della solennità della Immacolata Concezione, lui mi ha presentato i santi della chiesa, nobili amici da imitare, Sant’Antonio, Sant’Espedito martire di Melitene, lo stupendo San Giuseppe, ma anche i dipinti, guidandomi alle prime conoscenze in campo artistico; parlandomi delle suppellettili, dei paramenti, le nostre tre campane.
Ricordo la solenne celebrazione della Pasqua, quando salivamo sino in cima al barcollante campanile a suonare le campane, i movimenti del batacchio ritmati a mano ed il suono rimbombante ed assordante delle squille a festa.
Riecheggia nelle mie orecchie la trocciola, col suo arcaico suono che magistralmente Mario faceva roteare.
Lo rivedo mentre suona la fisarmonica che aveva imparato a suonare come si dice in gergo ad orecchio, la sua singolare vena umoristica, mai tante virtù furono concentrate in un sol’uomo!!!
Ci sono anche degli aneddoti che lo riguardano, ne racconto uno che si svolse proprio durante il periodo quaresimale, quando la via Crucis si apriva alle strade del rione. Ora chi è pratico di cose religiose non farà fatica ad immaginare la scena, grande massa di popolo che si raccoglie al punto di partenza portando con sé e generando grande confusione, chi porta la croce è in questo momento proprio Mario, il quale intona il seguente ritornello: “Sono stati i miei peccati, Gesù mio perdon pietà”, al quale avrebbe dovuto far eco il seguito dei fedeli con le stesse parole, naturalmente il frastuono è enorme in questi frangenti, ma stoicamente Mario non desiste ed ancora intona il canto… fino al momento in cui si volta con la enorme croce e guardando il popolo dice: “Uhè…, ma fossero sulo ‘e mie ‘sti peccati!!!!”.
Lui è il baluardo della Parrocchia di Santa Maria della Pace, l’argentea armatura di sant’Espedito, il Vessillo vivente e sanguigno, si perché i parroci cambiano, ma lui rimane fedele nei secoli come l’Arma dei Carabinieri, a lui solo sta a cuore la sorte di quella gente, io pure sono scappato, ma lui no… resta; pensate il dolore che ha provato quando più volte si è paventata la chiusura della Parrocchia per mancanza di vocazioni. Io ben sapevo (e forse in cuor suo era evidente) che non si trattava di mancanza di vocazioni, bensì il rifiuto di giovani sacerdoti a esercitare il divino ufficio nella chiesa di Largo Pace, che tristezza!!!! Uomini di Dio che ambiscono parrocchie manageriali, ben avviate ed efficienti, alla povertà predicata da Cristo! Che dire… Signore perdonali perché non sanno quello che hanno fatto!!!
In ogni caso il mio baluardo vivente è lì nella chiesa di Largo Pace, che ha visto chierichetto il signor Luigi Nocera, nel luogo in cui io stesso ho servito messa, quale tradizione migliore da perpetuare, in ogni caso oggi la Parrocchia della Pace e quella dello Spirito Santo sono un solido (cioè unite sotto un unico parroco) come quell’umidità che non conviene si asciughi, la stessa che tiene unite le pietre, l’umidità che è nelle ossa di quanti vivono nel Centro Antico di Castellammare.
Ladispoli, pubblicato nel mese Dicembre 2004
Nel mese di Dicembre del 2009 purtroppo, un grave atto di vandalismo, dettato dall’ignoranza e da quella miseria indegna di esseri civilizzati, portò al trafugamento delle travi della capriata della Parrocchia di Santa Maria della Pace. Questo evento è costato caro all’agibilità della struttura e tutte le funzioni sono state spostate alla Chiesa di San Bartolomeo io stesso nel 2013, per quel senso di appartenenza alle mie radici ho chiesto si celebrasse nella comunità della Pace riunita presso le Adoratrici Perpetue, il battesimo del mio terzogenito Alessandro. Quella comunità di uomini e di persone di fede, è poi confluita nella Parrocchia di Santa Maria Assunta e San Catello e nella chiesa di Santa Caterina, per permettere alle suore di Clausura di San Bartolomeo di poter tornare alla propria spiritualità..
E’ notizia di ieri per me che sono lontano, (nella notte tra il 4 e il 5 Luglio 2018) del crollo di un solaio della Chiesa della pace, come avevo profeticamente scritto è l’umidità a tenere insieme. Le pietre antiche di questa struttura che meriterebbe di tornare a vivere e divenire ancora una volta punto di riferimento per tutti i cittadini onesti della Città è in attesa solo dell’ineluttabile. Non c’è stato un politico locale negli ultimi trent’anni capace di assumersi la responsabilità della ristrutturazione (solo interventi insignificanti e tesi al lucro dei denari del cittadino) di tutto il complesso monumentale del Monastero della Pace e annessa Chiesa, di cui è proprietario il Comune di Castellammare, dispiace altresì il silenzio, e l’abbandono della Chiesa locale, nei confronti di un quartiere già fortemente provato nell’Ottanta dalla devastazione della natura e oggi dall’incuria umana. Siamo in attesa che il defunto ci abbandoni. Avanti con le proposte… un centro commerciale ci starebbe proprio bene!
E’ Proprio un tesoro di memoria inutile, anzi una perla data ai porci!
Note
- Leggi anche San Gerardo. ↩
- Salvatore Buonocore alias Sacro Cuore di Gesù: don Gerardo di Nola, mio compianto professore amava riferirsi al Figlio dell’Altissimo in dialetto, uomo di grandissima cultura, si rimetteva nelle mani di Cristo sopratutto nel corso delle sue difficili traduzioni della Patrologia Greca, quasi a chiedere una migliore comprensione del testo, una scintilla che meglio rendesse in italiano il senso letterale di questi antichi testi. Leggi anche Gerardo Di Nola. ↩
Davvero incisivo ed in parte romantico questo spaccato della vita di un tempo relativo anche ad un vissuto spirituale per la Chiesa di Santa Maria della Pace , dicui ho ritrovato scarse notizie storiche
Complimenti di cuore
Stefano dr Capasso
Amb di Pace nel Mondo e DIFENSORE dei Diritti Umani
La ringrazio, quelli che ha letto sono solo ricordi e qualche scampolo di notizia, se vuole documentazione storica può vedere questo volume del Dottor Parascadolo:CELORO PARASCANDOLO, GIOVANNI.
IL MONASTERO DI SANTA MARIA DELLA PACE IN CASTELLAMMARE DI STABIA, QUATTRO SECOLI DI STORIA. può trovarlo qui ad 8 euro, https://www.maremagnum.com/libri-antichi/il-monastero-di-santa-maria-della-pace-in-castellammare-di/159215701
Saluti Giuseppe Zingone